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Editoriale di S. BIANCHI del 16/08/2015 09:31:52
Ljubisa Brocic (1911-1995)

 

Questo belgradese, oltre ad avere un discreto curriculum su varie panchine (Vojvodina, Stella Rossa, PSV), doveva avere anche una discreta faccia tosta, giacché si offrì come allenatore a Umberto Agnelli per lettera: assunto da Dottore, la sua fortuna professionale in bianconero fu favorita dagli arrivi di calciatori di gran qualità.

Infatti, dopo campionati di patemi e scarsi risultati sportivi culminati nel periodo dei “Puppanti”, dal nome dell’allenatore Sandro Puppo, per la stagione 1957/58 arrivano in bianconero Charles, Sivori e Bruno Nicolè, anche se per l’arrivo del gallese (Sivori è oriundo), la Juventus è costretta a cedere Hamrin ai viola.

Il periodo grigio è dimenticato presto e i bianconeri dominano il campionato, conquistando, col decimo scudetto della sua storia, anche il diritto a portare la stella d’oro sulla maglia: i punti della Juve sono cinquantuno, con la Fiorentina a meno otto dai bianconeri e l’Inter dispersa al terzo posto con trentadue punti.

Brocic era un precisone al limite del pedante, era difficile che urlasse in gara e durante gli allenamenti: sul suo inseparabile taccuino scriveva dei passaggi sbagliati, di quelli giusti, dei tiri ben indirizzati a rete, di quelli fuori e solo negli spogliatoi, spuntando un appunto alla volta, faceva lezione rimarcando errori, rimedi e belle giocate.

Aveva scelto Mattrel come portiere titolare e retrocesso il centrocampista Colombo in mediana: la sua squadra, spesso bloccata in difesa, ripartiva implacabile in avanti con Sivori e Charles. Questo implicava che ognuno, all’occorrenza, potesse e dovesse trasformarsi in attaccante. A questo proposito gli storici ricordano un gustoso aneddoto riguardante Brocic e Rino Ferrario, centromediano per vocazione e per stazza, tanto da essere soprannominato “Mobilia”. Quella volta che nel suo italiano maccheronico, Brocic gli urlò di andare avanti col suo “Atàk! Atàk!”, Rino, spompato, gli rispose: “Attaccati al tram!”. Brocic era uso a lavare i panni sporchi in casa, e si presume che “Mobilia” sia stato ben rimproverato.

Il bonus acquisito da Brocic per la vittoria dello scudetto, si azzera già al primo turno della Coppa dei Campioni dell’anno seguente, il 1958/59: dopo il promettente tre a uno di Torino, i bianconeri sono strapazzati sette a zero, in Austria, dal Wiener. In panchina fu immediatamente sostituito da Baldo Depetrini nonostante la discreta posizione in classifica: Brocic rimane per un certo tempo come preparatore atletico, poi è retrocesso a osservatore e infine è licenziato.

E’ morto vent’anni fa, a ottantatré anni, nella sua Belgrado, il 16 agosto 1995, dopo aver allenato squadre di club e squadre nazionali fino gli inizi degli anni ottanta, ma gli unici grandi successi di questo serbo intraprendente e metodico sono rimasti i due Campionati nazionali con la Stella Rossa e lo Scudetto della prima stella con la Juventus.

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