Per chi ha scoperto il mondo della giustizia attraverso calciopoli, è lecito possa avere qualche perplessità sull’effettiva
credibilità di quella che dovrebbe essere una delle architravi di uno Stato democratico.
Durante il primo grado del processo calciopoli, a Napoli, il tenente Colonnello Auricchio, alla domanda posta dal difensore di Luciano Moggi circa la riconducibilità del
Milan a Mediaset così rispose: «
Non mi risulta…». Insomma, un esercizio di negazione della realtà, cercando di risultare al contemplo credibile. Ovviamente per chi sceglie di essere preso in giro consapevolmente. (
Link)
Da qualche giorno sono invece note le motivazioni della Corte di Cassazione (sentenza n. 17547 depositata il 3 settembre) relative alla causa per risarcimento danni intentata dall’arbitro Massimo De Santis contro l’Inter, accusata, attraverso i suoi dirigenti (Moratti, Facchetti e Tronchetti Provera) di aver incaricato Giuliano Tavaroli di spiarlo, al fine di redigere un dossier (Operazione Ladroni), in relazione sistema Juventus. Ebbene, per la Cassazione “non vi è prova che la raccolta delle informazioni siano imputabili a Fc Internazionale”. Per gli Ermellini risulta che gli accertamenti illeciti furono materialmente posti in essere dai dirigenti responsabili del cd. gruppo Pirelli-Telecom. . Immaginiamo che il gruppo Pirelli-Telecom, rediga un dossier sull’arbitro De Santis per accertarsi che il cambio gomme sia stato fatto scegliendo i pneumatici giusti e seguendo la procedura suggerita dal costruttore.
Ricapitolando: Mediaset non è riconducibile al Milan, la Pirelli – Telecom non è riconducibile all’Inter e redige dossier su un arbitro per un normale monitoraggio della clientela. Hai visto mai che qualcuno ci crede...
Non so a voi, ma a me viene proprio da ridere.
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