10° giornata "A noi non resta che augurarci un mercoledì da Leoni", terminava cosi la nostra rubrica dedicata alla 9° giornata.
Il brutto è tutto qui, ovvero nella certezza che non siamo in grado di gestire e plasmare il futuro a nostro piacimento. Era solo un augurio, tramutatosi in una bella realtà, ma nulla a che vedere con la capacità di governare gli eventi.
Avessimo simili poteri, nel nostro contesto, avremmo cancellato la farsa, evitato l'onta, ma per ora accontentiamoci di difendere e restituire l'onore alla storia della Vecchia Signora.
Questa premessa per dire che, se il titolo della rubrica rimane il buono, brutto e cattivo, il film proiettato in questa 10a giornata, è sicuramente “un mercoledì da leoni”.
L'onda era lunga, imperiosa ed il mare chiamava tempesta. O la affronti quell’onda, o ti perdi per sempre soffocato dalla sua forza.
E l'onda è stata perfetta. La Juventus l'ha cavalcata e domata, questa volta con coraggio, forza, determinazione e concentrazione, tanto da ritenere una non magra consolazione, l’aver asfaltato la squadra del benzinaio di riserva.
5 gol e una prestazione nella quale ci é difficile dover scegliere il buono per eccellenza perche è stata la
prestazione complessiva ad ergersi quale protagonista.
E’ giusto sottolineare, in particolare, l’incisività di due giocatori:
Chiellini e
Giovinco: il gigante ed il bambino. Se il primo é una conferma sempre più determinante in questa Juve, Giovinco é spesso stato criticato in quanto incapace di dimostrare a pieno le sue doti tecniche.
Martedì, probabilmente aiutato da un modulo che lo agevola, si è trasformato nel folletto che tutti abbiamo atteso: assist e pregevoli scambi con i colleghi di reparto. L’azione del terzo gol di Camoranesi è autentico calcio.
Chiudiamo qui la parentesi juventina, con la speranza che la squadra abbia definitivamente svoltato in consapevolezza, purché non ceda mentalmente a tutte le lodi piovute dai media: silenzio e pedalare.
Per quanto riguarda la Sampdoria, la più bella soddisfazione, nonostante la sconfitta, rimane il
lungo applauso dei propri tifosi al termine della partita, ed é proprio quel tributo un altro gesto da evidenziare, raro o quasi unico per la totale mancanza di cultura sportiva nel mondo del calcio.
Non a caso c’é aria di burrasca sopra il cielo della capitale, visto che entrambe le squadre sono a rischio di pesanti contestazioni, con la Lazio e la Roma che hanno scelto il ritiro dopo una serie di sconfitte consecutive, per evitare fiumi di rabbia e ritrovare la propria identità.
Lo abbiamo già detto, forse Lotito farebbe bene ad ammettere i propri errori sulla gestione di Pandev, così come é evidente che Ranieri non ha la bacchetta magica: per ora dal cilindro si accontenti di tirar fuori scoiattoli e tacchini. Adesso, ha chi lo può aiutare.
Abbiamo visto, ed usciamo dal calcio giocato,
un’immagine che ha riempito di tristezza tutti noi che abbiamo a cuore le sorti della Juventus.
Era un uomo chino, distratto da mille pensieri e costretto a sedersi nelle ultime file di un’assemblea di azionisti.
Probabilmente pensava alla sua vecchia Juventus, ricordava le sue lacrime e le sue gioie, sempre con il sottofondo di quelle sue parole:
«la Juventus è parte della mia vita».
In quella stessa assemblea, più o meno nella stessa posizione, un altro tifoso, a cui quelle parole potrebbero parimenti essere attribuite, ha degnamente rappresentato quel popolo che non cederà mai alla rassegnazione della farsa. Quello stesso tifoso ha offerto, simbolicamente, la tessera dell’associazione che presiede a quell’indimenticabile campione. La tristezza, per averlo visto chino e rassegnato, lascia il campo, ad un ancora più forte impegno.
Non molleremo mai!
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