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Attualità di N. REDAZIONE del 28/03/2015 12:00:24
Elkann vs Conte. E calciopoli?

 

Il botta e risposta che è andato in scena ieri sull'asse John Elkann-Antonio Conte era inaspettato e ha riattizzato tutti i dibattiti sui rapporti tra il CT e la Juventus e soprattutto sulla vicenda della risoluzione consensuale che c'è stata a metà luglio.

Non vogliamo soffermarci sull'infortunio di Marchisio in sé, le opposte fazioni (quella del troppo carico di lavoro e quella del banale quanto fatale infortunio) non si smuoverebbero. Quindi accantoniamo per un attimo questo aspetto della disputa. Chiediamoci invece come mai in questa vicenda sia intervenuto addirittura John Elkann in persona.

Elkann in questo caso rappresenta la Juve in quanto proprietario, ma rappresenta anche la presidenza del main sponsor della Nazionale. Ha voluto evidenziare qualcosa a qualcuno in federazione? Possibile che si sia lasciato andare a una prima considerazione («Bisogna capire come mai in Nazionale li fanno lavorare così tanto») insufflatagli involontariamente da qualche cugino (nostra libera interpretazione)? Conte, che diplomatico lo è sempre stato poco, dopo qualche insistenza dei giornalisti è caduto nella tentazione di rispondere «Alla Juve questa domanda non me la faceva». John Elkann ribatte: «Conte a Torino allenava, in Nazionale fa il selezionatore. Sono due lavori diversi. Dopodiché se uno vuole passare come il selezionatore con maggiori infortuni...». A nostra memoria, soprattutto per cose di calcio, non era mai capitata una simile replicatio del numero uno della FCA.

Se l'esternazione iniziale, comunque molto circostanziata, poteva essere considerata una battuta al veleno, è indubbio che la successiva risposta di Elkann ha confermato un certo fastidio della proprietà per il CT, verso il quale è risaputo ci sia un certo risentimento almeno dallo scorso luglio.

Anche memori delle dinamiche che nel 2006 videro la proprietà alquanto remissiva, ci chiediamo che senso abbia fare la guerra a Conte se poi si lasciano nell'ambiguità ben più importanti discorsi riguardanti altre vicende. Perché ad esempio John Elkann non interviene in modo altrettanto netto su calciopoli e su tutto quello che ne deriva? Perché, se i rapporti con la FIGC sono così tesi, si è concesso l'uso dello Stadium consentendo che vengano coperti i simboli delle nostre vittorie, permettendo questo ulteriore oltraggio federale? Perché a Tavecchio che ha parlato di«intenzione di una soluzione bonaria» Elkann non ha risposto a tono? Perché quando lo stesso Tavecchio parla di «lite temeraria» la proprietà della Juventus non lo ha zittito?

Nel frattempo la polemica sull'infortunio a Marchisio ha distolto l'attenzione da calciopoli e sulla relativa sentenza della Cassazione, che si prestava a essere ampiamente discussa in questa settimana di assenza del campionato. O forse lo scopo di alcuni media era proprio questo: fare in modo che martedì si fischi Conte dimenticando il significato dello sfregio di coprire gli scudetti e quel Tavecchio tribuna d'onore.

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