La nona è una giornata che fornisce spunti di riflessione parziali ed individuali che si ripetono come un moto ondoso tra il già detto ed il lo ripeteremo.
Il big match era
Milan Juventus dove sembrava impossibile, ma ha prevalso la squadra rossonera, che ha attinto al massimo dalle proprie risorse (modeste): saggezza tattica e (per una volta) pragmatismo di Montella, vervè giovanile di Suso, Romagnoli e Donnarumma, sfrontatezza di Locatelli, menagè a trois consumato e non solo virtuale tra Collina, Rizzoli e probabilmente Meani, virtù da picchiatore di Kucka e voglia di cambiare sfondo nel cellulare per Galliani.
Di contro i bianconeri fanno meno del minimo indispensabile, camminano invece di correre per la maggior parte del tempo, lasciano troppo solo un Higuain che non si danna più di tanto, protestano come romettari per un goal ingiustamente annullato, il tutto sempre individualmente e con molta molta calma, tanto che alla fine anche Allegri e i suoi seguaci non sono così dispiaciuti di questo secondo KO consecutivo a Pechino.
Il vantaggio in classifica si riduce, quello qualitativo complessivo rimane enorme a patto che si torni a correre non a vuoto.
Nell’ anticipo dell’ anticipo la
Sampdoria ha prevalso sul
Genoa in un bel Derby della Lanterna grazie ad un Muriel che sembra essere tornato, anche come peso, il fenomeno di Lecce. Una partita delle più belle ed intense viste fin qui! Complimenti a Gianpaolo e Juric.
L’ennesimo e fragoroso tonfo a
Bergamo dei
nerazzurri mette quasi la parola fine all’avventura italiana di Frank De Boer, mai a suo agio su quella panchina, dove ci vuole gente con la fedina penale lunga un chilometro e per la quale Caressa, stufo di averlo vicino, propone Bergomi. Sottoscrivo per il disgusto.
Grottesca la sfida vinta dai viola tra
Fiorentina e
Cagliari dove giocano a sprazzi e senza difese, combattuto e divertente il pareggio tra
Torino e
Lazio, risicato ed indolente quello tra un
Sassuolo che “paga” la disabitudine alle fatiche mentali d’Europa e un
Bologna sempre troppo umile e triste.
Fortunato il
Napoli a dover incontrare un
Crotone dimensionato per un pronto ritorno in B, contro una formazione diversa avrebbe pagato più caro il momento delicato. Il nervosismo di Gabbiadini e la scarsa affidabilità difensiva (per me rimane un mistero come si possano rifiutare in sede di mercato 50 mln per uno con la capacità di concentrazione di Koulibaly ma è un limite mio, lo ammetto).
Vince anche l’
Udinese di Del Neri contro un
Pescara sottodimensionato e vulnerabile mentre perdono entrambe
Chievo ed
Empoli attorcigliate in una partita di una noia mortale, uno spot al cambia canale uno stimolo a darsi al cricket, come mazza (elemento secondario di fondo campo ma capace di annullare goal).
La
Roma gonfia il petto in casa contro il modestissimo
Palermo 4-1, esaltandosi sopra le righe per i goal di Dzeko, gli assist di Salah e il secondo posto in classifica. Spalletti, sempre con Totti saldamente aggrappato ai maroni, sottovaluta i meriti nel risultato di Posavec (classico esempio di portiere della categoria “che non para” che viene dall'estero e costa poco di vitto e alloggio) e di El Shaarawy, della disposizione strategicamente un po’ così di De Zerbi (suicida, non Lui, la disposizione strategica ...), dell’incapacità di non subire goal ma soprattutto dispensando Calvarese dal fischiare il rigorino casalingo che a Roma è di rigore se non si sblocca in altro modo il risultato.
Ma questo schizofrenico calendario ci avverte che è già ora della giornata successiva, e pensare che io non ho ancora nemmeno digerito.
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