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Eventi di S. BIANCHI del 19/05/2017 09:26:54
19 maggio 2007

 

Arezzo, 19 maggio 2007. Agli ordini dell’arbitro Rizzoli di Bologna, la gara tra Arezzo e Juventus finisce cinque ad uno per la squadra che gioca fuori casa. Marcatori: Del Piero 19’ e 76’, Chiellini 34’ e 49’, Floro Flores 45’, Trezeguet 87’. Questo è il tabellino della gara che decreta la fine dell’annus horribilis bianconero, anno pessimo non solo per la stagione disputata in serie cadetta, ma soprattutto per la perdita di quei due ragazzi che, il 15 dicembre 2005, annegano in un laghetto di Vinovo. Parlare ulteriormente di questa sventura, pare voler soffiare sul fuoco del mai sopito dolore dei genitori e di tutti quelli che ad Alessio Ferramosca e a Riccardo Neri volevano bene. Brutto mescolare il dolce ricordo di due ragazzi che stavano affacciandosi alla vita con le vicende non limpide che hanno spedito in Serie B la nostra (e la Loro) Juve.

L’Inter, reduce dalla splendida e gloriosa conquista dello Scudetto di Cartone, al termine della stagione 2006/07 si aggiudica il campionato competitivamente più basso degli ultimi anni, come conferma il superamento del record dal 1970 sul minimo degli spettatori medi a partita: 19.511. Certo, un campionato senza la Juventus e con Milan, Fiorentina e Lazio penalizzate in classifica, era un campionato perfettamente in linea con la pubblicità del “gratta e vinci”: “ti piace vincere facile?”. Lo confermò la stagione seguente un insospettabile come Mourigno, arringando quelle pippe dei suoi dopo il tre ad uno subito dall’Atalanta: ”Il primo scudetto l'avete vinto in segreteria, il secondo senza avversari, il terzo all'ultimo minuto”.

Ben più combattuto quel campionato di Serie B, in cui la Juventus, che per il fariseismo della Federazione e del CONI partiva con una penalizzazione di 30 punti, poi ridotti a 17 ed infine a 9, trovava nobili ma agguerrire decadute come Genoa, Bologna e Napoli, un quartetto che rappresenta la storia del calcio italiano visti i quarantasette scudetti cumulativi delle quattro squadre. Mai tanti tifosi hanno seguito un torneo cadetto, mai così tanto spazio gli è stato dato dai media: più che una Serie B, era una Serie A2.

La “tetrade”Blanc-Cobolli-Gigli-Secco” (per non confonderla con la Triade, maiuscolo e di tutt’altra levatura) pensa bene di disfarsi in via definitiva, e a prezzi di liquidazione, di Cannavaro, Emerson, Ibrahimovic, Mutu, Thuram, Vieira e Zambrotta. Sulle dichiarazioni di alcuni dei fuggitivi stendiamo un velo pietoso, ma le loro parole resteranno per sempre nella RAM del nostro cuore. Tre campioni del Mondo di Berlino come Buffon, Camoranesi e Del Piero, insieme a Trezeguet e Nedved, invece scesero in Serie B. Sentite Trezeguet: «Dopo essere tornati dai Mondiali, ci siamo incontrati in una delle sale di Vinovo. Ci siamo guardati negli occhi e ci siamo subito capiti. Eravamo parte di una grandissima squadra, tutti ci sentivamo legati alla società e dovevamo riportarla subito in Serie A. Sono orgoglioso di essere rimasto e di aver contribuito a quell'impresa». La Serie B non fu una palingenesi come affermato da alcuni idioti, convinti che accettando la serie inferiore, la Juventus sarebbe “tornata simpatica”. In quell’anno ho visto molte più gare di campionato della mia Juve di quanto non avessi fatto negli anni precedenti e seguenti, e vi posso assicurare che non fu per niente così. Gli unici a guadagnarci, i De Ceglie, Giovinco, Marchisio, Palladino e Paro che si sono conquistati i loro spazi crescendo professionalmente. Sentite Marchisio: «La possibilità di mettersi in mostra è stata decisiva per noi giovani. C'era la possibilità di arrivare in alto in poco tempo. Poi, sarà banale, ma è vero che se le occasioni arrivano bisogna poi anche saperle sfruttare. Io in quegli anni sono cresciuto in fretta».

La Juventus, a parte un mezzo passo falso all’apertura, col Rimini, alla nona giornata è già al terzo posto e alla fine del girone d’andata è in vetta, per poi accumulare sempre più punti sulle inseguitrici. La promozione è matematica alla quart’ultima giornata, il 19 maggio 2007, col cinque ad uno sull’Arezzo di Conte, condannato alla retrocessione. Ottenuta la certezza della promozione, Didier Deshamps, uomo tutto di un pezzo e da tempo in rotta con la “tetrade”, si dimette lasciando il posto a Corradini : una certa rilassatezza fa sì che il distacco dalla seconda non prenda ancor più corpo. La classifica finale recita Juve ottantacinque e Napoli settantanove, sei punti che con i nove della penalizzazione, divengono ben quindici.

La Juve accumula record: maggior numero di vittorie (28), minor numero di sconfitte (4), miglior attacco (83), e Del Piero, con 20 reti, è il capocannoniere del torneo. E’ l’anno della millantata palingenesi che non ci fu, ma è meglio così: meglio odiati e vittoriosi che simpatici e perdenti. E’ anche il primo anno in cui molti di noi, da libri e dal web, prendono coscienza di un distacco che si è creato per la prima volta, dal 24 luglio 1923, quando Edoardo Agnelli divenne Presidente della Juventus, tra i tifosi e parte della Famiglia che in oltre ottanta anni aveva sempre operato per il bene della Juventus.

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