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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Udienze Processi di E. LOFFREDO del 04/11/2009 14:00:56
Calciopoli, udienza Sanipoli

 

Tribunale di Napoli - Udienza del 30 ottobre 2009.

Dopo la bomba Merlone vs Catalanotti, perché di autentica bomba si tratta, e non osiamo immaginare i titoli a nove colonne se al posto del legale del Brescia ci fosse stato Maurilio Prioreschi, l’udienza riprende.
Il collegio decide di acquisire al dibattimento, limitatamente alle dichiarazioni sottoscritte dall’imputato, l’esposto del legale di Pairetto.

Viene introdotta il teste Sanipoli Francesca.
Capuano: «Buongiorno signora Sanipoli, lei nel 2003-2004 dove lavorava?». 2003-2004?
Manipoli: «Lavoravo alla RAI».
Capuano: «Tutt’ora lavora alla RAI?»
Sanipoli: «Tutt’ora lavoro alla RAI. All’epoca ero inviato speciale presso la redazione calcio».
C: «Ognuno dei giornalisti sportivi poteva intervenire in tutte le trasmissioni calcistiche della RAI?»
S: «Sì, bastava che fossi assunto. In particolare se eri “inviato” avevi il diritto di prelazione quando gli avvenimenti si svolgevano fuori dalla redazione o comunque quando avevi una certa rilevanza. Però c’erano anche dei colleghi non assunti alla RAI, che nonostante non fosse possibile dal punto di vista contrattuale, in particolare uno, coprivano anche cose molto importanti pur non avendone né la qualifica, né essendo assunti alla RAI».
C. «Voi inviati seguivate sempre una stessa squadra oppure vi era una turnazione?»
S: «”Voi inviati” è una parola grossa, perché io da quando è diventato capo del calcio il signor Scardina, cioè nel 2000 fino al 2006 quando poi sono uscite le intercettazioni da cui ho capito il motivo di tutto quello che mi stava succedendo, facevo molto poco l’inviato. E quindi ho subito varie forme di dequalificazione professionale, anche di mobbing, tanto che nel marzo del 2005 il sindacato nella persona di Roberto Natale, segretario dell’Usigrai, portò il mio caso in Commissione paritetica. Dopo di che Roberto Natale mi fece capire che finché fosse stato capo del personale un certo signore, che proteggeva certi giri di persone, con l’azienda non avrei potuto risolvere nulla e mi consigliò di fare causa. Infatti io all’inizio del 2005 andai da un avvocato del lavoro e iniziai una causa per dequalificazione professionale, senza sapere cosa ci fosse dietro. Soltanto quando sono uscite le intercettazioni su tutti i giornali, e poi io essendo stata parte civile nel processo, avendo avuto accesso anche ad altre intercettazioni, ho capito che cosa ci fosse dietro»
C: «D’accordo (mmmhhh – ndr). Quindi lei pur avendo la qualifica inviato è stata sostanzialmente in redazione».
S: «Molto spesso sì, motivo per cui ho scritto tantissime lettere di lamentela sia ai vari direttori che si sono succeduti, sia al comitato di redazione».
C: «Nel 2003 ha avuto modo di seguire come inviata partite della Juventus?»
S: «Guardi, io non ho quasi mai messo piede a Torino allo stadio Delle Alpi. Nel 2003 misi piede in una sola occasione perché il signor Scardina mi disse che litigò con non so quale delle due persone che dovevano normalmente seguire la Juventus. E quindi fui mandata a seguire Juventus-Bologna…».
C: «…La interrompo un attimo solo. Prima di raccontare questo episodio, vuole riferire chi erano i vertici della redazione calcio».
S: «La redazione calcio aveva come capo il signor Ignazio Scardina, dal 2000 fino a quando poi non è successo… la sospensione per il signor Scardina a seguito delle intercettazioni uscite. E poi a un certo punto, non mi ricordo in che anno, Scardina divenne anche redattore capo centrale».
C: «Quindi lui la mandò…»
La Sanipoli non fa finire neanche la formulazione delle domande…
S: «Mi mandò in un’occasione… nel giro di sette anni ho messo piede solo quella volta, dal 2000 al 2007. Perché prima quando c’erano altri capi del calcio e altri vertici io facevo liberamente il mio lavoro (la libera professionista – ndr), tanto da guadagnarmi la qualifica di inviato, come le dicevo sul campo. Quando è diventato capo lui, ho incominciato a seguire molto poco tutto, ma in particolare quasi mai la Juventus. Quella occasione me la ricordo perché io andai clamorosamente al Delle Alpi a seguire una partita della Juventus.
Io intervistai un giocatore che si chiamava Zambrotta. E Zambrotta mi confessò al microfono di essersi buttato spontaneamente per ottenere un calcio di rigore. Questa fu una cosa che tenne banco su tutti i giornali per tutta la settimana.
Comunque da allora io non ho mai più messo piede al Delle Alpi e poi ci sono stati altri episodi abbastanza significativi del non gradimento da parte di Moggi e della Juventus nei miei confronti».
C: «Sì, relativamente a questo episodio di Juve-Bologna, a questa intervista al termine della gara, lei ha avuto modo di parlarne con il signor Scardina?»
S: «No, quella volta no. Io ne ho parlato dopo che si sono verificati altri quattro o cinque episodi abbastanza inquietanti dal mio punto di vista. Solo che Scardina mi disse, “ah ma tu devi rispondere soltanto a me…, parlerò io con Moggi…, ma non esiste che tu non possa seguire la Juventus ecc…”. Poi ho scoperto da un’intercettazione che cinque minuti dopo ha detto a Moggi al telefono, “hai visto come prendo per il…” diciamo per i fondelli i miei collaboratori».
C: «Le ha avuto modo di parlare di questo episodio dell’intervista a Zambrotta con lo Scardina?»
