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Attualità di M. LANCIERI del 27/05/2015 08:26:56
Moggi e Lotito: non c'è paragone

 

Quando c'è da ritrarre il diavolo, molti giornalisti pensano bene di usare le fattezze di Moggi. Non fa eccezione Enzo Bucchioni, che, pur avendo sfruttato l'occasione di scrivere con il Direttore i ricordi di farsopoli nel libro "Un calcio nel cuore", lo prende come esempio per criticare Lotito, di cui "il calcio dovrebbe fare a meno".
Premesso che Lotito, piaccia o non piaccia, ha il potere che gli altri dirigenti di serie A gli hanno concesso (se alla maggioranza sta bene la sua linea, perché poi si lamentano?), il parallelo tra i due non sta proprio in piedi.

Dal punto di vista tecnico, Moggi (con Giraudo e Bettega) realizzò un'impresa storica, raccogliendo una Juventus perdente e con i conti a pezzi e riuscendo in una sola stagione a riportarla alla vittoria risanandone il bilancio, per poi proseguire ad inanellare vittorie fino a quando il sistema (con in testa la stessa proprietà della Juve) decise di fare fuori lui e Giraudo. Chiuse la sua avventura con 7 scudetti, 5 finali europee (di cui 4 di Champions League) e, di fatto, un mondiale (dal momento che la metà dei protagonisti della finale Italia-Francia 2006 erano bianconeri, a partire dal futuro pallone d'oro Cannavaro), oltre ad una marea di altri titoli. Lotito può fregiarsi di un paio di coppe Italia e di una supercoppa di lega. Non esattamente la stessa cosa.

Per quanto riguarda i rapporti con il palazzo, la fine fatta da Moggi certifica ampiamente quanto poco potere avesse: fu sufficiente il "sentimento popolare" per decretarne la morte professionale. Se poi ripercorriamo la sua carriera, mentre Lotito fa il bello e il cattivo tempo in federazione, Moggi si ritrovò, tanto per fare un esempio, a subire il cambio in corsa sulla regola degli extra-comunitari, che permise alla Roma di vincere scontro diretto e scudetto nel 2001. Per non parlare dello spostamento delle partite: Lotito, pensando di fare riposare un giorno in più la sua squadra, è riuscito a posticipare di un giorno il derby decisivo per l'assegnazione del secondo posto. Dal canto suo, Moggi non poté neppure fare rinviare una partita da giocare in una piscina, dopo oltre un'ora di sospensione, come il regolamento avrebbe imposto.

Insomma, paragonare Moggi a Lotito è come confrontare Salah a Nedved: neppure un ultrà viola come Bucchioni è giustificato a farlo. Eppure, per mantenere vivo il sentimento popolare, anche queste evoluzioni circensi fanno gioco.

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