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Udienze Processi di E. LOFFREDO del 27/11/2009 08:49:56
Calciopoli: Morena Mosca

 

Tribunale di Napoli - Udienza del 24 novembre 2009. Audizione Morena Mosca

Udienza magra quella del 24 novembre.
La speditezza con la quale il Presidente elenca le parti, fa intendere chiaramente l’intento di non disperdere il tempo a disposizione.

In aula è presente Luciano Moggi, che alla fine renderà dichiarazione spontanea.
Il pm Narducci in apertura rappresenta le assenze e le cause di impedimento prodotte da alcuni dei testimoni citati. Tra gli assenti spicca Franco Carraro, che deve essere sentito in altro e più delicato procedimento presso il Tribunale di Avellino, «ha segnalato disponibilità per l’udienza del 15 (dicembre – ndr)».
Teresa Casoria invita il pm a provvedere per la ri-citazione dei testimoni non comparsi fino ad ora. Uno di questi è Carlo Ancelotti, il Presidente, confidando nel rientro in patria per le festività, suggerisce di chiamarlo per una delle udienze vicine al Natale: sennò «troverebbe la scusa che sta ancora in Inghilterra. Per Natale verrà in Italia, tornerà nella madrepatria?». Siccome però il campionato inglese non osserva sosta nel periodo natalizio, il pm decide di citarlo per la prossima udienza.
Per Vignaroli invece si decide di esperire un tentativo per la fine dell’anno.
Discorso a parte per Massimo Cellino il quale aveva manifestato un impedimento di trenta giorni; viene ricitato per il 15 dicembre, giorno in cui è abbondantemente scaduto il periodo di impedimento.
Casoria: «Chi altri? Pieroni Ermanno…»
Narducci: «Emh… Pieroniii….»
Casoria: «Allora pubblico ministero, provveda a citarli. Con avviso di indispensabilità, minacciando l’accompagnamento coattivo da parte del tribunale».
Narducci: «Di certo, sì».
Casoria: «Vediamo chi sono i testi presenti».
Narducci: «Presidente, per Tullio Lanese ho prova della notifica. Informalmente il difensore di Lanese ha rappresentato che oggi non sarebbe comparso e che in ogni caso Lanese si avvarrebbe della facoltà di non rispondere. Prendendo atto di questa chiara volontà, il pm rinunzia all’esame del Lanese. Per l’udienza di oggi resta Ghirelli da ascoltare ai sensi dell’art. 210 c.p.p. e i testi Mosca e Remo».

Si accomoda Ghirelli, per il quale «al termine dell’udienza preliminare è stata emessa sentenza di non luogo a procedere. Rispondeva dell’imputazione di cui all’articolo 416 c.p. (associazione per delinquere - ndr)».
Casoria: «Lei ha la facoltà di non rispondere alle domande che le saranno rivolte. Se però rinuncia a questa garanzia, è tenuto a rispondere e a dire la verità, tranne che per alcune domande che potrebbero essere in contrasto con la tesi difensiva da lei sostenuta nel processo. Lei che cosa vuole fare?»
Ghirelli: «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere».
Casoria: «Dobbiamo prendere atto, pubblico ministero. Allora, il tribunale prende atto e provvede a congedarlo immediatamente».
Narducci: «Faccio presente che per quanto riguarda Carraro la situazione è diversa. Il difensore ha rappresentato che vuole rispondere…».

Viene introdotta Morena Mosca occupata nella segreteria generale della Juventus dal 2001, dove svolgeva tutte le varie mansioni del ruolo.

