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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Editoriale di N. REDAZIONE del 09/07/2016 09:13:33
Il vero fuoriclasse degli Europei 2016

 

di Crazeology
Di solito si considera un allenatore fuoriclasse quello che fa giocare bene una squadra, quello che gestisce al meglio tutte le situazioni, quello che valorizza al meglio i talenti a disposizione, ecc. Io però, senza saper né leggere né scrivere, ci aggiungerei anche quello che spreme il sangue dalle rape.

Purtroppo è sempre difficile parlare di Conte da quando è andato via dalla Juve. Gli juventini sono ancora divisi. C’è chi lo considera un traditore, e c’è chi lo considera invece una vittima sacrificale dei poteri forti torinesi che storicamente non apprezzano mai qualcuno che vuole comandare in casa loro. Ancora di più quando i poteri forti torinesi, da sempre avvolti da un super-ego mascherato da uno stile posticcio e di facciata, si trovano di fronte un Tizio con un ego altrettanto grande e con modi abbastanza bruschi. All’interno di questa divisione abbastanza sterile ed ottusa, si fa poi sempre il fisiologico confronto con chi è arrivato dopo di lui (Allegri). Bisogna ricordare però che Conte ha cominciato ad avere le sue frizioni con la dirigenza della Juventus durante il momento storico delle inchieste, sportive e non, del calcioscommesse.

Durante quel periodo non gli è di certo sfuggita l’impostazione ideologica di certe paginate del giornale di famiglia. Durante quella fase non gli è di certo stato facile evitare per un lungo periodo di portare la sua versione dei fatti al mondo intero attraverso una conferenza stampa. Non a caso quando poi finalmente ha potuto farlo non le ha mandate a dire. Durante quella fase non ha di certo apprezzato le pressioni ricevute per accettare un patteggiamento con la giustizia sportiva. Durante quella fase non ha di certo apprezzato il fallimento del patteggiamento ottenuto in accordo con il Procuratore Palazzi, rifiutato inspiegabilmente dal giudice Artico. Voci maligne raccontano di un avvocato Briamonte in uscita dal cda della Juventus proprio dopo alcune violente discussioni con Conte stesso, anche se ufficialmente si è parlato solo di nuove ed improvvise opportunità professionali raccolte al volo dal giovane avvocato torinese. Ecc, ecc.

Poi forse, dopo, sono arrivate anche le perplessità della mancate operazioni Cuadrado e Iturbe, insieme forse alla paura di aver spremuto troppo la rosa esistente. E, per ultimo, non ha certo apprezzato il fatto che nella sua ultima stagione, con il campionato in tasca, nonostante durante i festeggiamenti dello scudetto fosse già stato deciso consensualmente che sarebbe andato via, abbia dovuto aspettare ancora non si sa bene quali congiunzioni astrali e abbia potuto farlo e comunicarlo solo dopo l’inizio del ritiro estivo, passando in questo modo da matto e inaffidabile traditore. Ancora in molti ricordano il video intervista dove Antonio sembrava uno a cui era passato addosso un tir. Ci sono stati errori grossolani da entrambe le parti, questo ormai è abbastanza chiaro a chi non ha gli occhi foderati di mortadella.

Vi dico la verità, io ci andrei cauto coi giudizi affrettati. Per dirla in modo più chiaro, se io penso a Torino, alla Proprietà della Juventus, alla Juventus, alla storia recente e non recente della Juventus, e provo a mettere in fila facce e nomi dei tanti personaggi che tutti noi conosciamo, sinceramente Antonio Conte è l’ultima persona che mi viene in mente da avvicinare alla definizione di “traditore”. Nonostante egli ha abbia un carattere nient’affatto facile ed esente da critiche. E con questo direi che ci siamo capiti.

