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Attualità di E. LOFFREDO del 27/08/2015 09:00:58
Il metodo (sbagliato) di Marotta

 

Bisogna avere il coraggio di scriverle per tempo certe cose, e non aspettare di esprimersi con il senno di poi. Il mercato della Juventus è affetto da qualcosa di sbagliato.

La società torinese aspira a rimanere in pianta stabile tra le protagoniste del continente, ma sul mercato non si muove come se lo fosse. Fino all'anno scorso si opponeva la limitatezza, rispetto alle altre big, della cosiddetta potenza di fuoco, motivo per il quale bisognava fare il mercato con oculatezza cercando di non sperperare quello che si aveva a disposizione.

Quest'anno però, come non capitava da tempo, la Juventus aveva un discreto gruzzolo da spendere, a cominciare (se non andiamo errando) dai circa novanta milioni di introiti derivanti dai diritti televisivi della Serie A. Marotta ha affermato «Abbiamo reinvestito i diritti televisivi nel mercato dei calciatori italiani. Il nostro contributo è andato a squadre italiane, il nostro è stato fatto». A pensar male si potrebbe immaginare che si è voluto tener buoni quelli che sono invidiosi dei conti juventini. Personale opinione di chi scrive è che si poteva far a meno di foraggiare squadre di presidenti che anche su temi di politica sportiva sono dall'altra parte rispetto alla Juventus. Ma avranno prevalso considerazioni prettamente tecniche.

Quello che riteniamo sia sbagliato (e siamo in numerosa compagnia) è il protrarre il mercato fino alla seconda giornata di campionato. Una squadra come la Juventus -che sportivamente non tira a campare- dovrebbe avere i ranghi al completo già nella prima fase del ritiro, proprio perché avendo dei progetti sportivi bisogna avere il tempo di affinarli (leggasi: fare in modo che lo staff tecnico metta a punto la squadra).

Soprattutto è sbagliato girare per l'Europa dando l'impressione di non aver da (o non voler) spendere, andando in cerca delle "occasioni". E sia chiaro, facendo un esempio concreto, prendere Cuadrado alle condizioni riportate dalla stampa non è un cattivo affare, anzi (alzi la mano chi in passato non lo avrebbe voluto quando è stato cercato). Le perplessità nascono facendoci qualche domanda del tipo: ci serve? Allegri lo vuole? E, cosa più importante, con questa rincorsa all'occasione da saldo, quale credibilità di potere contrattuale sta seminando Marotta in giro per l'Europa? Si ha l'impressione che si privilegi la convenienza alla necessità.

Si può forse essere più aggressivi e non lasciarsi tenere sulla corda come pare stia ancora capitando per Draxler. Essere più risoluti, presentarsi soldi alla mano (che almeno all'inizio del mercato c'erano) e far capire che certe offerte sono quasi un prendere o lasciare (il che implica non fare spese oltre il programmato). Come farebbe una big europea, come in fondo dovrebbe fare la Juventus. A proposito, il tedesco vuole venirci o no alla corte di Madama, perché se è lui il primo a non essere convinto, bene, arrivederci e grazie. Marotta ogni tanto ricorda che quattro anni fa Di Natale ha rifiutato il trasferimento a Torino, oggi però l'appeal di giocare in maglia bianconera dovrebbe essere un elemento diverso, lo si faccia pesare nelle trattative.



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