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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di E. LOFFREDO del 05/03/2015 09:14:45
Salvate la pedina Parma

 

Partiamo dalle conclusioni: quella parte di campionato che riguarda le partite del Parma ancora da giocare e la lotta salvezza è già falsata.

È in atto un inusitato tentativo di salvare il Parma calcio per salvare la faccia a chi siede su poltrone della Lega di Serie A, della FIGC e anche del CONI. Non si deve infatti credere che le dichiarazioni di Malagò contro «i signori del calcio» siano dettate solo dal suo ruolo superpartes e di vigilanza. Se la federcalcio è arrivata a questo punto è colpa anche del presidente del Comitato olimpico, che non più tardi di una settimana fa elogiava pubblicamente Tavecchio per il presunto «senso delle istituzioni» riguardo al caso Lotito (formale ma non sostanziale revoca della delega alle riforme).

Malagò accusa: «ogni addetto ai lavori dice che lui non c'entrava nulla, e questo è totalmente inaccettabile». Noi troviamo inaccettabile che lui sia il primo a non fare autocritica e cerchi anzi di defilarsi da eventuali responsabilità. La macchia Parma non è un "inguacchio" solo della FIGC, ma anche una bella patacca sulla facciata del CONI, di cui la federcalcio è la federazione affiliata più importante.

L'invito di Giovanni il bello, «i presidenti di Serie A trovino il modo di salvaguardare almeno la parte sportiva, cioè dare una regolarità al campionato che sarebbe anomalo se il Parma non dovesse tornare a giocare», è sbagliato per più di un motivo.

È sbagliato perché è antisportivo. In prims sarebbe uno schiaffo a tutte quelle società che fanno il proprio dovere per rimanere sane e garantirsi da sole la sostenibilità aziendale. Su questo aspetto sono state sensate le parole del presidente del Cesena. Riteniamo che così facendo sì che falserebbe la regolarità della competizione a scapito di chi rispetta le regole finanziarie del gioco. In secondo luogo è sbagliato anche chiedere alle altre squadre di andare in soccorso del Parma. Tutti i presidenti di serie A voteranno secondo quello che gli conviene. La Roma ha interesse a salvare il Parma nella speranza di recuperare i due puti persi quando i ducali affronteranno non solo la Juve, ma anche Napoli, Fiorentina e Lazio.

Ma non solo la Roma. Siamo sicuri che chi salverà il Parma non si aspetti niente in cambio? Tanto per dire, un impegno sul campo che rifletta gratitudine, futuri favori di mercato... Far salvare il Parma dalle altre squadre dovrebbe rappresentare soprattutto una questione etica: sarebbe un po' come comprare la partecipazione (e le partite) della squadra parmense. Dopo il calcioscommesse forse non è il caso.

La pretesa di Malagò è poi sbagliata perché oltre a rappresentare un aggiramento bello e buono delle regole (come i due rinvii decisi da Tavecchio con motivazioni ai limiti dell'abuso d'ufficio), si creerebbe un precedente a cui attingere per il futuro. O forse è proprio questo uno degli obiettivi? Dopotutto se consideriamo che in questi giorni alcuni club maggiori sono sotto la lente dell'UEFA per il non rispetto del Financial Fair Play, non è difficile immaginare che il salvataggio del Parma possa fare da apripista a ipotetici futuri ed eccellenti salvataggi.

Spingere poi FIGC e Lega di A ad agire sotto la minaccia del commissariamento ha solo reso evidente che Malagò non vuole grane da gestire. Non ha fatto altro che spingere per il più classico del "tarallucci e vino", visto che né Tavecchio né i sui sodali sono disposti a farsi mettere da parte. Ecco perché siamo convinti che si salverà il Parma, perché è il modo più facile per preservare le poltrone di tutti. Tavecchio al consiglio di Lega porterà soprattutto questo monito.

Le colpe tuttavia sono anche degli stessi giocatori del Parma. Ora fanno le vittime, ma i primi a conoscere la situazione di crisi erano loro: se avessero sollevato il problema prima, i risultati del Parma sarebbero stati cancellati tutti senza danno per nessuno e i dipendenti (le vere vittime) non avrebbero lavorato sei mesi gratis. Un comune tifoso potrebbe farsi l'idea che i primi ad aver falsato il campionato siano stati i giocatori gialloblu che hanno giocato un girone di andata ignobile per il fatto di non essere stati pagati. Quegli stessi giocatori che non potevano andare a Genova perché non si poteva organizzare la trasferta e che poi quando le difficoltà logistiche erano state superate se ne sono usciti che non volevano giocare per protesta, vanificando la disponibilità di chi si era prodigato per loro.

Quando Malagò ed altri parlano di «regolarità del campionato» farebbero bene a non confonderla con l'integrità della serie A (intesa come conservazione di venti squadre fino alla fine). La regolarità si persegue cl rispetto delle regole, e l'applicazione di queste ultime avrebbe richiesto la sconfitta a tavolino del Parma negli ultimi due turni di campionato. Ma Tavecchio è intervenuto d'imperio...

Insomma, si capisce che ci sono le pressioni delle pay TV, i timori di un'ennesima colossale figura di menta verso l'esterno e l'animo da tifoso romanista di qualche massimo dirigente nazionale, ma nessuno ci venga più a parlare di rispetto delle regole.

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