S: «Con Scardina solo dopo un po’ di anni. Perché in questi sette anni nonostante le varie lettere, io ho avuto anche problemi di depressione e di salute. Perchè io non capivo per quale motivo dovessi essere emarginata, non riuscivo ad ottenere una risposta. La risposta l’ho ottenuta quando sono uscite le intercettazioni sui giornali. Io chiesi conto di questo a Scardina solo nel 2005, gli chiesi perché io non potevo seguire la Juventus».
C: «In quel periodo, 2003-2004, venivano mandati dei colleghi con la sua qualifica a seguire la Juventus?»
S: «No, veniva mandato fondamentalmente tal Isidoro Venerato detto Ciro, che non solo non aveva la qualifica, ma non era nemmeno assunto alla RAI. Risulta dalla Commissione auditing della RAI che in quegli anni ha seguito tra l’83% e il 90% delle partite della Juventus. In quella relazione si faceva appunto il paragone con me che avevo la qualifica ed ero assunta, io che tra l’altro ho trentadue anni di esperienza… “La Sanipoli soltanto tre volte” in dieci anni, sette anni»
C: «Nel corso della sua attività professionale lei ha avuto modo di incrociarsi, anche in trasmissioni televisive, con il signor Moggi?»
S: «Sì, in particolare una volta, di persona quasi mai più. Però una volta io ero collegata da Roma, mi sembra il ’94…»
Il pm corregge: «2004»
S: «sì, ottobre 2004. Io facevo Roma-Palermo se non sbaglio, siccome in quel periodo si parlava della possibilità della Juventus di comprare Cassano, io nell’intervallo chiesi alla moglie di Franco Sensi se c’era la possibilità che Cassano potesse passare alla Juventus. La signora Maria Sensi mi rispose. “Finché mio marito sarà presidente della Roma questa cosa non accadrà mai!”. Durante la trasmissione avevo al mio fianco Franco Baldini, chiesi al curatore della trasmissione di mandare il contributo con l’intervista alla moglie di Sensi. Moggi che era collegato da un altro campo, mi aggredì dicendo che non erano queste domande da farsi e altre cose del genere, con il suo modo classico di irretire i giornalisti, Tanto che io, cosa che non ho fatto mai, risposi, “scusa Luciano io ho soltanto fatto il mio lavoro se questa notizia non ti fa comodo non è colpa mia. Questa è una notizia e io in quanto tale la do”.
Dopo di che anche per una intervista di alcuni giorni dopo a Del Piero, la Sanipoli fu fermata ai box da Scardina che addusse impegni con gli sponsor per il calciatore bianconero. Le fu garantita la copertura per la successiva partita della Juventus, ma fu mandata una collega di Milano ancora con il contratto di apprendistato».
La Sanipoli aggiunge che da ambienti vicini alla Juventus venne a sapere di «essere non gradita a Moggi».
Alla domanda del pm che chiede se si fosse lamentata della stuazione solo con Scardina, Sanipoli risponde che si è rivolta anche al comitato d redazione, all’Usigrai e finanche al direttore della testata, Fabrizio Maffei, il quale le ha fatto seguire le partite successive Cagliari-Juventus, nella quale i dirigenti cagliaritani si chiesero, in relazione alla condotta di Ciro Venerato, se erano di fronte ad un inviato RAI o ad un dirigente della Juventus, e la partita Siena –Juventus. Comunque due partite di scarsa importanza., non comunque Juventus-Palermo nella quale si poteva assegnare lo scudetto e alla quale fu assegnato di nuovo Venerato. Al quale fu affidata anche Arsenal-Juventus.
Sanipoli: «E per quanto rigarda Real Madrid-Juventus, Scardina in un’intercettazione dice che io devo mori…»
A questo punto interrompe Prioreschi: «No presidente, scusi, non è che riferisce lei…»
Capuano: «Presidente che cos’è…?».
Prioreschi: «E’ un’opposizione»
C. «A che cosa, a una risposta del teste?»
Prioreschi: «Posso finire di…»
Capuano: «…ma facciamo finire il teste di rispondere …»
Prioreschi: «No, è che non deve finire di dire quello che sta dicendo. Le prime volte sono stato zitto e non mi sono opposto, ma non possiamo consentire al teste di riferire intercettazioni telefoniche per le quali è in corso la trascrizione. Quindi l’interpretazione e quello che c’è scritto lo leggeremo. Non so neanche se quello che c’è scritto. Io non so neanche se quello a cui fa riferimento la signora esiste o non esiste, sono quelle trascritte, utilizzabili. La signora si deve attenere ai fatti, non ci deve riferire quelle che sono le intercettazioni. Quando sarà ce le leggiamo da soli»
S: «Sono intercettazioni che sono su tutti i giornali…» Ah beh! Allora…!
Casoria: «Aspetti lei non può parlare direttamente con l’avvocato».
Capuano: «Presidente questo è patrimonio di conoscenze del teste. Sta rispondendo a domande del pm, riferisce di episodi e circostanze. E anche correttamente lei rappresenta che di alcuni fatti è venuta a conoscenza attraverso i giornali o avendo avuto accesso agli atti in qualità di parte lesa».
Casoria: «Avvocato, lei poi non deve troppo insistere sul fatto che non sono state ancora trascritte le intercettazioni. Teste, continui».
Capuano: «Presidente possiamo però evitare le interruzioni?» Cioè le difese non dovrebbero avere facoltà di proporre eccezioni?! Adesso dovrebbe diventare anche “sbilanciato” questo processo?
Casoria: «A meno che non siano proprio “necessarissime”».
Prioreschi: «Presidente questa mi sembrava necessaria».
Sanipoli: «Stavo dicendo che in varie circostanze, io e quello che riguarda me e vari inviati della RAI furono tra virgolette “fatti fuori” a favore di Ciro Venerato che era decisamente più gradito a Moggi. Se vuole le posso anche citare le occasioni. Però ditemi voi quello che posso dire…»
Capuano: «No, lei devrebbe rispondere alle domande del pubblico ministero, senza altre interferenze». E bravo Capuano, come si dice a Napoli, “’e fatt’a sparat ‘e cuppetielli!” (hai fatto la sparata di coni di carta).

