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Udienze Processi di E. LOFFREDO del 22/11/2009 20:45:26
Calciopoli: Carmignani

 

Tribunale di Napoli - Udienza del 20 novembre 2009. Carmignani

Prima dell’audizione del secondo teste di giornata, la difesa di Scardina, “con l’accordo delle altre parti” e con i pm che “nulla osservano”, deposita la sentenza della Corte dei Conti che ha dichiarato il difetto di giurisdizione della medesima in ordine ad eventuali responsabilità contabili dell’ex caporedattore della Redazione calcio di RAI Sport.

Viene introdotto il teste Carmignani.

Narducci ricorda che il teste è subentrato sulla panchina del Parma nelle ultime giornate del campionato 2004/2005.
Narducci: «Io vorrei che lei ci dicesse tutto quello che è successo durante Lecce-Parma del 29 maggio 2005». Che domanda è?! “Tutto quello che è successo”, tutto che?
Carmignani: «Lecce-Parma era una partita fondamentale per la salvezza, che coinvolgeva molte squadre. Fu una partita dalle vicende alterne: andammo in vantaggio noi… (0-1, 1-1, 2-1, 2-2, 3-2, 3-3 – ndr). Avemmo cinque ammoniti che erano tutti in diffida. Alla fine della partita, quello che forse serve a voi che io posso raccontare, quello che io ho visto e ho sentito, è stato che un mio giocatore, Vignaroli –tra l’altro un ragazzo molto educato-, minacciò e insultò pesantemente l’arbitro, che era il signor De Santis. Ma lo minacciò proprio in una maniera…”Vengo a casa tua… ti…”, cose molto pesanti”. Rimasi sbalordito e lo tirai via».

Carmignani dopo quell’episodio si aspettava una pesantissima squalifica (due o tre mesi), quando apprese da Minotti che la squalifica era solo per una giornata, si meravigliò molto. L’arbitro romano aveva riportato solo le proteste di Vignaroli per l’espulsione del compagno Contini. Carmignani riferisce che al giocatore che protestava, l’arbitro avrebbe risposto: “Tanto questa partita non ve la lascio vincere”.
Un paio di giorni dopo appreso questo episodio, Carmignani cercò di sollecitare Baraldi e Cinquini per una forte presa di posizione. Dei due, Cinquini fu quello che fece desistere l’allenatore e l'A.d. parmensi dai bellicosi propositi mediatici.
Dopo l’andata dello spareggio con il Bologna, Carmignani (deluso anche per il risultato), in conferenza stampa disse : «Ho visto e sentito cose mai viste», motivo per il quale fu subito sentito dai due ispettori della Lega calcio.
Dopo quel colloquio con gli inviati dell’ufficio indagini, non fu più ascoltato da nessuno, fino a quando non fu convocato dai pm di Napoli.

