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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di F. ZAGARI del 09/12/2009 20:13:50
Ambizione e businnes

 

Più di 130 milioni di euro investiti per acquistare: Andrade (10,5); Almiron (9); Tiago (13); Iaquinta (11,5); Sissoko (11,5); Poulsen (10); Amauri (23); Melo (25); Diego (26).
Da quattro anni fuori dall'Europa che conta, con conseguente perdita dei denari della Uefa.
Intorno alle 10:10 di oggi mercoledì 9 dicembre 2009, la Juventus F.C. cede circa il 7,5% in Borsa con volumi pari a quattro volte la media giornaliera dell'ultimo mese.

E’ dall’estate del 2006 che ventiliamo foschi presagi e, alla fine, come suol dirsi, il morto è nella bara. Ora, mi chiedo, di cosa ci stupiamo?
Questa squadra è un vascello senza capitano, senza nostromo, senza timoniere e senza vedetta, che procede in balia di venti e correnti. Se metti un AD che non conosce l’ambiente, un dirigente minore a fare il DS, ma che di fatto non è un DS, un simpatico ex giocatore a fare l’allenatore, ma che di fatto non è un allenatore, se non hai un progetto, una linea guida, se acquisti solo per placare gli istinti dei curvaioli e non in base ad un criterio razionale, non puoi che avere questi risultati.
L'anno della risalita nella massima serie, la vecchia guardia dette quel qualcosa in più per dimostrare che gli scudetti loro li vincevano sul campo, andando a colmare parte del gap che li separava da chi, sulla carta, era più forte. Il secondo anno, con la vecchia guardia sempre più logora, i problemi si acuirono, ma furono sottovalutati grazie alle crisi di Roma e Milan, che tennero la prima Juventus di Ranieri nei quartieri alti della classifica, anche se a distanza siderale da un’Inter tutt’altro che irresistibile.
Quest’anno ha chiuso la carriera Pavel Nedved, Del Piero sembra ormai giunto al capolinea, Trezeguet e Camoranesi convivono con problemi fisici e una condizione che non potrà mai tornare ad essere quella dei giorni migliori. Dei nuovi solo Marchisio e Chiellini hanno acquistato spazio e spessore, e sono comunque anch'essi un lascito della vecchia gestione. Cos’altro ci si poteva aspettare?
Sono anni che manca un regista e, tanto per non perdere l’abitudine alle vaccate, quest’anno si sono spesi oltre 50 mln di € per un (ennesimo) incontrista ed un trequartista. Si è ceduto l’unico regista a disposizione, Zanetti, insieme ad una riserva utilissima, Marchionni, per realizzare una minuscola plusvalenza e rientrare nel monte stipendi, dato che gli acquisti degli anni scorsi, da Tiago a Poulsen, continuano a gravare sul bilancio, e ci resteranno, con ogni probabilità, finché non gli scadrà il contratto. Ricordo che la Juventus paga ancora metà stipendio ad Almiron, quest’anno parcheggiato a Bari. Non oso immaginare cosa accadrà il prossimo anno. Cosa faranno con Melo e Diego, quali saranno le loro quotazioni se continueranno a giocare in questo modo.
Gli illuminanti “parametri zero” presi anni fa, con ingaggi da superstar, si confermano per quel che sono: dei discreti giocatori e nulla più. Da Grygera a Salihadmizic.
La “linea verde” ha previsto l’ingaggio di due vecchi elefanti in pieno declino, come Cannavaro e Grosso. Anche lì ci sarebbe da chiedersi quale sia il criterio che ha spinto proprietà e dirigenza ad ingaggiarli.
Anche i sassi sanno che una buona coppia difensiva prevede un “cervello” (regista difensivo) ed un “reattivo” (il "vecchio" stopper). Non a caso Cannavaro, che nei suoi anni migliori era molto reattivo (sull'anticipo era pressoché imbattibile), ha sempre dato il meglio di sé accanto a due “cervelli” difensivi come Thuram e Nesta.
Ora mi chiedo, da semplice tifoso e non da addetto ai lavori, tra Cannavaro e Chiellini chi sarebbe il cervello? Chi dei due detta i tempi? Cannavaro è finito. Lo si era capito a Madrid. Non ha più l’esuberanza fisica degli anni d’oro e non è il partner ideale per Chiellini. E così si è bruciato anche Legrottaglie, che non sarà a livello di Thuram o Nesta, ma è un cervello difensivo e sembrava almeno parzialmente recuperato a buoni livelli.
Di Grosso che dire? Ha giocato due stagioni ad alto livello in tutta la sua carriera, a Lione aveva dato chiari segni di cedimento e del resto alla sua età, 33 anni, anche i grandi come Carlos e Maldini avevano già imboccato la parabola discendente, perlomeno come fluidificanti.
Cosa ci si potesse aspettare da Grosso rimane un mistero.
Inutile tornare su Poulsen e Tiago, su Zebina che è sempre rotto ma a cui hanno rinnovato il contratto fino al 2011, su Sissoko che ha iniziato a contestare lo staff medico della Juve e parrebbe intenzionato ad andare in Germania, su Amauri che non ne azzecca una da tempo immemore, su un settore giovanile che non sforna più un ragazzo da lanciare da tre anni in qua.
Parafrasando il titolo di un vecchio libro si potrebbe dire: cronaca di uno sfascio annunciato. Ampiamente annunciato, direi. Anche se la Juventus avesse passato il turno, alla fine, cosa sarebbe cambiato? Altre due partite in Europa, qualche milione in più nelle casse, e poi?

Inutile, a questo punto, prendersela con Ferrara, criticare gli errori "elementari" di Felipe Melo, condannare Diego per aver giocato (fuori ruolo) una partita imbarazzante, avvilirsi per i cambi che non sono stati fatti o per quelli che si sarebbero dovuti fare, linciare Grosso perché non fa le diagonali difensive.

Qua il marcio ha un nome ed un cognome, e non scende in campo.

John Elkann: “Le spese di Moggi e Giraudo erano insostenibili, avevano supplito con le plusvalenze ma non si poteva continuare così. Noi puntiamo ad avere un funzionamento sano dell’attività sportiva e nello stesso tempo a tornare in Champions League. Per l’ambizione e per rendere sostenibile il business”.
 
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Dopo la Cassazione su Moggi, cosa dovrebbe fare ora la Juve?
 
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