Detto questo, l’arrivo di Allegri è stato, ad oggi, un fatto positivo per la Juventus, e ha dimostrato tutte le sue qualità di bravo gestore di uomini. Questi Europei 2016 però, ci hanno mostrato ancora una volta, che quando il coach ex-Juve Conte, ha a disposizione la rosa per un medio-lungo periodo, qualunque sia il valore reale della squadra, qualcosa di buono riesce quasi sempre a tirarlo fuori, se tutti collaborano. In questo caso poi si è davvero superato perché, detto molto brutalmente, esclusa la BBBC (le B sono tre, perché bisogna considerare anche il portiere più forte di tutti i tempi eh!), la squadra era di medio-basso livello (anche a causa della mancanza di Marchisio e Verratti, le difficoltà fisiche di De Rossi e Candreva, ecc, ecc). In questo momento storico la crema dei giocatori Italiani non è in tutti i reparti quella di un decennio o ventennio fa. Eppure, pur tra mille peripezie, l’Italia ha fatto quello che poteva fare, e se quei rigori contro la Germania fossero stati tirati meglio, chissà oggi come starebbero le cose.

Ora, io al classico dibattito gobbo "meglio Conte o meglio Allegri" non partecipo mai volentieri. Sono due persone diverse e due allenatori completamente diversi, sia per storia che per caratteristiche. Allegri lo apprezzo molto. Non è il confronto tra i due lo scopo di questo articolo. Restiamo su Conte.

Non solo l’Italia ha fatto bene grazie al cuore e ai polmoni, perché Conte è in grado di far lavorare bene anche chi non ha doti tecniche di alto livello, per conto mio c’è molto di più. Sembrerò matto, e in parte lo sono anche, ma la partita che mi ha davvero stupito è stata quella persa con l’Irlanda. Mi spiego meglio. Per la prima volta ho visto Antonio Conte fare dei calcoli a mente fredda. Partita inutile, che non cambiava le sorti di nessuna altra squadra del torneo, riempita di riserve. Invece di spremere la squadra e di spingere spingere spingere, sempre e comunque, a più non posso contro tutto e contro tutti, ha fatto rifiatare i titolari. Questo è abbastanza inusuale per uno come lui, soprattutto in tornei di un certo livello. Non siamo abituati a vederlo ragionare così su certi palcoscenici. Ho come la sensazione che rispetto a come lo conoscevamo noi ci sia stato un nuovo step di crescita e maturazione dell’allenatore.

Molti, tifosi e non, gli attribuiscono l’uscita dall’Europa League contro il Benfica a causa della sua voglia di raggiungere i celebri 102 punti in campionato. Molti tifosi e molti osservatori portano avanti la tesi che, se in quel campionato dei record, nell’ultima fase egli avesse fatto qualche calcolo freddo in più, forse la Juve avrebbe potuto arrivare in finale. Per come la vedo io, son discorsi che lasciano il tempo che trovano. In fondo non esiste una controprova. E poi quei 102 punti sono un risultato storico straordinario a cui non mi andrebbe molto di rinunciare. Quello che però so per esperienza personale è che, in tutti i campi della vita, spingere sempre al massimo, sempre e comunque è, di fatto, molto logorante e stressante. E non sempre porta risultati sicuri. L’organismo umano nel suo complesso necessita di alcune intercapedini temporali di ristoro fisiologico, tra uno sforzo e un altro. Ora, se Antonio Conte maturerà ancora, e imparerà anche a dosare bene le energie, minuto per minuto, partita per partita, e a gestire con meno emotività alcune situazioni, magari con la calcolatrice in mano, come ha fatto sorprendentemente con l’Irlanda, allora chissà… Forse potrebbe diventare uno dei più bravi allenatori di sempre. C’è ancora tanta strada da fare, è presto per dirlo, vedremo cosa succederà.

Dopo i suoi anni alla Juve e dopo questi Europei, mi sembra di aver intuito fondamentalmente due cose. La prima è che si tratta di un fuoriclasse. La seconda, di cui comunque non posso avere certezza matematica ma di cui ho solo una inutile certezza intuitiva, è che se al posto di Conte, a questi Europei ci fosse stato un Prandelli qualunque, l’Italia sarebbe andata fuori male, e al primo turno. 

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