Sanipoli: «Per esempio ci fu un episodio abbastanza increscioso riguardante un collega del TG2, Masotti che in una trasmissione mandò il famoso filmato di Cannavaro all’epoca al Parma, mentre si faceva fare una flebo. A seguito di quella trasmissione la persona che fu mandata a intervistare Cannavaro (in quel momento alla Juve) per potersi giustificare, fu Venerato che all’epoca non aveva neanche il contratto. Venivano compiute irregolarità di vario tipo in chiave, io ritengo, se posso dire la mia opinione appunto per favorire l’utilizzazione di personaggi…»
Brusio di protesta delle difese.
Il Presidente: «Vabbé le opinioni…».
Capuano: «No, le opinioni non le può riferire. La trasmissione Dribbling da chi era condotta?».
Sanipoli: «Non me lo ricordo».
Capuano: «Varriale?».
Sanipoli: «No, Varriale no, forse era già Andrea Fusco».
Qui finisce praticamente l’interrogatorio del teste Sanipoli.

Ci sarebbe da chiedersi perché Venerato non sia alla sbarra con gli altri 24!

La parola alle difese.

Avvocato Misiani, difensore di Scardina: «Signora Sanipoli, lei lamenta una discriminazione da parte di Scardina. In che cosa consisteva questa discriminazione?»
Sanipoli: «L’ho detto prima».
Misiani: «Se me lo può ripetere…»
Sanipoli: «Pur avendo la qualifica di inviato, venivo nella maggior parte dei casi tenuta in redazione a fare un lavoro che non mi competeva. Ero costretta a prendere le interviste fatte dal signor Venerato (che non era neanche assunto alla RAI), ri-impastarle e a mandarle nel notiziario delle 20:00 con la mia firma. Questo è una cosa di grande dequalificazione e di grande mortificazione».
Misiano: «L’inviato in sostanza fa le trasferte?»
S: «No, l’inviato non è che fa le trasferte. L’inviato deve essere utilizzato prevalentemente al di fuori della redazione, quindi sugli avvenimenti che si svolgono al di fuori».
M: «Io ho un tabulato della RAI dove dice che dagli anni 2000 agli anni 2006 lei è stata una di quelle che ha fatto più trasferte!»
S: «No guardi non è possibile perché anch’io ho un tabulato della RAI»
M: ciò «nonostante i suoi 243 giorni di malattia in questo periodo, lei è stata una di quelle che ha fatto più trasferte»
S: «io ho un tabulato della RAI in cui la RAI ha citato l’esempio di quello che ho passato io per dimostrare che Scardina e Venerato hanno danneggiato la RAI. Questo sta nella costituzione di parte civile della RAI, se l’avvocato Bortone è presente lo può confermare».
M: «Ci può riferire qui un episodio di questi che lei imputa a Scardina?».
M: «Rilevante penalmente per favore». Scivolata della difesa di Scardina, non è il teste che valuta la rilevanza penale dei fatti.
S: «Non mi ha mai dato una coltellata se è questo che mi volete far dire». La Sanipoli condisce le sue risposte con eccezioni, repliche non richieste e domande che non dovrebbe fare:
M: «Lei ha portato tutto all’attenzione della Commissione paritetica».
S: «Scusi eh, io non solo parte civile qui, io sono testimone, rispondo alle domande», ecco limitati a rispondere alle domande.
Casoria: «Perché sottolinnea questo?».
S: «Non capisco cosa vogliano da me». Poverina…
Casoria: «Vogliono le risposte, lei si segga. Non può rispondere così».
M: «Lei ha portato la cosa all’attenzione della Commissione paritetica della RAI».
S: «Non l’ho portata io, l’ha portata l’Usigrai». E il sindacato (Usigrai) non agisce su mandato del lavoratore?
M: «Mi dice con quale provvedimento si è conclusa quella pratica?»
S: «Si è conclusa con Roberto Natali che mi ha convocato nella sua stanza e alla presenza di un membro del CdR, e mi ha detto testuale: “finché c’è Comanducci al capo del personale, questa questione non si può risolvere all’interno della RAI”. Io gli ho detto: “allora Roberto tu ammetti il fallimento del sindacato?” E lui mi ha detto: “purtroppo in questo caso ammetto il fallimento del sindacato”…». La Sanipoli manifestò l’intento di rivolgersi ad un avvocato.
