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Attualità di G. GALAZZO del 03/12/2009 07:21:27
Verità scomode

 

Titola così le sue verità il Direttore del quotidiano sportivo di Torino. Attira la mia attenzione, quel pezzo, anzi quel titolo, mentre ingurgito velocemente un panino in pausa pranzo. È la solita cattiva ma inevitabile abitudine delle nostre giornate lavorative e non penso neppure al probabile mal di stomaco, tanto per quello basta già la Juve.
Ma lo leggo meno dubbioso del solito, scacciando le briciole e imprecando per la solita goccia di olio che, come una medaglia, si adagia sulla mia camicia. Vuoi vedere – mi domando – che questa volta una medaglia virtuale la merita pure De Paola? Vuoi vedere che con quel titolo finalmente il direttore si scomoda a trovare i veri colpevoli del disastro Juve? Mi ritrovo illuso, con una camicia segnata, il mal di stomaco che mi tormenta e ancora più incazzato della sera prima.
Che sconvolgente novità: il colpevole unico del tracollo bianconero porta il nome di Ciro Ferrara, trattato come un dilettante allo sbaraglio incapace dal punto di vista tecnico e tattico, inconsistente nel trasmettere grinta e caparbietà ai giocatori, abili solo a svolgere “il compitino”.
È un richiamo evidente del ritornello letto e riletto lo scorso anno con l’oggetto della critica variato: dall’inadeguato e poco ambizioso Ranieri, siamo passati all’inesperto e incapace Ferrara. Tutta qui la verità scomoda: è tutta qui. Quasi a testimoniare che il messaggio da recepire sia lo stesso radiocomandato ai tempi di Ranieri. Rischia Ferrara e pagherà Ciro Ferrara, solo e unicamente Ciro Ferrara. Se queste si chiamano verità scomode e nascoste, io sono un principe azzurro, vivo in un castello con cento stanze e… “vissero felici e contenti”. Quegli stessi ragazzini delle scuole calcio, citati da De Paola, cosi come “sanno che qualcuno deve mettersi sulla palla se c’è una punizione per l’avversario”, non avrebbero difficoltà a capire i limiti che il nostro allenatore sta dimostrando nell'allenare la Juve, ma noi (vero De Paola?) non siamo ragazzini e neppure ci vogliamo prendere in giro. Tantomeno siamo disposti a farci prendere in giro in questo facile gioco del “trova il colpevole”.
Perché nel limitarsi a ciò si farebbe torto alla realtà dei fatti, quella veramente tenuta nascosta a favore della verità di comodo: Ferrara, come lo fu Ranieri, è il colpevole identificato con la necessità di nascondere l’incapacità di una dirigenza figlia di una proprietà disamorata e completamente assente.

Quell'articolo, per raccontarci veramente scomode verità, avrebbe dovuto evidenziare la completa assenza di programmazione sportiva, visto che Diego è stato acquistato senza un mai chiaro progetto tattico, ma piuttosto con il solo intento di regalare al popolo bianconero il contentino che placasse le contestazioni di fine campionato (obiettivo raggiunto). Avrebbe dovuto, quello stesso articolo, farci capire che Melo, pagato 25 milioni per ricoprire un ruolo non suo, avrebbe dovuto essere acquistato (casomai servisse) ad un a cifra ben inferiore, magari scovandolo in un altro campionato ed arrivando prima di altre squadre.

Lo stesso articolo avrebbe dovuto chiedersi come mai la Juventus ha una fascia sinistra da bassifondi della classifica mentre il Genoa, con due regali della dirigenza bianconera, si ritrova con due esterni (Criscito e Palladino) di valore assoluto.

E se quell’editoriale di De Paola avesse voluto essere ancora più scomodo, disinteressandosi della sedia che altrimenti scotterebbe, avrebbe dovuto ammettere che questa piccola juventus ha “perso tre volte in sei giorni”: due sul campo e una contro la Juve che fu; avrebbe dovuto chiedere ai veri colpevoli quale delle due Juventus (quella passata e quella attuale) presenti “costi insostenibili per il bilancio”; avrebbe dovuto chiedere ai veri colpevoli i motivi della richiesta di un patteggiamento incomprensibile; avrebbe dovuto mettere di fronte a quei colpevoli i dati di quella Juventus, sempre più innocente e uccisa grazie a loro.

“Ma dove si è visto mai un avvocato difensore che ancora prima di esser giudicato va davanti alla giuria e patteggia una pena congrua?”. Se lo chiede Maifredi e la stessa domanda ce la poniamo noi dal 2006.
Scomoda come verità o più scomodo domandare: “Ferrara deve restare? Chi al suo posto?”. E vissero felici e contenti per aver risposto al sondaggio, perché cambiando si vince!
Comoda verità.

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