Dopo i mormorii mediatici strumentalmente diffusi da qualche talpa in procura per godere in anticipo della vetrina che l’inchiesta sul calcioscommesse ha da sempre garantito, sono ufficialmente arrivati i rinvio a giudizio voluti da Di Martino.
Gli imputati nell’ambito del calcioscommesse dalla procura di Cremona saranno 104; le partite contestate dall’accusa sono 60, 8 quelle prescritte del 2009, tra cui Napoli – Chievo. Ci sarebbero altre 200 partite sospette. I nomi più importanti, su tutti quello di Antonio Conte per la presunta frode sportiva per Albinoleffe-Siena del 29.05.2011(archiviato l’altro capo d’accusa Novara-Siena dove l’accusa era di associazione a delinquere), ritenuto colpevole per un
presunto mancato intervento per impedire la combine. Il pm fa riferimento agli accordi sottoscritti tra gli allenatori della Federcalcio in cui l’allenatore “deve salvaguardare a condotta morale dei calciatori”, oltre a sorvegliargli affinchè mantengano “una condotta consona ai principi di lealtà e proibità”. Imputati anche Colontuono per frode sportiva per Crotone-Atalanta del 2012, Mauri rinviato a giudizio per associazione a delinquere, decisiva la testimonianza di Ilievski, Cristiano Doni e Beppe Signori.
L’accusa per Conte, mai presa in esame in quattro anni di inchiesta, è quella di aver
violato generici obblighi derivanti dal contratto collettivo “contribuì all’alterazione del risultato sportivo quanto meno non impedendo l’evento illecito”. Non
è accusato di condotte attive legate al mondo delle scommesse, ma l’accusa sembrerebbe più disciplinare che penale. A incastrare il CT le parole di Coppola e Carobbio (portiere e centrocampista del Siena). Il tutto nasce da una rissa scoppiata dopo la partita dell’andata tra i giocatori. Stellini, collaboratore tecnico di Conte, manda Carobbio e terzi nello spogliatoio avversario a parlare con Garlini e Bombardini dove, oltre a scambiarsi le scuse, anche la promessa che al ritorno, se la classifica lo avesse permesso, i punti sarebbero finiti alla squadra più bisognosa. Il Siena si presentò il 29/05/2015 con la promozione già acquisita e nella riunione prepartita, in cui secondo l'accusa si discuteva se mantenere fede alla promessa, Conte, sempre per quanto riferito da Coppola e Carobbio, lasciò decidere alla squadra come meglio credesse comportarsi; ricostruzione, fra l'altro, smentita da almeno 23 tesserati del Siena, compreso quello stesso Stellini che invece ha ammesso tutti gli altri addebiti. Conte non solo non non avrebbe denunciato l’accordo ma avrebbe persino favorito la combine schierando lo stesso Carobbio.
Il passo formale del pm Di Martino potrebbe far variare la strategia difensiva dei legali di Conte, inizialmente proiettata verso il rito abbreviato; ora potrebbero andare all’udienza preliminare da cui potrebbero uscire con un non luogo a procedere per il loro assistito
Pensare che in un processo penale legato al calcioscommesse, dopo le tante ipotesi investigative, per trascinarsi Conte fino alla fine (e la visibilità che lui garantisce) ci si attacchi ad una condotta riferita ad un contratto collettivo fa sorridere.
In tutto questo, oltre al protagonismo della Procura di Cremona e del PM Di Martino,
ci domandiamo come il buon Mondonico, che sedeva sulla panchina dell’Albinoleffe proprio in occasione di quel match, non sia mai stato tirato in ballo. Se l’accusa è quella di aver violato obblighi generici del contratto tra allenatori e Federcalcio, anche Mondonico non era forse tenuto a salvaguardare “la condotta morale dei calciatori” affinchè mantenessero “una condotta consona ai principi di lealtà e proibità”? Sono 60 le partite contestate nella richiesta di rinvio a giudizio e tutti gli allenatori delle presunte squadre coinvolte non avrebbero dovuto tenere lo stesso atteggiamento richiesto per Conte?
La chiamano giustizia ma sembra più un talk show di cattivo gusto, nel quale per fare audience è necessario coinvolgere il "VIP".
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