Narducci: «Lei ha detto che furono ammoniti vari giocatori del Parma, tutti diffidati».
Carmignani: «Di questo me ne accorsi dopo però. Coincidenza strana è che furono ammoniti tutti in ordine alfabetico. Bolano, Bonera, Contini, Giardino e Morfeo a partita già finta. E poi Vignaroli».
Narducci: «Cioè Morfeo fu ammonito a partita già finta?»
Carmignani: «Sì, c’era un calcio d’angolo, l’arbitro fischiò la fine dopo il recupero -fece tre minuti di recupero, per amor del cielo-, e Morfeo, che aveva il pallone in mano per darlo a chi doveva battere in calcio d’angolo, lo calciò via forte. L’arbitro lo pese come un gesto di… e lo ammonì e fu squalificato».
Riflessione personale: ma allora anche il Bologna usufruì del presunto sistema delle ammonizioni scientifiche ai diffidati?
Narducci: «Contini invece?»
Carmignani: «Era la seconda ammonizione. Fu espulso perché inseguendo un uomo, sa…, fece fallo, quando ci si tiene un po’ l’uno un po’ l’altro, seconda ammonizione e fu espulso».
Qui il pm resta in silenzio per quasi sette secondi, come se aspettasse dell’atro dal teste, il quale infatti sembra cogliere l’assist e continua: «Mi ricordo la seconda ammonizione di Bolano, che è un tipo un po’ impulsivo, avvenne dopo due o tre minuti. Però fu un’ammonizione perché fece un’entrata di quelle un po’ dure…».
Narducci: «Ho capito».
Casoria: «Chi Bolano fece un’entrata dura?»
Carmignani: «Sì Bolano. Le ammonizioni ci stavano, quella di Bolano, Contini…»
Casoria: «Erano motivate insomma».
Carmignani: «Sì, secondo me sì»
Ci risiamo, gli attaccanti schierati dal duo Capuano&Narducci diventano i migliori stopper delle difese.
Casoria: «Andiamo avanti».
Carmignani: «Può anche darsi che dopo tre minuti l’arbitro possa dire: “stai attento”. Succede tante volte, magari dei falli più pesanti non sono stati ammoniti. Però i falli c’eran stati. Quello di Giardino non so che fallo fosse, magari disse qualche cosa… Anche l’ultima di Morfeo, calciò via la palla in modo incavolato…».
Narducci: «Mi scusi, invece per quanto a quella reazione, a quegli insulti di Vignaroli a De Santis, esattamente in quale momento accadono?»
Carmignani: «Finita la partita, stavamo rientrando, eravamo ancora in campo, l’entrata degli spogliatoi era tra le due panchine. Io dalla panchina di destra sentii Vignaroli, che mi era sempre sembrato un ragazzo tranquillo, e gliene disse di tutti i colori. Gli disse: “Vengo a casa tua a Roma…Ti picchio…”. Gli dissi: “ma cosa dici?” e lo trascinai via».
Che fine ha fatto Vignaroli? La cupola queste cose non le perdona, confeziona prontamente un paio di mocassini di cemento…
Narducci: «Ebbe modo di discutere con Vignaroli, con altre persone o con altri giocatori per chiedere spiegazioni su quello che era accaduto, in particolare sulla vicenda di Vignaroli?»
Carmignani: «Nel viaggio di ritorno Vignaroli si era chiuso in sé stesso. Io pensai che aveva capito di aver fatto una cavolata. Non pensavo, non sapevo altro. Io mi misi con il mio staff a pensare alla formazione per la partita col Bologna… Non ebbi modo di parlare con Vignaioli. La prima volta che parlai con lui, fu quando gli telefonai per sapere se l’arbitro gli aveva detto quella cosa lì (“questa partita non ve la lascio vincere”- ndr). Poi basta, riprendemmo gli allenamenti…».
Narducci chiede al teste di riportare la frase che De Santis durante la partita avrebbe detto a Vignaioli mentre protestava.
Carmignani molto interessato all’episodio riferisce anche che aveva chiesto a Baraldi se si poteva trovare un filmato dal quale si potesse leggere il labiale dell’arbitro. “Purtroppo” il labiale non c’era.
Narducci: «Quella frase oltre che da Vignaroli, venne ascoltata anche da altri giocatori presenti e che in quel moment magari erano presenti vicino a questo giocatore?»
Carmignani: «Io ero convinto che l’ avesse sentita ad esempio Apolloni che era dietro la panchina che faceva da assistente, ma quando glielo chiesi, mi disse che non aveva sentito. Era un momento di confusione, c’erano altre persone…» Il teste confonde quanto si sarebbero detti in campo De Santis e Vignaioli con quanto i due si sarebbero scambiati a fine gara.
Narducci: «Lei parlando con Baraldi e Cinquini, apprese che già sapevano dell’episodio».
Carmignani: «Sicuramente quello che per primo seppe da Vignaroli fu Mintoti. Poi Mintoti sicuramente telefonò prima a Baraldi, poi non so se avvertì Cinquini e poi avvertì me».
Narducci: «Lei ha detto che constatò diversi atteggiamenti di Baraldi e Cinquini. Ma perché in definitiva la sua società non denunciò quell’episodio?»
Carmignani: «Non lo so. Poteva essere una cosa che andasse contro la società».
Narducci: «E Vignaroli le spiegò perché da parte sua c’era intenzione di non denunciare l’episodio?»
Veramente ha già detto che non parlò con il giocatore, e infatti: «No, io questo l’ho saputo in un secondo tempo che Vignaioli non lo avrebbe confermato di fronte agli avvocati della Lega. Io ho ricevuto la lettera della Lega che comunicava che non c’era luogo a procedere. L’avrò saputo dopo un mese».
Narducci insiste: «Ha mai chiesto a Vignaroli o ha mai chiesto ad altre persone per quale ragione Vignaroli quando è stato ascoltato dall’Ufficio indagini dice cose diverse da quelle che lei aveva ascoltato».
Carmignani: «No, non lo so. Credo di ricordare che avesse detto al Maresciallo, dal quale io ero stato qua a Roma (Di Laroni? –ndr), che siccome era senza contratto, pensava che la cosa gli venisse a suo danno. Vignaroli a me non ha mai detto… a causa di un infortunio io lo rividi solo negli spogliatoi a Bologna dopo la partita (ritorno dello spareggio salvezza – ndr)».