Narducci: «Nell’ambito di queste mansioni si è mai occupata della preparazione e poi dell’invio di biglietti omaggio relativi alle partite?»
Mosca: «Noi gestivamo la biglietteria omaggio, la relativa dotazione di biglietti data dai dirigenti ai dipendenti o ai collaboratori esterni».
Narducci: «Si è mai occupata della preparazione di questo materiale in relazione ai designatori arbitrali in quegli anni? Parlo di Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto?»
Mosca: «Non ricordo esattamente quante volte posso aver preparato del materiale. Può essere capitato un paio di volte di aver preparato “gadgettistica” , che poteva essere: gagliardetti, calendari squadra, pins… Cose comunque inerenti alla società. Venivano date anche comunque ad altre persone. Forse una volta o un paio di volte…»
Narducci: «Cosa? Una volta o un paio di volte…?»
Mosca: «Abbiamo preparato del materiale del materiale per… adesso non ricordo esattamente la persona. Non ricordo se al signor Pairetto o al signor Bergamo. Non mi sembra il signor Bergamo, perché non mi ricordo fosse il signor Bergamo»
Narducci «Non ricorda il signor Bergamo. Ricorda Pairetto?».
Mosca: «Pairetto una volta».
Narducci: «Ricorda particolarità della preparazione di questo materiale, di cui lei ricorda essere avvenuta una o al massimo un paio di volte?»
Mosca: «Era gadgettistica della società… materiale della società. Venivano preparate delle borse, lasciate in reception e prelevate da persone che venivano indicate».
Narducci: «Lei ricorda solo questo tipo di materiale, non biglietti di cui abbiamo parlato?»
Mosca: «Biglietti omaggio non ricordo di averne preparato. C’erano delle tessere omaggio che all’inizio dell’anno venivano date a più persone. Poteva capitare, lei mi ha fatto la domanda in relazione al signor Bergamo e al signor Pairetto, forse il signor Pairetto ha fatto un paio di volte richiesta di biglietti aggiuntivi».
Narducci: «Queste sono le uniche circostanze che lei ricorda?»
Mosca: «Sinceramente sì, non ricordo altre situazioni».
Narducci: «Procedo a contestazione dal verbale di sommarie informazioni… »
All’improvviso Teresa Casoria rivolta a un disturbatore: «Scusi lei chi è?! Si allontani vedo il pubblico ministero… lei è l’avvocato per?»
Voce fuori campo: «…Per Lanese».
Casoria: «Ma Lanese si è avvalso della facoltà di non rispondere… Vedo che il pubblico ministero si disturba perché lei è troppo vicino a lui… se lei vuole assistere, nell’altra aula non si tiene udienza, se vuole prendere una sedia…»
Nessuno disturbi il processo, il presidente è un mastino napoletano!

Narducci: «Allora signora Mosca dal verbale del 30 maggio 2006, lei riferisce…», che molto spesso, e tutte le volte che Moggi dava indicazioni, al segreteria, sulle buste con i biglietti destinate a Bergamo e Pairetto non erano apposti i nomi ma solo le iniziali, “B” e “P”. Per Bergamo non erano fatte buste con biglietti omaggio. La teste era comunque “quasi sicura” che Bergamo fosse in possesso di due tessere omaggio di quelle date all’inizio dell’anno” Siccome “P” e “B” erano i designatori arbitrali, la Direzione e segnatamente Moggi avevano dato istruzioni di indicarli così, solo con le iniziali. «Allora, quello che ha detto è un po’ diverso e c’erano diverse più cose di quanto abbiamo ascoltato adesso da lei». Narducci fa gli interrogatori un tanto al chilo? Non c’è nulla di contraddittorio nelle risposte del teste.
Mosca: «E’ decisamente più argomentato. Ma sono passati anche tre anni… se ho fatto verbalizzare quelle cose, probabilmente sono corrette. Ricordo che c’erano queste buste e che a volte c’erano dei biglietti in aggiunta, ma non ricordo il quantitativo, adesso non darei risposte corrette».
Narducci: «All’epoca aveva un migliore ricordo degli avvenimenti».

Il pm esaurito il tema biglietti, torna sui gadget.

Il testimone ricorda che la gadgettistica veniva data a più persone, consulenti e professionisti vari. Veniva data a qualsiasi persona che ruotasse intorno alla società.
Narducci: «Vabbè, veniva data ad innumerevoli persone, ma in particolare per quanto riguarda i designatori? Veniva data anche a loro?». Capisco che il pm ci debba provare, ma essere così petulante su un argomento già chiarito!
Mosca: «Ricordo che un paio di volte furono preparate delle buste per il signor Pairetto».
Narducci: «Sempre con quella particolarità?» Quale, quella di mettere un Rolex d’oro dentro la busta? Non era cosa da Juve.
Il pm vuole sapere se anche qui invece del nome veniva messa solo l’iniziale sulla busta.
Mosca: «Sì, anche per quel tipo di materiale. Era proprio un’usanza chiamare il signor Bergamo e il signor Pairetto con le iniziali» Ciò avveniva anche per le annotazioni delle telefonate.
Poi Narducci risparmia il lavoro alle difese e fa il controesame sul punto: «E questo è l’unico caso che lei rammenta di persone indicate non con le generalità estese, ma solo con l’iniziale?»
Mosca: «Sì, a volte noi usavamo anche dei sinonimi, piuttosto che dei nomi abbreviati, non in relazione a loro, in relazione ad altre persone».
Narducci: «Ad esempio?».
Mosca: «Magari personaggi che potevano far parte…, dei consulenti. Magari non mettevamo il nome per intero, ma mettevamo solo il nome abbreviato…, questo capitava spesso…, anche per una velocità nostra».

Quindi caro pm, quello che per lei era un sintomo del sistema, in realtà era una abitudine generalizzata e usata per agevolare il lavoro.

