Giuseppe Gazzoni Frascara è tornato alla ribalta. Motivo? Manco a dirlo: il risarcimento richiesto alla Juventus per i (presunti) danni derivanti da calciopoli. Una richiesta presentata in tribunale e accompagnata dalla solita lamentela da martire su qualche giornale.
Ci eravamo occupati della richiesta già nell'immediatezza dell'annuncio (
Link). Allora ci soffermammo sui "meriti" sportivi di quel Bologna nel
legittimare la retrocessione. Oggi la tentazione sarebbe quella di replicare sui motivi fondanti la richiesta, ma non conoscendo questi atti ci asteniamo. E poi sapete cosa c'è? Stavolta aspettiamo che sia la Juventus e il suo vigile presidente a fare quello che deve fare: difendersi. Forse questa dirigenza/proprietà sentendosi toccata nel portafogli...
Gazzoni Frascara ha affermato:
«Retrocedemmo con 42 punti e da allora nessuno è più andato in B neppure con 41. Può darsi che a noi si possano imputare delle colpe, ma sono tutte calcistiche. Qui, invece, si parla di squalifiche mirate, di punizioni ribaltate, di designazioni arbitrali pilotate. Pareva che fossi un visionario, finché la Cassazione ha finalmente ristabilito la verità» (
Link). Verità? Quale?
Mister idrolitita ha rincarato parlando di
«dieci anni di vita messa a soqquadro, di beni di famiglia svenduti per far fronte alle richieste pressanti dei giudici del ‘fallimentare’, di ironia a buon mercato subita da chi, leggo la sentenza definitiva, si è comportato in modo sleale». Comunque, con i grassettati di questo intervento ancora una volta abbiamo fatto un po' di lavoro sporco (di contrasto mediatico) evidenziando l'abc della mistificazione calciopolesca.
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