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Attualità di E. LOFFREDO del 24/02/2015 08:23:38
Garcia in cerca di fiducia

 

C'è una cosa di cui Rudi Garcia parla spesso nell'ultimo periodo: la fiducia. Fiducia nei propri mezzi da parte del gruppo, fiducia di osare nelle giocate e così via. Certo se guardiamo bene la mancanza di autostima è venuta meno proprio per colpa di Garcia. È stato il tecnico giallorosso a farla venir meno quando dopo la gara d'andata con la Juventus; invece di fare autocritica e instillare un sano desiderio di rivincita ha sparso in tutto l'ambiente un'acredine tipicamente italiana accompagnata da un negazionismo (ancora pensa che i tre gol bianconeri fossero irregolari) e dal continuo rimuginare («un'ingiustizia che ricorderò per tutta la vita»).

Poteva prendere la sconfitta dello Stadium come un nuovo punto di partenza, ne ha fatto motivo di una velenosa sicumera che gli si è ritorta contro. Era sicuro di vincere lo scudetto (e ancora non è detto che non lo vinca), lui sapeva "come" aveva vinto la Juve, la sua Roma era così superiore che non bisognava lavorare per ridurre il gap, bastavano le strombazzanti dichiarazioni alla stampa. Il risultato si sta vedendo.

Già a novembre però dallo spogliatoio giallorosso usciva qualche piccola stonatura. In quel periodo i senatori erano ancora della sua stessa convinzione, ma si registrò il primo distinguo di metodo: «Nella sostanza non c'è assolutamente nessuna differenza tra il suo pensiero e quello di noi giocatori. Ma sul fatto di dirlo, si è preso la responsabilità di questa scelta».

Nei mesi successivi Garcia ha continuato a suonare il suo spartito, ma poco alla volta si è ritrovato a esserne esecutore solista. Con una classifica che si è fatta via via sempre più esplicita, il tecnico da motivatore si è ritrovato principale imputato dell'ambiente e dei tifosi in particolare.

Alla Roma è venuta meno la fiducia e a Garcia anche. Nelle ultime settimane a chi gli chiedeva se i giocatori e i senatori in particolare fossero ancora con lui il francese ha sempre risposto: «chiedete a loro». Purtroppo per Garcia nessuno dei diretti interessati si è sentito in dovere di andare davanti a un taccuino o un microfono per dissipare i dubbi. Anzi, i silenzi dei senatori sono piuttosto assordanti. Abbiamo la sensazione che se in questo momento il tecnico ponesse la questione di fiducia non se la caverebbe: cadrebbe dallo scranno più alto di Trigoria.

Gli indizi di uno scollamento tra allenatore e squadra ci sono tutti. Il gruppo non aveva gradito la maglia da titolari a Gervinho e Doumbia per la partita contro il Parma, in pratica chi aveva diligentemente lavorato si era visto scavalcare dai due ivoriani arrivati a Trigoria provati dalla coppa d'Africa. Cosa che non ha fatto piacere a nessuno dei giocatori. Poi c'è Totti, che aveva già manifestato qualche malumore per almeno un paio di sostituzioni e a Verona ha consegnato (scientemente?) alle telecamere un labiale molto esplicito: «Aspetta porco Giu**...!» e uscendo ha continuato a imprecare: «Porca tro..! Porca tro...!». Nelle interviste post-partita il tecnico si è affannato a dire «non cercate problemi dove non ci sono», ma alla domanda se ci fossero problemi con i senatori ha risposto: «chiedete a Totti e De Rossi».

Ecco, Garcia da più settimane va cercando l'endorsement dei giocatori, un puntello alla legittimazione del tecnico che purtroppo non arriva. Totti e De Rossi non rispondono a questa chiamata...


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