Avere degli avversari, sportivamente parlando è una fortuna. Vuol dire che ci sono dei competitors a cui contendere un risultato, un trofeo. Purtroppo per la Juventus i suoi avversari "italiani" invece di essere felici di poter competere con la Signora (cosa che storicamente significa contenderle il successo finale in una competizione), vi trovano motivo di astio agonistico.
Se c'è un
gap sportivo tra l'Italia e il resto del continente sta proprio nella sportività con cui ci si relaziona con l'avversario. Se consideriamo alcuni dei momenti dell'ultima stagione bianconera è evidente lo spread
decubertiano di cui soffrono i club del Belpaese.
Il campionato a parte - È la asRoma a offrirci il più lampante esempio di sottocultura del fairplay. La partita del 5 ottobre 2014 è già passata agli annali per il negazionismo giallorosso. Resterà la partita del «
campionato a parte» e di tutte le altre stupidate regalate dalla banda del pupone e dell'esordio da violinista di Garcia.
Tira la riga - Ma se i giallorossi potevano avere la mente annebbiata dai fumi della lotta scudetto, lo stesso non può dirsi di altri. È il caso dell'acMilan che nella gara in cui è stato ospite allo Stadium ha fatto partire una polemica stucchevole, stupida e infondata sulla presunta artificiosità con cui la televisione aveva disegnato la riga per dimostrare la posizione di partenza di Tevez su uno dei gol juventini. Polemica sulle prospettive tanto più ridicola se si pensa che a innescarla è stato un geometra...
Ci può stare – Sempre in tema di fuorigioco come non ricordare l'atteggiamento di Benitez dopo averne presi tre al San Paolo? Caceres riporta in vantaggio i bianconeri trovandosi forse in posizione leggermente avanzata. Vista la prestazione sul campo, non potendo attaccarsi ad altro, l'ormai ex allenatore dei ciucci finse accettazione ma volle spargere veleno ricorrendo a quel «ci può stare» che ripeté in modo ridicolmente ossessivo.
Lo metto anche io? - Anche Cairo, presidente del Torino, si è voluto distinguere. La vittoria nel derby dopo "appena" venti anni dall'ultimo successo, gli ha fatto alzare al cresta. Una partita caratterizzata dalle aggressioni al pullman della Juve e dal lancio di una bomba carta da parte di alcuni inqualificabili "non-tifosi" bianconeri è diventata per il massimo dirigente granata l'occasione per polemizzare affermando che la violenza nascerebbe anche dalla decisione dei bianconeri di voler rivendicare gli scudetti del 2005 e 2006. "
Io non esibisco quello revocato nel 1927". Proprio quello che i granata invece avevano fatto durante i festeggiamenti per la promozione dalla B e nel loro sito web.
Esultanze – A degna conclusione di un siffatto campionato è arrivata la reazione di Mandorlini al fischio finale di Verona-Juve, Innocua è vero, ma rivelatrice del "comune sentimento popolare". Correndo sotto la curva per festeggiare come un ossesso il pareggio in extremis dei gialloblu, passando davanti alla panchina bianconera ha pensato bene di esultare mostrando il pugno e volgendo un gesto di stupido scherno ad Allegri e i suoi. Contento lui...
"In Europa si vedono i veri valori" – Infine arriva il Barcellona, che con un semplice tweet fa risaltare le differenze fra le squadre italiane e quelle straniere. Dopo aver vinto la finale di Champions contro la Juventus non si è attardato a scrivere: «
È stata una grande finale @juventusfc. Il valore dei titoli lo dà anche la portata degli avversari. Forza Juve!», I Blaugrana non sono lasciati andare ad atteggiamenti alla Mandorlini e la Juventus senza recriminare su alcuni episodi "arbitrali" s'è guardata bene dall'emulare reazioni come quelle di Benitez, ha anzi fatto le proprie congratulazioni ai catalani.
Quella sulla cultura sportiva sarebbe la prima delle riforme che dovrebbe attuare il movimento calcistico italiano (leggasi FIGC), ma ormai abbiamo deposto anche la speranza.
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