M: «L risulta che sia stata archiviata poi questa pratica?»
S: «Non ho mai più saputo nulla».
M: «Conclusa con un’archiviazione? Perché a noi risulta sia stata conclusa con un’archiviazione».
S. «Non so…».
M: «Questa difesa si riserva di produrre il provvedimento di archiviazione».
Misiano ricorda che i servizi non erano curati solo dagli inviati, ma che nelle trasmissioni vi erano anche altri servizi di supporto al pezzo principale.
S: «Solo alla Domenica sportiva vi erano i pezzi d‘appoggio, che di solito facevano i collaboratori o i colleghi delle sedi regionali».
M: «Ciro Venerato che faceva, i servizi o i pezzi d’appoggio?»
S: «Io mi ricordo una volta…».
M: «Mi risponda! Faceva i servizi o i pezzi d’appoggio?!»
S: «Io mi ricordo che Ciro Venerato faceva qualsiasi cosa che avesse attinenza con la Juventus».
M: «Certo!…»
Capuano: «Presidente però questi commenti…, la teste risponde alle domande…»
Casoria: «Però lei deve rispondere. Voleva sapere se faceva i pezzi d’appoggio».
S: «Faceva tutto. Faceva i servizi per Dribbling, che era considerato il nostro rotocalco di punta. Lavorava alla domenica facendo i pezzi d’appoggio e anche altri servizi. Tant’è vero che ci sono state varie denunce dell’anomalia dell’utilizzo di Venerato all’interno di RAI Sport. Denunce non solo del sindacato, ma anche sui giornali. Le posso citare Il Messaggero e La Gazzetta dello Sport».
M: «A me interessano i fatti. A lei risulta che ci fosse la prassi di assegnare a ciascun corrispondente sempre una certa squadra?»
S: «… No, sinceramente no. Tranne appunto il caso di Venerato… Anzi, soltanto nel caso dei colleghi delle sedi regionali, per partite non importanti facevano un pezzo. L’inviato faceva “novantesimo” e il collega faceva Stadio sprint e Domenica sportiva».
M: «Quindi a lei non risulta che altri colleghi seguivano in prevalenza altre squadre per un certo periodo? Ad esempio lei la Roma per un certo periodo…»
S: «No, poteva capitare che il collega della sede facesse il pezzo d’appoggio. A me risulta che Ciro Venerato fu mandato in giro per il mondo, a volte con l’aereo della Juventus…».
M: «Un’ultima domanda, nel periodo in cui lei era ammalata ha ricevuto una visita fiscale sulla sua barca a Ponza?»
S: «No, la visita io l’ho ricevuta a casa mia. E le dirò di più, il medico ha confermato la prognosi e la diagnosi…»
M: «Sì, sì, sì. Non dico niente…>
S: «Io all’epoca la barca non ce l’avevo ancora»
M: «Ho sbagliato, mi scusi».
S: «Eh, ha sbagliato sì. Proprio decisamente». Sarcastica.
Interviene l’avvocato Mungiello, difensore di Racalbuto.
Mungiello: «Posso chiedere per quale motivo ci teneva tanto a fare la Juventus?»
S: «Io non ci tenevo», poi chiede: «io o Racalbuto?»
Mungiello: «Che c’entra Racalbuto? Perché lei ci teneva tanto a essere inviata per fare la Juventus?»
S: «Io non ci tenevo in particolare a fare la Juventus».
Mungiello: «Lo ha rimarcato più volte…»
S: «Glielo spiego. All’epoca a Juventus era considerata insieme al Milan e all’inter una della prime tre squadre italiane. Ovviamente uno che fa l’inviato e che ha trentadue anni di esperienza, sa che è una persona che ha tutte le carte in regola per fare questo lavoro, aspira a seguire le squadre più importanti. Al di là di quello, io sono stata mandata a fare partite di seconda o terza fascia a volte con la dicitura: “Per punizione, così imparo a fare le domande stronze”».
Mungiello: «Che significa questo? La dicitura dove sarebbe uscita?»
S: «Mi è stato detto che andavo a fare Chievo –Messina perché così imparavo a fare le domande stronze».
Mungiello: «Ma per iscritto? Questo chi gliel’ha detto? Ce lo può dimostrare?»
S: «Me lo ha detto Scardina, quel signore là…»
Mungiello: «Ma oralmente?»
S: «Oralmente. Però so che risulta scritto anche da qualche parte».
Mungiello: «Non ho altre domande».