Narducci: «Li era allenatore del Parma anche nella gara con la Lazio del 27 febbraio 2005?»
Carmignani: «Sì, quella fu una partita che noi perdemmo. Stavamo perdendo 1-0, ci furono un paio di episodi in area della Lazio e l’arbitro non dette rigore. L’arbitro era il signor Messina. Io alla seconda occasione mi alzai e andai verso il campo e urlai: “ma cosa aspetti a dare rigore?!”. L’arbitro mi mandò fuori. Poi dal boato capii che la Lazio fece il 2-0».
Nerducci: «Non ho altre domande grazie».
Già ha finito?

Il controesame inizia con le domande dell’avvocato Froio per Vittoria 2000 srl
Froio: «Lei ha riferito i dubbi di Cinquini circa l’opportunità di denunciare l’episodio avvenuto in campo tra Vignaroli e De Santis, e anche il giocatore avrebbe fatto marcia indietro. Questo le hanno riferito e le hanno riferito anche che sarebbero stati danneggiati da un’eventuale denuncia che avessero fatto. E’ corretto, ha detto questo?».
Carmignani: «No. Io ho detto che Cinquini disse: “No, non facciamo niente, non andare a dire cose…, pensiamo alla partita, stiamo tranquilli calmi…”».
Froio: «Questo è l’unico motivo?»
Carmignani: «Questo è l’unico motivo».
Carmignani avrebbe voluto una reazione. Cinquini spegneva i fuochi e Baraldi pensava alle vacanze.
Froio: «Per quanto riguarda Vignaroli, era senza contratto e secondo lui non era opportuno fare queste dichiarazioni per quale motivo?»
Carmignani: «Io l’ho saputo dopo, da interposte persone. Dell’episodio con De Santis non mi ha più riferito niente».

Avvocato Balestra per Ceniccola.
Balestra: «Se il Parma avesse perso la partita, sarebbe retrocesso o visto i risultati delle altre partite…?»
Che domanda? È ovvio che sarebbe retrocesso!
Balestri: «Il pareggio andava bene?»
Carmignani: «No a noi andava bene la vittoria! Se noi vincevamo retrocedevano Fiorentina e Bologna».
Balestri: «Se perdevate andavate allo spareggio?»
Carmignani: «C’era una situazione che coinvolgeva otto o nove squadre, anche il Lecce poteva retrocedere…»
Qui si sente Trofino che commenta la risposta: «Bravo…!».

Avvocato Picca per i Della Valle e la Fiorentina
Picca: «Lecce-Parma. Lei ricorda se questa partita fu l’ultima a terminare in quella giornata?»
Carmignani: «Avevamo la radiolina in panchina, ma non ricordo. Non lo ricordo».
Picca: «Ricorda se nei tabelloni allo stadio o riportati i risultati degli altri campi?»
Carmignani: «Mi pare che non fossero riportati».
Picca: «Quindi lei non ricorda che mentre si giocava la partita sui tabelloni luminosi dello stadio fossero riportati i risultati?»
Carmignani: «Secondo me non vennero riportati i risultati. Mi pare, non potrei giurare».
Picca: «Ricorda se mentre stavate ancora giocando fosse già chiusa la partita della Fiorentina col Brescia? E se fosse già terminata la partita tra Sampdoria e Bologna?».
Carmignani: «No, non posso dirlo. Ero talmente preso, come faccio…».
Picca: «Non ricorda neanche che era finita la partita del Siena con l’Atalanta?».
Carmignani non ricorda queste successioni temporali.

