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Attualità di P. CICCONOFRI del 12/07/2016 15:34:42
I danni di calciopoli

 

«Viene intervallato da insinuazioni idonee a creare nel lettore un’idea falsata della realtà giudiziaria al momento della pubblicazione del libro, rappresentando (falsamente) la condotta illecita come già accertata dall’autorità giudiziaria» attraverso l’uso di frasi «gravemente offensive che inducono il lettore a ritenere già provata la condotta illecita degli odierni attori: aver arbitrato scorrettamente diverse partite di calcio per favorire una delle due squadre in campo». Questa la conclusione del Tribunale civile di Milano che ha condannato il giornalista sportivo Paolo Ziliani e l’allora direttore della rivista «Controcampo» a risarcire con diecimila euro a testa l’ex arbitro di Serie A Massimo De Santis e il guardalinee Enrico Ceniccola. (Link)

La causa fu intentata dopo la pubblicazione di un libro che voleva essere un resoconto delle indagini di calciopoli, dal titolo: «Calcio truccato- telefonate, segreti e retroscena di Calciopoli 2006», scritto da Ziliani.
Il giornalista, nel descrivere le intercettazioni, usò termini ritenuti offensivi: De Santis era «l’arbitro killer», «sgherro al servizio della Cupola», «l’uomo in grado di vedere anche quello che non c’è», «allievo prediletto» dei designatori Bergamo e Pairetto. Sulla scelta di designare il fischietto per i mondiali del 2006 scrisse che «De Coubertin che si sta ancora rivoltando nella tomba» e nel descrivere il gol annullato a Cannavaro, allora giocatore del Parma, all’ultimo minuto, usò questa frase «la faccia come un’altra parte del corpo, fischia un fallo che nessuna moviola riuscirà mai a scoprire». Sia Cennicola che De Santis vennero definiti da Ziliani come «omuncoli che per una maglia venderebbero la madre». il Giudice adito ha forse considerato l'uso dei virgolettati non una esimente, ma una strumentalizzazione degna di censura. Si sono montate queste frasi in un ordine forse insinuante e difforme dalla contesto originario. E di queste strumentalizzazioni , montaggi, inversioni, calciopoli ce ne ha raccontate tante...

Questa sentenza fa riflettere. In quanti dovrebbero essere chiamati a risarcire il danno di immagine creato con calciopoli dai media? In quanti hanno indotto nel lettore un’idea falsa della realtà giudiziaria?
Nel 2006, la quasi totalità dei media, anche usando termini più moderati di quelli di Ziliani, ricostruirono la loro verità accompagnandola inesorabilmente da un verdetto di colpevolezza. Situazione che non cambiò durante il processo penale, nemmeno nel momento in cui emersero situazioni che mutavano inesorabilmente il quadro della farsa.

Ricordiamo che il 18 luglio, la Juventus discuterà il famoso ricorso al Tar sulla mancata parità di trattamento, con la richiesta di risarcimento danni di 444 milioni avanzata contro la FIGC.
La Juventus dovrebbe far valere le proprie ragioni, non per una rivincita, ma per iniziare finalmente a parlare di giustizia.

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