Prioreschi&Trofino vs Sanipoli

Considerazione personale: il teste Sanipoli è così indisciplinata, processualmente parlando, che rende difficilissima la cronaca per chi scrive.

La parola al duo moggiano.

«Buongiorno signora, sono l’avvocato Prioreschi, difesa Moggi. Lei rispondendo alle domande del pm ha detto di essere stata una sola volta a Torino in sette anni. In sette anni quante volte ha fatto la Juventus?»
Sanipoli: «Sono sicura, a memoria mia, non più di sette/otto volte. A Torino sono sicura una sola volta».
Prioreschi: «Perché qual è la differenza di fare la Juventus al Delle Alpi e fare la Juventus a Milano?»
S: «Perché se uno è inviato avrebbe il diritto di seguire le squadre più importanti, non solo a Torino, ma anche non so, in altre…»
Prioreschi: «Quindi, seguirla al Delle Alpi, seguirla a San Siro, all’Olimpico o seguirla al San Paolo, voglio dire non sarebbe la stessa cosa o no?»
S: «Purtroppo a me è capitato di seguirla pochissime volte anche in altre situazioni, e sempre in partite tipo Chievo - Juventus, Siena – Juventus, Cagliari – Juventus. Le partite che non contavano, salvo poi quando c’era l’assegnazione dello scudetto, veniva mandato Venerato. Un po’ bizzarro.»
Prioreschi: «Ma lei è fissata con Venerato!», Nooo, ma quando mai!
Ancora Prioreschi: «E qual è l’altra squadra, se c’è, che lei ha seguito poco? Che è stata mandata poche volte a seguirla.»
Sanipoli: «A quell’epocaaa…, guardi sinceramente non ho una memorizzazione…»
Prioreschi: «Allora le rinfresco la memoria…»
Sanipoli: «Sì, mi rinfreschi…». È indisponente
Prioreschi: «Lei è stata sentita il 30 maggio 2006 a Roma dai Carabinieri. Spontaneamente (cioè senza che vi fosse stato una sollecitazione in merito – ndr) ha detto, “Vorrei aggiungere un altro dato statistico, che la sottoscritta, negli ultimi sette anni in campionato ha seguito per tredici volte la Juventus e per ventuno volte il Milan, notoriamente le due squadre più importanti del panorama calcistico italiano e internazionale”»
S: «E io le ricordo che due minuti fa ho detto che venivo mandata a fare Chievo – Messina per punizione, perché facevo le domande stronze»
Prioreschi: «Io le ho fatto un’altra domanda, lei non mi deve…». Prioreschi sopraffatto dall’onda verbale della Sanipoli!
Pioreschi: «Lei a me non deve ricordare niente…»
Sanipoli: «Lei ricorda una cosa a me e io ricordo una cosa a lei…»
Prioreschi: «Lei mi deve solo rispond…»
Interviene Capuano: «Solo una cosa avvocato, la finiamo la fase? Perché l’avvocato ha sollecitato la memoria del teste…».
Casoria: «Vabbè però anche il teste…»
Prioreschi: «Su un totale di 424 partite, tredici volte la Juventus e ventuno volte il Milan».
S: «E io le ricordo che venivo mandata sempre a fare partite di seconda…»
Prioreschi: «Signora, lei a me deve rispondere, non mi deve ricordare. Non ho bisogno dei suoi ricordi, mi sono spiegato?»
Casoria: «Va bene avvocato andiamo avanti».
Prioreschi: «Allora, le avevo chiesto se ci fosse un’altra squadra per la quale fu utilizzata poche volte, lei mi ha detto che non lo ricorda. Adesso le dico: il Milan è una di quelle aquadre per le quali è stata utilizzata poco come inviato?»
S: «Il Milan l’ho fatto molte volte di sera…»
Prioreschi: «Mi risponda con un sì o con un no».
S: «Se mi fa parlare….» Assurdo, sta aggredendo verbalmente tutti gli interlocutori diversi dal pm! «Quando c’erano partite di sera che andavano in diretta all’interno della Domenica sportiva, spesso ho potuto fare il Milan, Molto più spesso che la Juventus. Comunque ripeto, il mio problema non era la Juventus, il Milan, l’inter o altro. Il mio problema era che mi veniva detto che io venivo mandata per punizione a fare Chievo-Messina, e non una partita di prima fascia, perché così imparavo a fare le domande stronze». Aridaje!
Prioreschi: «Adesso vediamo se mi risponde. Il Milan era tra quelle squadre per le quali era utilizzate poco o no?»
S: «Guardi io ritengo…»
Il lamento di Preioreschi : «Mamma mia…»
Casoria: «deve rispondere “sì” o “no”».
S: «Impegata, poco, sì impiegata poco».
Prioreschi: «poco come la Juventus».
S: «Non come la Juventus».
