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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Editoriale di F. DEL RE del 14/02/2015 15:42:04
Ama il tuo avversario

 

Viviamo in una società dove è più facile odiare che amare, disprezzare che rispettare, distruggere che costruire. Una società che preferisce la via più semplice, quella che vede tutto negativo, rispetto a quella più tortuosa, che ti impegna a scoprire i lati positivi nelle vicende della vita. E lo sport, il calcio, altro non sono che un paio delle tante vicende che accadono durante le nostre vite. Viviamo in una società che ci gode proprio a sentirsi marcia, malata, da buttare; ultimo caso quello penoso e triste, per una grande società come il Milan, delle valutazioni da ultimo della classe di Adriano Galliani in tema di geometria di base. Purtroppo questa impostazione mentale è generalizzata e nessuno si salva; l'appassionato sportivo italiano è prima di tutto "nemico" del suo avversario, è più incline alla ricerca delle malefatte del prossimo, vere o presunte che siano, piuttosto che a godere della bellezza dell'evento sportivo che ha appena ammirato, della soddisfazione di un'eventuale vittoria o all'amarezza vissuta con serenità di una sconfitta. La sconfitta: questo evento inaccettabile che deve essere spesso motivato da intrighi di potere, da arbitraggi scandalosi, se non proprio corrotti; un evento inaccettabile, perché l'avversario sportivo è visto, per l'appunto, come nemico di vita, come nefandezza sociale, quando invece, in una società sana, dovrebbe essere considerato valore inestimabile, presenza necessaria e da amare, sì: da amare e da rispettare, per la sua storia, per le sue tradizioni, per la soddisfazione aggiuntiva che si prova a battere sul campo un avversario del quale tutto sappiamo e del quale rispettiamo la storia. Invece la storia e il rispetto vengono negate, sbeffeggiate, offese, usurpate. Sempre. Da chiunque. A torto o a ragione. Ma così facendo, schizzo di fango dopo schizzo di fango, tutti ci ritroveremo ad affogare nella stessa melma.

Ecco perché vorrei che ogni sportivo italiano commentasse le polemiche tipicamente nostrane, che hanno distrutto questo meraviglioso sport,come se fossero soltanto delle note a margine dell'evento sportivo, che è sempre la partita, il gioco, l'amore e la passione nel raccontarlo e nel viverlo. Ecco perché in Italia è necessario cambiare radicalmente la cultura sportiva a tutti gli attori di questo miserrimo spettacolo: ai dirigenti, agli allenatori, ai calciatori, agli addetti ai lavori e soprattutto ai tifosi, che alla fine sono quelli che tengono in piedi tutto il baraccone. E torno a Galliani a mero titolo esemplificativo: Galliani va commentato in due righe per quello che ha detto subito dopo Juventus-Milan, ma tutto il resto, ovvero proprio Juventus-Milan, dovrebbe essere parlare di calcio, della partita, di chi ha giocato bene, di chi ha giocato male e perché; invece noto che spesso è l'esatto contrario: il fatto principale è la polemica, l'errore arbitrale, la contestazione, il sospetto che diventa certezza, quando l'unica certezza dovrebbe essere la bellezza del gioco, la bellezza delle storie ad esso legate, la bellezza di conoscere ed amare se stessi, e sai che sforzo diceva uno infinitamente più grande di tutti noi messi assieme, ma anche di conoscere ed amare il proprio avversario, che "nemico" mai dovrebbe essere appellato da nessuno.

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