Immaginiamoci un collegio femminile.
Qualcosa di molto “Upper Class”, qualcosa in stile Vittoriano pieno di divise scure e code di cavallo.
Le ragazze in divisa attendono educatamente nei loro banchi l'arrivo del nuovo professore di filosofia morale; rumore di passi sempre più vicini, una maniglia che cigola, una porta che si apre.
E finalmente ecco il nuovo professore fare il suo ingresso in classe.
Con il suo fisico un pò sovrappeso, la sua faccia da simpatico bulldog e l'immancabile sigaro, le ragazze scoprono che il nuovo professore è Tinto Brass.
Immaginate a questo punto lo sconcerto sui volti delle fanciulle.
Attenzione! Non sto dicendo che il simpatico regista di “Paprika” e “La Chiave” sia una persona malvagia o negativa.
Anzi, penso sinceramente che non abbia mai compiuto dei veri e propri reati gravi, né abbia mai usato violenza o -peggio ancora- ucciso qualcuno.
L'aver deliziato la metà maschile dell'Italia proponendoci le callipigie virtù di Stefania Sandrelli e di Claudia Koll è cosa ben diversa, secondo me, dall'usare violenza contro qualcuno, dal vendere stupefacenti, dall'usare un arma.
Ma penso che tutti converrete con me che, forse, lo scopritore (in tutti i sensi) di Debora Caprioglio non è la persona più adatta ad occupare una cattedra di filosofia morale, specie in un istituto -passatemi l'eufemismo- vagamente neo-con.
Ma torniamo alle nostre ragazze; penso che lo stupore che abbiamo lasciato dipinto sui loro volti lascerebbe presto il posto al disorientamento più totale quando il buon Tinto, poggiato il sigaro sulla cattedra, iniziasse una lunga dissertazione sulla morale pubblica pre- e post- cristiana, sulla filosofia e sui massimi sistemi.
Più d'una, infine, farebbe fatica a rimanere seria qualora il nuovo docente si lanciasse in una filippica contro il decadimento dei costumi nella società moderna, sulla necessità di ritornare alla purezza istintiva e primigenia, sul valore della castità e della verginità ormai dimenticati dalla nostra civiltà del “tutto e subito”.
Beh, che ci crediate o no, qualcosa di simile è avvenuto.
Prima che gli amici del forum corrano a comprare su E-Bay i dvd di “La Chiave” da conservare gelosamente come cimelio del Tinto Brass “prima dell'attacco di pazzia”, devo però fare chiarezza: Tintone nostro sta benissimo e -per ora- non ha nessuna cattedra del genere.
Chi invece ha recentemente avuto una prestigiosa nomina è tale
Ernesto Paolillo, di professione dirigente di una nota squadra di calcio milanese. Costui -per chi non lo sapesse- è diventato Consigliere di Lega e capo della Commissione istituita dalla lega calcio per il risanamento finanziario delle società calcistiche, ha voce nelle finanze UEFA ed è membro del comitato esecutivo dell'Eca (Finance).
Facciamo a questo punto un doveroso passo indietro: da tempo sentiamo parlare di “bilanci in ordine”, di “norme più severe”, di squadre di questo o di quel campionato che rischiano il crack, di altri team che -invece- comprano calciatori come se fossero le figurine Panini dal giornalaio.
In questo bailamme, colui che io ho calcisticamente amato nella mia adolescenza col soprannome di “Le Roi”, ha più volte invocato l'avvento di una sorta di “fair play finanziario” per le squadre europee, di un “qualcosa” che bandisca una volta per tutte artifizi finanziari, falsi in bilancio, plusvalenze, minusvalenze, facilitazioni fiscali e così via.
Per carità, anche il buon Platini sa benissimo che -alla fine- lo United resterà sempre lo United mentre il Poggibonsi resterà sempre il Poggibonsi, ma francamente anche lui deve essere un po' stufo di squadre che si reggono salde sui troni nazionali ed internazionali grazie ad un commercialista ancor prima che grazie ad un allenatore o ad un centravanti.
E così è stata varata la nuova Commissione Finanza, che si occuperà principalmente delle direttive di questo “fair play finanziario”, e a capo della suddetta Commissione, tracchete, ecco il tecnico che arriva da Milano.
Come dicevo prima, intendiamoci bene: non è che l'essere tesserato per una certa squadra lo renda a prescindere disonesto o inaffidabile. La “presunzione di colpevolezza”, come ben sappiamo, è qualcosa di totalmente ingiusto, tant'è vero che è stata applicata solo in periodi bui; periodi dove la ragione umana, ancora prima della storia, è caduta nelle tenebre: come ad esempio l'Inquisizione e... ehm... ah, già, una vicenda italiana del 2006, di cui ora non ricordo i particolari...
E' però certo che, se da una parte mal si conciliano il fisico giunonico di Francesca Dellera con la Metafisica di Aristotele, dall'altra è parimenti difficile immaginare che, da domani, a vigilare sulla correttezza contabile di tutti i Club europei ci sia l'a.d. di una squadra che, nell'ultimo decennio, è sempre stata di gran lunga prima nella poco invidiabile classifica delle perdite di bilancio, che di volta in volta sono state ripianate con cospicue iniezioni di denaro fresco (e fin qui niente da dire, se non che quel denaro arriva anche dai serbatoi delle nostre auto...) ma anche e soprattutto utilizzando quei metodi piuttosto “borderline” che oggi si vogliono contrastare: figli della portinaia venduti come “Pallone d’oro” e poi ricomprati, vendita del marchio, moltiplicazione dei pani e dei pesci...
Qualcuno obietterà, citando l’Avvocato: “Lo stalliere deve conoscere i ladri di cavalli”. Per carità, niente di più vero. Se io dovessi assumere un responsabile della sicurezza in Rete per una multinazionale, beh, non ci sono dubbi: la scelta cadrebbe su di un hacker di quelli con benda sull’occhio e bandiera col teschio. Chi più di lui, che ha violato i siti del Pentagono, della Banca d’Italia e anche quello della “Prova del Cuoco” saprebbe come difendere la mia ditta dalle incursioni di malintenzionati?
Però... c’è un però...
Il mio hacker, pagato come un sultano, dovrebbe dedicarsi solo ed esclusivamente a studiare la difesa della mia società. Altrimenti è chiaro che, tenendo il piede in due scarpe, potrebbe vendere i segreti della mia società alla concorrenza, sapendo bene come e dove “bussare” per accedere ai dati che gli interessano: in fin dei conti nessuno conosce le difese installate meglio di lui!
Senza dubbio il Dottor Paolillo sarà il miglior professionista sulla piazza. Senza dubbio sarà inflessibile e non guarderà in faccia nessuno, amici o nemici.
Ma non me ne voglia, come tifoso juventino ho ancora bene in mente la nomina a “Commissario straordinario super-partes” di tale Dottor Guido Rossi.
Doveva mettere ordine nel calcio, fare una pulizia epocale; invece si è limitato a assegnare uno scudetto per presunti “meriti etici” alla squadra a cui era professionalmente legato, ed a porre solide basi per garantirle l’imbattibilità per due, tre, quattro anni.
A pensar male si fa peccato. Ma tante volte ci si prende, diceva quel tale.
In fin dei conti, chi impedirebbe al nostro caro Tinto di trasformare le sue lezioni in un “casting”, e di realizzare un nuovo capolavoro erotico utilizzando le sue procaci studentesse?
A buon intenditor.........
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