Prioreschi: «Signora tredici in sette anni e ventuno in sette anni non mi sembra ci sia tutta questa differenza».
S: «Beh, sono sempre di più. Poi comunque io non avevo il veto di andare a Milano. A Torino al Delle Alpi o dovunque ci fosse la Juventus non potevo mettere piede. E comunque anche il fatto che io il Milan lo abbia seguito poco, rientra ne discorso “Chievo – Messina, così impari”». Ancora?!? Basta!
Prioreschi: «Questo lo dice lei».
Prioreschi chiede se sa quante volte Cerqueti ha fatto la Juventus.
S: «Dato che Cerqueti (a 90° minuto) seguiva sempre la prima partita, immagino che abbia fatto molte volte la Juve».
Domandina per i lettori: se la prima partita era così assegnata, e dato che il più delle volte (una volta) la partita più importante era quella della Juve, quante occasioni restavano agli altri inviati per seguire la Juve?
Prioreschi: «No, signora “immagino” a noi purtroppo processualmente…».
Casoria: «Lei non può dire immagino».
S. «Il numero non lo so», e giù un’altra piena di parole.
Prioreschi: «Lei fa proprio la giornalista. Non fa parlare neanche me che sono avvocato!». La parola dà potere a chi la domina.
Prioreschi: «Lei ha avuto o ha in corso un giudizio civile con il capoufficio stampa dell’Empoli?»
S: «No, mai»
Prioreschi: «Sa se ci sono alcune squadre di calcio, in particolar modo di serie A, che hanno manifestato di non gradire la sua presenza come inviata?<
S: «Che io sappia soltanto la Juventus all’epoca di Moggi».
Prioreschi: «Sa se la Roma ha manifestato lo stesso (non gradimento- ndr)?»
S: «Che io sappia no»,
Prioreschi: «Sa se l’Udinese ha manifestato lo stesso…?»
S: «Che io sappia no».
Prioreschi: «Sa se la Fiorentina ha manifestato lo stesso…?»
S: «Che io sappia no».
Capuano: «Senta le ha già risposto»
Sanipoli: «Che io sappia solo al Juventus all’epoca di Moggi. Adesso per esempio la Juventus non ha manifestato, perché io domani parto con la Juventus. Quindi vede che evidentemente c’è qualcosa…»
Prioreschi: «Senta signora, lei all’epoca, e pure adesso non lo so, aveva fama di non portare bene alle squadre dove andava a fare l’inviato?»
Capuano: «Presidente però…»
Sanipoli: «Posso chiedere che venga messo a verbale questa domanda?»
Casoria: «Qua viene tutto registrato».
Capuano: «Presidente c’è opposizione a questa domanda».
Prioreschi: «Posso giustificare…?»
Si accavalla la Sanipoli: «Ma io le rispondo…»
Casoria: «E’ di cattivo gusto avvocato».
Capuano: «C’è una logica. Presidente, io non è che faccio le domande perché la signora mi sta antipatica o perché mi voglio divertire. Siccome la signora collega la sua mancata presenza al seguito della Juventus perché Scardina, Moggi eccetera eccetera… A me risulta che invece c’è un mancato gradimento della signora-e lo dimostreremo con altre testimonianze-, perché nell’imputazione di associazione a delinquere si dice proprio che la signora veniva “scansata” perché, diciamolo chiaramente: non la volevano perché portava jella».
Segue caciara.
Sanipoli: «Io adesso le chiedo ufficialmente davanti a tutti di dirmi chi diceva questo»
Prioreschi: «Sono vincolato al segreto professionale».
S. «Siccome questa è una cos molto grave ed è una cosa che nel nostro ambiente può rovinare non la carriera, ma anche la vita di una persona, e siccome ho dovuto subire già abbastanza questa cosa, Lei adesso mi dice chi mi ha detto questo! Presidente, io vorrei sapere chi lo ha detto»
Casoria: «Dice che lo dimostrerà con altri testimoni».
S: «Io voglio sapere chi lo ha detto perché li querelo tutti per diffamazione».
Casoria: «il processo andrà avanti, lei lo segua. Andiamo avanti».
Prioreschi: «Basta, io ho finito presidente».
S: « comunque, pposso dire una cosa? Questa sarebbe un’aggravante!»
Il Presidente zittisce pm e testimone: «Qui dobbiamo intenderci anche per il futuro, i testimoni devono venire qua solo a rispondere alle domande!»
Capuano: «Presidente ma la domanda…»
Casoria: «e non l’abbiamo ammessa»
Sanipoli: «Ma io voglio che sia ammessa». Meglio non commentare la pretesa.
Casoria: «Lei non può fare il presidente e ammettere le domande. Le domande le ammette il presidente. Zitta!»
Sanipoli: «Qui facciamo veramente ridere i pol…». Indisciplinata.

