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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Editoriale di F. DEL RE del 16/12/2015 09:30:21
Cazzate pallonare

 

Abbiamo scritto tante e tante volte, da farsi venir la nausea, su due dei problemi atavici che condannano il nostro football alla mediocrità perenne, alla mancanza di civiltà, di rispetto e di sportività, ovvero sui dirigenti che alimentano polemiche inesistenti e sulla violenza del tifo. Ogni volta l'istinto ci suggerisce di non parlarne più, perché continuare a discutere di queste faccende miserabili rischia di diventare un refrain. Però, purtroppo, questo è il brodo di incultura del nostro pallone; purtroppo ogni maledetta domenica anche di questo dobbiamo leggere, ascoltare sui media nazionali. Ed alla fine il senso di disgusto, di liberarsi l'anima vomitando fuori ancora ed ancora lo stesso identico articolo, al quale cambiamo i nomi dei personaggi, le date degli eventi e gli eventi stessi, prende di nuovo il sopravvento sulla voglia, sulla necessità di non parlarne veramente più.

E' più forte il ribrezzo della rassegnazione. Il ribrezzo nel leggere di quattro criminali di bianconero vestiti che andavano alla partita, Juventus-Fiorentina, armati fino ai denti, armati per uccidere, perché con mazze, coltelli e pistole si uccide. Il ribrezzo nel constatare che a distanza di trent'anni dalla strage dell'Heysel esistano ancora dei maledetti idioti che pensano che uno stadio sia un campo di battaglia, e tanto più mi fanno schifo questi personaggi se sono juventini, perché lo juventino dovrebbe avere la coscienza di ciò che significa intendere una partita come una guerra. 39 volte dovrebbe averlo capito ed assimilato nella sua testa. E invece c'è persino chi va fiero delle gesta con le quali riempie le proprie giornate vissute purtroppo non ai margini del calcio! (Link

Ribrezzo per chi su questo brodo di incultura ci mette il sale, tipo il DG della Fiorentina Andrea Rogg, che in spregio alla verità, all'evidenza delle immagini televisive e dell'intelligenza di chiunque abbia occhi per vedere e un minimo di conoscenza calcistica, ciancia a vanvera sull'arbitraggio della suddetta partita: «Arbitraggio? E' un tema di cui non parliamo mai. C'è amarezza per come è stata gestita in alcuni aspetti la partita». Una partita nella quale l'arbitro non ha inciso sul match per il semplice fatto che la Juventus ha steso la sua superiorità sopra gli errori del sestetto arbitrale, che vanno da un rigore generosamente fischiato alla Fiorentina dopo soltanto un minuto di gioco a quello enorme non fischiato a Mandzukic per gomitata subita da Borja Valero, già ammonito, passando per l'assurdo fallo con annessa ammonizione fischiato a Pogba all'inizio della ripresa. Commenti inopportuni, quasi irresponsabili. Commenti classici, di default, quasi obbligati. Gli escono così, quasi a tutti questi personaggi quando affrontano la Juve. Come se nella loro testa ci fosse un interruttore che dà il via alle sciocchezze, nonostante la realtà, nonostante l'evidenza.

Ed è evidente che le masse urlanti dei tifosi altro non vogliano sentirsi dire, e ciò spesso fa sì che la spirale di violenze continui imperterrita, da una parte e dall'altra. La cosa triste è che nessuno mai fermerà la giostra dello schifo, della partigianeria intellettuale e civile, degli ultà in doppio petto e di quelli col bandierone. Tutta gente che allontaneremmo dal mondo del calcio per non farvela ritornare mai più. Ma si sa: in Italia la polemica piace; tutti la criticano, ma tutti la ripropongono, sempre e comunque; ancora e ancora. In tal senso Ranieri, ex tecnico della Juve, è stato chiarissimo: contro Mourinho, che lo definì "vecchio" quando i due allenavano in Italia, non ha nulla, perché è l'Italia che è malata, che pretende queste cose, che le assimila a tal punto che poi quattro imbecilli spendono tempo e soldi per comprare armi, non per difesa, non per procurarsi il cibo, ma per andare ad aggredire chi porta una bandiera differente.

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