Giulemanidallajuve
 
 
 
 
 
 
 
  Spot TV
 
 
 
 
 
 
 
JUVENTUS
Venerdì 19/04/24 ore 20,45
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Editoriale di S. BIANCHI del 25/03/2017 16:00:19
Quella volta che Sìvori voleva picchiare Grignani

 

Sivori è più di un fuoriclasse. Per chi ama il calcio, è un vizio”: quest’imprimatur di Gianni Agnelli la dice lunga sulla classe calcistica d’Omar Sivori, uno dei calciatori argentini più forti di tutti i tempi. Infatti, della triade di fuoriclasse argentini a capo di tre generazioni calcisticamente successive, se Sivori è il padre, Maradona è il figlio e Messi il nipote. Se lo avete visto giocare solo nei filmati di YouTube, fidatevi: si sta parlando di classe calcistica allo stato puro.

Omar, d’origine italiana e probabilmente anche parente di Papa Francesco, un altro che di classe ha da venderne, com’ebbe a dire Massimo Raffaeli, “Era il genio assoluto, l’esplosione, l’anarchia come disciplina superiore del calcio”. Nel 1957, con Angelillo e Maschio costituisce un'altra triade, gli “Angeli della faccia sporca” e vince la Coppa America. E’ il momento in cui Cesarini, “quello della zona”, ne sponsorizza l’acquisto da parte della prima Juventus d’Umberto Agnelli, che per lui paga 160 milioni: con quei soldi, tanti per l’epoca, il River Plate risistema lo stadio e Umberto costituisce un altro mitico gruppo di tre campioni, il “Trio Magico”, i cui membri sono Sivori, Boniperti e Charles.

Stravedevo per la cattiveria e la scaltrezza di Sivori: non si faceva mai picchiare da nessuno. Anzi al massimo succedeva il contrario”, diceva Marcello Lippi. E quei calzettoni “alla cacaiola” facevano parte della provocazione nei confronti degli avversari. Comunemente, il primo contatto in partita con l’avversario era falloso, duro, a far indispettire: dalla lotta che iniziava da quel momento, lui certo non si tirava indietro, e l’avversario indispettito perdeva progressivamente in lucidità mentale, scadendo in qualità del gioco, se addirittura non si faceva espellere tentando di restituire i colpi presi. Talvolta, questa tecnica non sortiva gli effetti sperati, e qualche volta gli andava male. Come quella volta, al Comunale, il 25 marzo 1962, con i bianconeri sotto di una rete con la Sampdoria per la rete di Brighenti ad inizio di primo tempo, rete che sarà anche l’unica di quel pomeriggio.

All’ottantesimo e Sivori è espulso dall’arbitro Grignani di Milano. Omar non se ne dà pace: la sua Juve sta perdendo, non gli è riuscito segnare, la gara si sta avviando all’epilogo e lui è stato espulso per un falletto di nessuna gravità. Non capisce, probabilmente fa finta di non capire che l’espulsione è avvenuta a causa dell’ennesima provocazione messa in atto, o forse lo capisce ed è ancor di più indispettito. E’ da pensare che Grignani abbia davvero considerato una sommatoria di falli, e in ogni modo ha il dito puntato verso l’ingresso degli spogliatoi. Diciamo che vorrebbe cacciarlo dal campo, ma Sivori, imbestialito, è sicuro che quell’ultimo fallo non sia particolarmente grave e si scaglia contro l’arbitro: meno male che Ernesto Bernardo “Tito” Cucchiaroni, l’ala sinistra doriana, anche lui argentino, lo ferma in tempo. Non l’avesse fatto, sarebbe stato radiato: quella volta, Sivori se la levò con sei giornate di squalifica.


La nostra pagina facebook

La nostra pagina twitter

Commenta con noi sul nostro forum!








 
  IL NOSTRO SONDAGGIO
 
Dopo la Cassazione su Moggi, cosa dovrebbe fare ora la Juve?
 
  TU CON NOI
   
 
   
 
  AREA ASSOCIATI
   
 
 
 
  DOSSIER
   
 
   
 
  LETTURE CONSIGLIATE
   
 
   
 
   
 
  SEMPRE CON NOI
   
 
   
 
Use of this we site is subject to our