Si alza Trofino: «Per porre due semplicissime domande signor Presidente»
Sanipoli: «Stia attento che le porto sfiga…». Questo teste è oltraggioso!
Casoria: «Eh però, la devo richiamare all’ordine»
Prioreschi: «io ho evitato di pronunciare il suo nome apposta, guardi».
Trofino: «Io non sono molto preoccupato perché non c credo a queste cose»
All’ennesima provocazione verbale della Sanipoli: «Ha sentito cosa ha detto?», il presidente si infuria come non mai in questo processo e rivolta a Prioreschi: «Avvocato adesso basta, ora mi arrabbio eh! Avanti avvocato Trofino».
Trofino: «Le risulta che la Juve per impegni internazionali e anche per tutta un’altra serie di ragioni giocava prevalentemente il posticipo o l’anticipo?»
Sanipoli: «No» A lei non risulta…
Trofino: «Beh, non le risulta, ma per l’80% delle volte giocava di sera»
Sanipoli: «Dipende dal periodo…»
Trofino: «Non si preoccupi, lo dimostreremo noi»
Sanipoli: «Ecco bravo». Una donna che si attira più di una simpatia, non c’è che dire.
Trofino: «Quando la Juve giocava di sera, è corretto dire che se ne dovesse occupare Paris?»
Sanipoli: «Per la Domenica sportiva sì. Ma non esiste solo la Domenica sportiva…».
Trofino: «Non dia altre spiegazioni. Io le faccio una domanda lei mi dia una risposta secca…»
S: «Sì, ma…»
Trofino: «Non deve giustificare…»
Captano la butta di nuovo in caciara, si erge sulle altre tre voci: «Presidente dia al teste la possibilità di rispondere…»
Trofino: «Procuratore, l’interrogatorio incrociato, serve proprio a questo, io faccio la domanda e voglio la risposta alla mia domanda. Se la teste divaga e mi dice…» E qui non si capisce più nulla a causa della molteplicità delle voci.
Trofino: «Non ho altre domande presidente».
Sanipoli: «No allora scusi posso dire…»
Capuano: «No, no, nooo». “Lei non può fare il presidente” (cit.).
Sanipoli: «Se lei mi dice la Domenica sportiva, allora io le dico: “sì Paris”».
Trofino: «Lei è un fiume in piena».
Sanipoli: «E sì che sono un fiume in piena, vorrei vedere lei al posto mio».
Casoria: «Vabbè, lei però…»
Trofino: «E io il testimone lo so fare, basta dire la verità».
Sanipoli: «Appunto». Sarcastica
Trofino: «Le faccio un’ultima domanda. Da quando il dottor Scardina ha lasciato l’incarico per le note ragioni, quante volte lei ha fatto la Juve fino ad adesso, fino ai giorni nostri?»
Sanipoli: «Da allora non ho tenuto il conto»
Trofino: «In tre anni e mezzo quante volte? Non ha tenuto il conto…»
Interviene Capuano: «Avvocato, facciamo rispondere il teste!» E’ arrivato il nuovo presidente del collegio.
Trofino: «Questa poi! L’interruzione del pubblico ministero svilisce l’interrogatorio incrociato! Il pubblico ministero non può intervenire! Se lei si oppone alla domanda, si opponga! Io ho fatto una domanda, lei ha snocciolato una serie di statistiche risalenti nel tempo. Se non risponde alle domande, non intervenga!…» Si accavallano troppe voci per capire qualcosa.
Questi interventi così irruenti “sviliscono” l’impegno di chi vuole trascrivere. E anche la salute dell’udito.
Sanipoli tra un litigio e l’altro fa sapere che nell’ultimo mese ha fatto al Juve tre volte. Quattro compreso la successiva partita, e i risultati si vedono!


