Il verdetto finale dei gironi di Champions League ci regala una
fotografia prevedibile ad inizio stagione, ma che durante la prima parte della competizione era stata messa in discussione, almeno per quanto riguardava la situazione dei club inglesi. Ma la resurrezione di Chelsea e Arsenal ed il harakiri della Juve a Siviglia hanno portato in dote
ai britannici due primi posti (City e Chelsea) e un
secondo (Arsenal), relegando il solo Manchester United in Europa League.
Meglio delle inglesi hanno fatto solo le spagnole, con addirittura
tre squadre al primo posto dei rispettivi gironi (Barcellona, Real e Atletico Madrid) ed altre due qualificate in Europa League. Le cinque iberiche hanno totalizzato
55 punti, con una media di 11 punti per squadra, staccando di un'incollatura le quattro inglesi (43 punti totali, media di 10,8 punti).
Sul terzo gradino del podio europeo si piazzano le
tedesche, che nonostante il quarto posto del Borussia M'Gladbach, possono vantare
due formazioni al primo posto (Bayern Monaco e Wolfsburg) ed una al terzo (Leverkusen), totalizzando 38 punti per una media di 9,5 punti per squadra.
Le italiane sono al quarto posto in termini di piazzamenti (Juve e Roma seconde), ma con
un totale di soli 17 punti, per una media di 8,5 punti: un paradosso dovuto al record dei giallorossi, qualificatisi agli ottavi con 6 punti e che conferma una volta di più la
grave difficoltà in cui versa la nostra Serie A, sempre più lontana dai principali campionati europei, tanto dal punto di vista economico quanto da quello sportivo.
Pur avendo centrato posizioni più basse nei loro gironi,
hanno raccolto più punti delle italiane sia le due portoghesi (20 punti, con Benfica secondo e Porto terzo)
che le due russe (19 punti, con Zenit primo e CSKA quarto), mentre hanno raggiunto lo stesso totale le due francesi (PSG secondo e Lione quarto).
A completare il quadro degli ottavi troveremo gli olandesi del PSV ed i belgi del Gent, che li hanno raggiunti per la prima volta nella loro storia.
Purtroppo, le situazioni ed i relativi commenti si ripetono ogni anno: se non fosse stato per il girone di
ciapa no che ha permesso alla Roma di passare con un punteggio ridicolo, oggi l'Italia sarebbe rappresentata in Champions League come il Belgio, la Francia o l'Olanda, con una sola formazione arrivata seconda. È una
crisi che parte da lontano e che nel 2006 ricevette una spinta decisiva verso quel baratro da cui il nostro calcio non è mai più uscito. Servirebbero nuove strutture, nuovi piani di sviluppo, nuove idee. In poche parole,
servirebbe una mentalità nuova. E invece prepariamoci ad assistere alle solite polemiche della domenica sera, per un corner non dato o un fuorigioco non fischiato: questo è il calcio che vogliono tutti nel Belpaese.
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