È la volta dell’avvocato Mungiello, difensore di Racalbuto.
Mungiello: «A termini di regolamento l’ammonizione a Morfeo per aver calciato via il pallone, c’era?»
Carmignani: «Si può ammonire certo. Poi magari per altre cose non ammoniscono».
Il teste ribadisce che tutte le ammonizioni erano in qualche modo giustificate.

Casoria commentando con le sue colleghe: «Ma perché ci sono delle ammonizioni obbligatorie?»
Carmignani: «No».
Mungiello: «Presidente è sempre a discrezione dell’arbitro. Presidente, se uno dà un pugno ad un giocatore, l’arbitro deve espellerlo!».
Segue piccola disputa sull’interpretazione del regolamento da parte dell’arbitro.

Il microfono all’avvocato De Nigris.
De Nigris: «Torniamo alla partita Lazio-Parma. Ci può spiegare meglio come andò la partita e anche il risultato?»
Carmignani: «2-0 per la Lazio. Ci fu un rigore per la Lazio per un fallo di mano di Bonera, saltò a gomiti larghi… Poi noi giocammo una partita prevalentemente d’attacco, si crearono un pari di situazioni in cui reclamavamo il calcio di rigore. Però io dalla panchina seguivo l’onda dei miei giocatori che reclamavano il rigore. Al secondo episodio andai verso la linea e con foga disse all’arbitro: “ma quando ce lo dai questo rigore?!”. E lui mi mandò fuori».
De Nigris: «Secondo lei ci furono delle irregolarità fuori norma in questa partita? »
Carmignani: «No. Da parte nostra reclamavamo due rigori…»
D Nigris: «Sì però questo reclamare?»
Carmignani: «Non c’è mai niente di certo. Non ci fu niente di particolare».
De Nigris: «Qundi il risultato fu nella norma diciamo?»
Carmignani: «Io credo che quell’anno lì…»
Qui si sente un colpo di tosse…, mi sembra Narducci, tanto che il teste ha una piccola esitazione!
Casoria: «Silenzio!»
Carmignani riprende: «…io credo che quell’anno lì tanti episodi dubbi vennero sempre a sfavore nostro, però ne ricordo anche alcuni a favore. Una volta con la Juventus forse c’era un rigore per loro (!). Voglio dire, come si fa a dire…?» Postfrsa Carmignani è forse il primo in Italia che dice una cosa del genere!
De Nigris:«Ma fu come lei già disse, “un incontro equilibrato”?»
Carmignani: «Io ce l’avevo con l’arbitro, perché secondo me erano rigori, però…»
Casoria: «ma lei ha detto che fu un incontro equilibrato?«
De nigris: «E’ nei verbali»
Carmignani: «Sì. Loro vincevano 1-0 e noi attaccavamo»

È la volta dell’avvocato De Vita.
De Vita: «Riguardo all’atteggiamento di Cinquini (per la vicenda Vignaroli-De Santis - ndr), ricorda se le disse che avrebbe chiamato Bergamo?»
Carmignani: «Sì, disse una cosa del genere: “Parlo io con il signor Bergamo per segnalare questo fatto”».

La parola all’avvocato Cirillo: «Lei ha parlato di Lazio-Parma, vuole dare un giudizio suo sull’arbitraggio di questa partita? Che sensazione ha avuto di questo arbitraggio?»
Carmignani: «Io non ero neutrale, io ero l’allenatore del Parma. Per me c’erano due rigori per noi, ma non ricordo se ci fu qualcosa a favore nostro. L’allenatore in campo vede la partita a senso unico»
L’avvocato procede a formale contestazione, riprendendo l’interrogatori del 10 giugno 2006 reso ai carabinieri del Lazio, in cui il teste affermava che l’arbitraggio e la distribuzione dei cartellini non ravvisava atteggiamenti di particolare sfavore.

Poi spontaneamente Carmignani dice: «Scusate, io non posso portare nessun contributo, per amor del cielo. Però arbitrare è la cosa più difficile che ci sia. È più difficile che fare gol, una parata, ecc… Quando arbitravo i giocatori in allenamento, io li attaccavo alla rete, perché non gli andava mai bene niente! Quando avevo un giocatore che non si poteva allenare, lo prendevo e lo facevo arbitrare, così ne sentiva! Così come ne sentivo io. È difficilissimo arbitrare».

Casoria: «Va bene, questo complemento… Lei può andare».

Povero Narducci.

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