Passiamo ad altro: «Come addetta alla segreteria si è mai occupata, ovvero ha mai potuto constatare che la struttura della segreteria di cui lei faceva parte si occupava anche di questioni relative al rilascio o rinnovo di passaporti riguardanti Pierluigi Pairetto? »
Ma che domanda è?! Come se il passaporto lo si facesse una volta a settimana. Se Narducci è alla ricerca di opifici di passaporti falsi, sapremmo ben consigliarli a chi rivolgersi…
Mosca: «Noi non abbiamo mai gestito un discorso di passaporti che non fosse finalizzato a dirigenti, piuttosto che…, cose immediate (di persone che facevano parte della società Juve come specifica lo stesso pm - ndr). Avevamo le pratiche e le velocizzavamo. Nel caso specifico non me ne ero occupata io. Mi sembra che abbiamo ricevuto una telefonata con la preghiera di riuscire ad ottenere una emissione passaporti. E la cosa era stata fatta abbastanza velocemente».
Narducci: «Non ho capito come mai siete coinvolti voi».
Mosca: «Noi gestivamo i passaporti. La richiesta deve essere arrivata, perché avendo i contatti con la Questura, per velocizzare la cosa».
Il pm non soddisfatto procede a contestazione. Moggi sarebbe intervenuto per risolvere il problema di due passaporti che interessavano Pairetto. La segreteria contattò l’ispettore della Digos abitualmente addetto alla scorta della squadra, Dino Paradiso, il quale risolse il problema nel giro di una giornata.
Che potenza il sistema Moggi!
Mosca: «Ribadisco che la richiesta era arrivata a noi perché avendo i contatti con la Questura riuscivamo a farlo e quindi emettere in brevissimo tempo».

Narducci: «Nel suo lavoro, ha mai potuto constatare che nella stagione 2004/05 sono intercorsi colloqui telefonici fra il Luciano Moggi e i signori Diego o Andrea Della Valle?».

Ora, senza proseguire oltre, il letture può comprendere da sé medesimo la ridicolaggine di questa domanda. Con chi avrebbe dovuto relazionarsi Moggi se non con altri personaggi del mondo del calcio? O il pm si aspetta che Dg della Juve debba sentirsi settimanalmente con il Dalai Lama e George W. dalla casa bianca?

Mosca: «Domanda alla quale non posso rispondere con chiarezza. Noi sentivamo la segreteria del dottor Della Valle come sentivamo la segreteria di altre società di calcio. Tra segreterie c’è un discorso di reciprocità…»
Narducci: «Non ha ricordi più precisi in questo momento circa questi contatti o colloqui telefonici?»
Mosca:«Probabilmente li abbiamo sentiti. È probabile che volessero parlare o con il dottore o con il direttore. Ma ripeto, è normale prassi per un discorso di reciprocità tra presidenti e direttori sportivi, ci si sente, ci si mette in contatto e ci si parla».

Ovviamente Narducci procede a contestazione… Dal verbale del 30 maggio: «nella primavera del 2005 diverse volte abbiamo ricevuto telefonate da parte della segreteria dei Della Valle i quali chiedevano di parlare direttamente con il signor Moggi. Ma è capitato anche che noi abbiamo chiamato la segreteria dei Della Valle chiedendo di richiamare il nostro direttore in sede o sul cellulare a seconda delle disposizioni».
Ma secondo il pm i Della Valle avrebbero dovuto chiamare la sede della Juve per interesse personale verso la signora Morena Mosca?
Un allusivo Narducci: «Lei dunque colloca questi contatti al di fuori della questione di ordinari e normali contatti con tutti e con i tanti, diciamo. In particolare in un periodo, nella primavera del 2005».
Ma il pm da dove la ricava questa certezza?! È a dir poco un volo immaginifico e pindarico. La teste ha appena detto che erano rapporti usuali e reciproci tra segreterie.
Trofino: «Però lì a domanda risponde, eh…». Se le avessero chiesto di un’altra società avrebbe confermato i contatti con quell’altra società.
Narducci: «E vabbè a domanda risponde…»
Trfino: «Sembra che lo abbia detto espressamente».
Mosca: «Esatto. Nell’interrogatorio a me erano state fatte delle domande specifiche anche di tempi. ». Mi era stato chiesto: “si ricorda del 2004…” piuttosto che del 2005… Nel corso dell’interrogatorio ho risposto: “Sì è possibile”, ma avevo anche specificato anche che il direttore piuttosto che il dottore… penso che sia normale»

Narducci termina qui il suo interrogatorio. Non c’è controesame delle parti.

Per il teste Giovanni Remo, stante l’accordo di tutte le parti, non si procede ad esame, ma si depositano le dichiarazioni rese i data 5 giugno 2006 innanzi al pm Dottor Beatrice. Il testimone vene così congedato.

Il Presidente Casoria: «Non abbiamo altro… Pubblico ministero mi raccomando nella citazione dei testi deve specificare che la prossima volta verrà disposto accompagnamento coattivo».

Nel prossimo capitolo la dichiarazione spontanea di Moggi, non perdetevela.

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