Di CrazeologyPremessa. Sappiamo tutti che dopo calciopoli il rapporto tra gli Juventini e la famiglia Agnelli-Elkann si è incrinato molto. Non per tutti, certo, ma per molti assolutamente si. Per come la vedo io, ormai lo Juventino medio si guarda sempre attorno guardingo. Insomma, con più perplessità che in passato.
Nelle scorse settimane, in relazione all’uscita del film Juventus Story, scrissi che mi sembrava un’operazione esclusivamente volta a
riverniciare, davanti agli occhi dei tifosi Juventini, l’immagine della famiglia Agnelli e il rapporto che questa ha con la Juventus dal 1923. Nella pellicola la storia della Juventus mi sembrava più che altro un fattore correlato al primo. Del resto in due ore non sarebbe facile per nessuno descrivere esaurientemente quasi 120 anni di trofei, giocate e campioni che hanno fatto la storia del calcio. Quell’articolo provocò anche molte polemiche inattese sul web, anche se il tono non era per nulla offensivo.
Veniamo ora al sodo.
E’ di queste settimane la notizia di un nuovo scivolone del giovane Lapo Elkann nella città di New York. Lo stesso Lapo che si occupò della produzione di quel film. Inutile ricostruire la sua stranissima vicenda anche qui, visto che questo è un sito di calcio e visto che ne hanno parlato abbondantemente tutti i media per parecchi giorni. Però egli, oltre ad essere un tifoso della Juventus, (“vip” potremo definirlo), è anche uno dei membri della famiglia che la “possiede” la Juventus, e a me qualche riflessione sorge spontanea.
Attenzione. Non si tratta assolutamente di dare valutazioni o giudizi morali sulla persona e sulla sua vita privata. Non compete a noi farlo, e quindi non compete neanche a me, ci mancherebbe, ma ci sono aspetti in tutta la vicenda che mi lasciano molto perplesso.
Mettiamola così. Nel 2005 egli visse una disavventura personale che lo portò ad un passo dalla morte. In quel momento storico, tutto il mondo capì che il ragazzo viveva una vita privata con molti eccessi, e che il suo carattere e la sua personalità erano molto più sfaccettati di quello che poteva sembrare guardandolo solo dall’esterno nelle sue vesti ufficiali.
Qualche sporco sussurro torinese, molto maligno e per niente disinteressato, puntò il dito contro Luciano Moggi, il quale sarebbe stato il colpevole di quel disastro. Teoria alquanto bizzarra, costruita basandosi sulle polemiche delle settimane precedenti tra la Triade e il buon Lapo. Teoria falsa e vergognosa, ovviamente. E, non dimentichiamocelo, teoria senza nessun riscontro reale sia per ciò che riguarda le persone, sia per quanto riguarda i fatti, sia per quanto riguarda la logica più elementare. Fu una vergognosa maldicenza, punto e basta.
Detto questo, nel corso degli anni successivi spesso il buon Lapo ha mostrato, in pubblico e non, comportamenti molto “frizzanti”, per così dire. E, a volerla dire tutta, probabilmente nessuno ha mai creduto davvero che le sue abitudini private fossero davvero cambiate. Ogni tanto capitava che si parlasse di lui a vario titolo: vacanze esagerate, grida contro un tassista di Capri, un bacio rubato a Uma Thurman, una sua intervista dove disse di aver subito abusi sessuali all’età di 13 anni in un collegio di Gesuiti (che hanno fatto sapere che egli manco ha mai frequentato il suddetto collegio), ricattato per un filmino di un festino, ecc, ecc. Ma erano tutte notiziette da ultime pagine. Come tante. Buttate lì tra una notizia di gossip e l’altra.
Spesso però di Lapo si è parlato anche con toni molto positivi per le sue attività professionali e via dicendo.
La sua immagine pubblica sembrava molto molto migliorata, anche grazie alla sua spontaneità. Ha cominciato ad attirare la simpatia di molti osservatori e di molti personaggi del mondo dello spettacolo e della moda.
Ora, proprio quando nell’immaginario collettivo quell’11 ottobre del 2005 era diventato così distante, e quando Lapo ha fatto tanta strada per conto suo, accade che una vicenda molto simile, ma molto molto molto meno grave, lo ha ributtato nel fango da cui era partito.
Ma ovviamente, esattamente come quando scrissi in passato della sua vicenda del 2005, il punto non è ciò che è accaduto.
Il punto è che i media da giorni stanno cavalcando un’onda su un fatto che mi sembra ben poca cosa. E lo stanno facendo in un modo a mio avviso molto strano. Non capisco affatto la smania di voler umiliare Lapo a tutti i costi. Non la condivido. Non è giusta. Mi fa schifo. E mi fanno schifo tutti i giornalisti prezzolati che quotidianamente ci si stanno facendo la “scarpetta”.
E, tra le altre cose, sembra molto strano che a Torino ciò venga serenamente permesso.
Perché noi Juventini morti l’estate del 2006, e rinati combattenti il 31 agosto del 2006, lo sappiamo fin troppo bene che storicamente
a Torino, in questi casi, sanno molto bene come si accende e come si spegne un ventilatore.
Io personalmente non ho simpatie per Lapo, non l’ho mai incontrato, non lo conosco. Ma come essere umano sono assolutamente solidale con lui. Non cambierà mai, probabilmente, ma questa non è una buona ragione per umiliarlo e devastarlo davanti agli occhi del mondo intero. Se tutti quelli che nella vita fanno una cazzata, o anche più di una, fossero mandati al rogo, la foresta amazzonica non ci sarebbe più da un bel pezzo.
Piccola curiosità: il suo nome completo è Lapo Edovard Elkann.


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