Chi leggendo le notizie di calciomercato non si è sorpreso dalle spese folli investite dalle milanesi che, da club in difficoltà economiche, si sono trasformate in un lampo in regine di mercato?
Anche il Presidente della Figc, Carlo Tavecchio, si è detto pensieroso:
“Sono un po’ preoccupato da questi investimenti perché, a meno che ci siano situazioni che non conosco, i bilanci delle società non avrebbero potuto permetterlo. Evidentemente chi li ha fatti ha in mente di rientrare con fondi propri. E visto che sono uomini d’onore, manterranno i patti". Nell’intervista del 6 luglio alla Gazzetta dello Sport ha aggiunto:
“Quest’anno ci siamo letti tutti i bilanci, ci sono società in difficoltà, anche di grandi città. Le abbiamo avvertite che dalla prossima stagione vanno rispettati certi parametri, altrimenti sono fuori”. Le contromisure per altri casi “Parma” non possono essere attuate subito ma nel “giro di quattro anni, in maniera progressiva” perché.
“Se fossero state operative già da quest’estate, si sarebbero iscritte 5 società al prossimo campionato”. Una situazione che sembra un’eccezione, ma in realtà negli anni è diventata quasi una prassi, come se per qualcuno quei parametri imposti dalla Figc e dalle regole Uefa, non fossero vincolanti. Anche perché, che tipo di regolarità può avere un campionato dove è permesso a squadre in difficoltà economiche, dovute principalmente a una gestione scellerata delle risorse con investimenti sbagliati, di fare un mercato faraonico, rinforzandosi con campioni di un certo livello che non avrebbero potuto permettersi? Tavecchio si dice convinto che da uomini d’onore avranno pensato a come ripianare. Più che un controllo, sembra approssimazione quella del presidente della Figc!
La stessa incertezza che da anni oramai vige sulla giustizia sportiva. Tavecchio afferma che ha
“studiato la creazione di una Procura Dilettanti con tre sedi a Milano, Roma e Napoli” che dovrà snellire il lavoro di Palazzi. Nessuno gli ha chiesto come sarà risolto il problema della disparità di trattamento, non certamente secondario.
Macalli libererà finalmente la sua poltrona da Presidente della Lega Pro, ma sarà fatta chiarezza sul suo operato? Diverse sono le inchieste pendenti che lo tirano in ballo direttamente e non vorremmo che con la sua uscita dal calcio, venga meno anche la trasparenza su certi aspetti. Sembra quasi un’impresa trovare dei responsabili poltronati all’interno dell’elite che governo il nostro calcio.
Leggendo le continue prese di posizione nei periodi di crisi, i cambiamenti promessi e mai attuati, si ha l’impressione di un sistema che più che agire per il bene del calcio, sia impegnato 24 ore al giorno nel prenderci in giro.
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