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Editoriale di E. LOFFREDO del 21/03/2015 12:40:11
La leggerezza di essere juventini

 

Questi sono indubbiamente giorni lievi per i tifosi juventini, si godono (ci godiamo) il risultato del Westfalenstadion assaporando sensazioni europee che non provavano da almeno nove anni. Madama si è finalmente scrollata di dosso quella sofferenza che l'aveva scortata nelle ultime campagne europee, c'è un'autostima accompagnata dalla consapevolezza di giocare da ora in avanti con la legittima aspettativa di poter ottenere quel di più che adesso, anche grazie a un sorteggio non proibitivi, si chiama semifinale.

Da qui a fine stagione non mancherà alla Juventus quell'umiltà che sempre la contraddistingue e che è il primo segnale di rispetto per il proprio lavoro e per il valore degli avversari. Guai se venisse meno. C'è però qualcosa in più che pare essere germogliato nella serata di Dortmund: forse è la realizzazione dell'attuale gruppo (allenatore e giocatori) di essersi ricongiunti alla migliore storia europea della Juventus. L'averlo fatto poi nello stesso stadio dove iniziarono le gesta della Juve degli anni novanta è un particolare (o un segno ancestrale) che non può che far piacere.

I tifosi biancneri possono essere felici anche per un altro motivo: il comportamento del Borussia, dei suoi tifosi e del suo allenatore. Lo scambio di tweet tra le due società non può essere minimizzato come cortesia o fairplay istituzionale, è stata una virtuale ma sincera stretta di mano tra due contendenti che si sono riconosciuti reciproci meriti. É stato davvero bello poter vedere e sentire che i tifosi di casa hanno lasciato ai supporters bianconeri la possibilità di cantare la propria gioia senza vederne un'offesa per l'avversario e subissare di fischi i cori juventini.

Anche il gesto di Klopp, che a fine gara ha stretto la mano e si è congratulato con Allegri e tutti i giocatori bianconeri che gli capitavano a tiro, è da ricordare. Nel calcio si può vincere e si può perdere, avere in entrambi i casi il rispetto dell'avversario è la cosa che più rende orgogliosi. E in questi giorni abbiamo avuto motivo per esserlo. Ora però si torna in campo, specchiarsi non fa per la Juve, servono umiltà e rispetto per il proprio lavoro.

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