Prende la parola l’avvocato Silvia Morescanti: «Buongiorno signora…». Neanche lei come Prioreschi ne pronuncia il nome! Per la serie, “non è vero ma ci credo”.
«Quando lei lamenta di non fare una squadra come la Juventus, che cosa vuole far capire? Che quando lei era inviata per le altre squadre erano tutte partite…, non erano partite di serie A?»
Sanipoli: «Siccome ci sono delle gerarchie fra gli inviati, inviati di prima fascia e inviati di seconda fascia e di terza fascia. Quando tu vedi persone che non solo non sono inviati, ma non sono nemmeno assunti, fanno gli avvenimenti di prima fascia e tu vieni tenuta in redazione tutta la settimana e poi la domenica per punizione vai a fare l’ultima partita, per me non è normale. Per come la vedo io».
Morescanti: «”Per punizione” è un suo rilievo oppure..?»
Sanipoli: «Per come mi è stata presentata la cosa da Scardina».
Morescanti: «Fare l’inviato era un lavoro importante per voi giornalisti, Giusto? A prescindere dalla squadra, se sia più o meno importane è un fatto personale. Fare l’inviato è un suo ruolo?»
Sanipoli: «Non è un mio ruolo, è il mio ruolo»
Morescanti: «Dal 2000 al 2006 si ricorda quante volte ha fatto l’inviato?»
S: «Quante volte ho fatto l’inviato no, però molto poche rispetto ai giorni che ho lavorato».
Morescanti: «Allora signor giudice, noi abbiamo un documento, se lo possiamo produrre…»
S: «Sì però se me lo dicevate portavo anche io documenti miei». Il teste crede di essere capitata al Processo del lunedì, quando ha visto che quella coi capelli rossi non era Biscardi è andata in confusione.
Morescanti: «…produciamo questo documento ufficiale dal quale si evince che dal 2000 al 2006 la signora Sanipoli è stata inviata per 743 volte»
S: «No, non è possibile».
Morescanti: «Io non giudico e non sta a lei. Tra l’altro su questi 743 giorni la signora 243 giornate era malata e quindi non era disponibile per il proprio lavoro»
Sanipoli: «Posso fare una domanda?»
Morescanti: «No, lei è un testimone e non può fare domande».
Sanipoli: «Se loro possono portare i loro documenti, forse anch’io avrei potuto portare i miei…» Andata.
Morescanti: «Però noi siamo avvocati e lei è qui in veste di testimoni»
Casoria: «Pubblico ministero leggo un po’ questo documento…»
Sanipoli: «Sì ma mi sembra di essere messa sotto accusa»
Capuano: «Presidente c’è opposizione, non è un documento… è foglio quasi manoscritto. Non voglio neanche chiedere l’acquisizione». Semmai è la difesa che chiede di acquisirlo.
Morescanti: «Ci riserviamo di acquisire la documentazione ufficiale».
Casoria: «Ha sentito la domanda? Dice che su 743 giorni, 243 non è andata per malattia, le risulta?».
Sanipoli: «243 per malattia non lo so, ma ho avuto due depressioni nel periodo»
Morescanti: «Quindi è probabile»
Casoria: «E sui settecento?»
Sanipoli: «Mi sento di escludere che siano settecento».
Casoria: «Più o meno approssimativamente?»
Sanipoli: «il primo anno nel 99, sono stata inviata per venti giorni. Gli altri anni al massimo settanta/ottanta volte. Settecento mi sembra quasi impossibile»
Sei per sette uguale quarantadue, Casoria: «Quattrocento, si dà atto che il teste si attesta su quattrocento».
Sanipoli: «No aspetti, settanta fu il massimo. Se me lo dicevate portavo i documenti». Voleva sapere le domande in anticipo…
Casoria: «Allora meno di quattrocento».
Sanipoli: «Ma certo! Sennò perché avrei fatto una causa per dequalificazione professionale? Non sono mica matta…».
Infatti ad ascoltare la deposizione nessuno osa pensarlo.
Sanipoli: «Un solo anno ho fatto un po’ più di giorni del normale come inviato, quando il direttore Paolo Francia mi mise a seguire la nazionale di calcio, tra il 2003 e il 2004. Dopodiché quando Lippi è diventato CT della nazionale, sono stata immediatamente allontanata. Questo è storia». Amica di Cassano.

Prende la parola niente poco di meno che il legale della Juventus!
Salvatore Russo chiede quante redazioni sportive ci sono in RAI.
Sanipoli: «Io non sono il capo del personale, queste cose non le so a memoria…»
Finalmente la Casoria, un po’ troppo tardi, redarguisce la teste: «Lei non può fare così. Lei dica “non lo so”».
L’avvocato chiede se la scelta dell’inviato per le partite della Juventus potesse sottostare ad un criterio geografico.
La teste risponde che ciò non era possibile.
Russo: «E il dottor Francesco Marino a qual redazione sportiva appartiene?»
Sanpoli: «Appartiene alla sede regionale di Torino».
Russo: «E quindi normalmente a quale partite veniva assegnato?»
Sanipoli: «Sinceramente non me lo ricordo. Immagino che quando avrà lavorato, avrà lavorato a Torino».
Russo: «Lavorava a Torino, quindi lavorava per la Juventus, facendo il pezzo principale».
Ancora una volta la teste devia dalle domande, tanto che anche il presidente interviene di nuovo per redarguirla: «Lei quando non sa rispondere dice: “non sono in grado di rispondere a questa dimanda».
Poi la Sanipoli, si lascia andare a considerazioni sulla nobiltà del lavoro dei colleghi delle sedi regionali, che si occupano della sagra del carciofo, del salone di Genova…
Russo: «La Juventus quale influenza avrebbe potuto avere nello scegliere un determinato giornalista o altri?»
Sanipoli: «Ma non lo sceglieva. Lei si sta dando la zappa sui piedi perché gli inviti non li sceglieva la Juventus, gli inviati li sceglieva Scardina».
Russo: «Presidente! Presidente il teste non abbia un’argomentazione…»
Sanipoli: «Ma gli inviati li sceglieva la Juventus o il capo del calcio?».
Il legale della Juventus non altre domande.

Casoria: «La causa lei quando l’ha iniziata, quella per dequalificazione professionale?»
Sanipoli: »Nel maggio del 2005, un anno prima che uscissero le intercettazioni…».
Casoria: «Va bene, può andare».
Finalmente!

 
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