C'è chi dice che i soldi non facciano la felicità. Eppure, guardando in tasca alle tre semifinaliste che se la dovranno vedere con la Juve in Champions League, si direbbe l'esatto contrario.
Marotta, appena conclusa la gara di ritorno con il Monaco, ha immediatamente evidenziato il
divario tecnico derivante dalla differenza di fatturato tra noi e le tre corazzate a cui andremo a fare compagnia. E allora partiamo da qui. Stando all'ultimo ranking Deloitte, nel 2014,il
Real Madrid ha fatturato
549,5 milioni, confermandosi la squadra più ricca d'Europa (e di conseguenza del mondo), il
Bayern con
487,5 milioni occupa il terzo posto (preceduto dal ManU con 518) e il
Barcellona si piazza quarto, con
484,6 milioni. E la
Juve? Pur essendo la prima delle italiane, è solo
decima in Europa, con 279,4 milioni, poco più della metà del Real.
"Ma in campo ci vanno i giocatori, non i milioni!", si sente spesso dire. Ed è vero. Peccato che poi quei giocatori pretendano anche di essere pagati e se si chiamano Cristiano Ronaldo, Ribery o Messi, i milioni che finiscono nelle loro tasche non sono pochi. Purtroppo, però, i giocatori bravi sono pressoché indispensabili per vincere il titolo. Non servono teoremi, basta andare a leggere i nomi delle
ultime detentrici: Real Madrid, Bayern Monaco, Chelsea, Barcellona. Le solite note, più il Chelsea di Abramovič.
Per restare ai luoghi comuni, va anche detto che "la palla è rotonda". Spesso i luoghi comuni rappresentano la realtà dei fatti e in effetti qualche eccezione alla "regola dei fatturati" si verifica:
può capitare che una squadra bene organizzata e magari aiutata da qualche contingenza favorevole (sorteggi fortunati, avversari fuori forma, ecc.)
riesca ad andare ben oltre i limiti che le avevano designato anche i più ottimisti. Quest'anno è toccato alla Juve, che si era data come obiettivo il passaggio del turno fallito la scorsa stagione e che invece è addirittura tra le top-4, un paio d'anni fa ci riuscì il
Borussia, poi finalista, e l'anno scorso toccò all'
Atletico Madrid, che per pochi secondi non riuscì addirittura ad alzare la coppa. Ma, a parte gli ammirevoli exploit, a queste sorprese poi
manca la continuità: un anno possono anche fare sfracelli, ma le "congiunzioni astrali", per forza di cose, non sono sempre favorevoli. È sufficiente osservare il cammino in questa Champions League degli stessi Borussia (eliminato agli ottavi) ed Atletico (eliminato ai quarti), per averne la riprova.
Negli ultimi cinque anni, Real, Bayern e Barça sono arrivate quattro volte almeno in semifinale ed è facile prevedere che continueranno a fare molto bene anche negli anni a venire. La Juve ha dimostrato ambizione e volontà di programmare una crescita omogenea, che tra qualche tempo potrebbe permetterle di giocarsela ad armi pari (o almeno confrontabili...) veramente contro tutti.
Per adesso, da tifosi, godiamoci il momento, consapevoli che già il fatto che siamo rimasti solo noi con queste tre super-squadre va ben al di là delle speranze che si potevano avere ad inizio competizione. Poi, quando l'arbitro darà il via alla gara,
per almeno 180 minuti non penseremo a bilanci o a fatturati, ma solo a cercare di prolungare ancora il sogno. Con un'unica nota perennemente amara:
non fosse stato per farsopoli, forse non avremmo bisogno di sognare, per vederci in pianta stabile tra le prime quattro. Ma questa è un'altra storia... Forza Juve!
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