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Editoriale di N. REDAZIONE del 06/06/2017 08:34:17
Il marito della Vecchia Signora: P. Perruquet

 

Di Crazeology

Per definire questa icona del tifo bianconero, ossia Piercarlo Perruquet (anni 77), esiste un solo modo: il marito della Vecchia Signora. Sempre presente, fedelissimo, affezionato, premuroso e affettuoso, in qualunque fase della storia del club, fin dalla fine della seconda guerra mondiale. Per questo suo amore forte e incondizionato ha girato l’Italia, l’Europa e il mondo intero. Dal 1960 fino al 1987, da Presidente dello Juventus Club Torino, non ha mai mancato una partita: casa e trasferta, campionato e coppe, comprese le due Intercontinentali a Tokyo. Per conto della Juventus si occupava della resa dei biglietti invenduti. In tasca porta sempre con se l’abbonamento di suo padre, che risale agli anni 30, (la Juve fece il record dei 5 scudetti di fila, record battuto ora dalla JULE6END che ne ha vinti 6). LINK
Il papà Emanuele portò Piercarlo allo stadio fin dall’età di sei anni, il quale vide la sua prima partita nel campionato 1945-46, Juve-Inter, (1-0, Locatelli). Emanuele e figlio a quei tempi conoscevano uno dei fondatori della Juve, Sandro Zambelli, ma anche Vittore Catella e Remo Giordanetti, così come Piercarlo da adulto ha poi conosciuto tanti altri dirigenti del passato (Luciano Moggi, Vittorio Chiusano, ecc). Piercarlo, ad oggi, ha vinto insieme alla squadra ben 26 scudetti e conserva per se una collezione di cimeli invidiabile (autografi, biglietti storici, foto, ritagli di giornale, ecc). Ma nella sua vita non ha solo amato la Juventus, ma anche tutti i tifosi bianconeri in generale; ha stretto amicizie ovunque, ha fatto favori in salsa bianconera praticamente a migliaia di tifosi che nel corso degli anni gli hanno chiesto qualcosa (un autografo, un biglietto, una maglia, o qualcosa di speciale), e ha fatto diventare bianconeri tantissimi bambini (compresi alcuni diventati vip nel corso dei decenni). Ed è ancora oggi un PR coi fiocchi. Ha partecipato come opinionista a centinaia di trasmissioni televisive e radiofoniche che parlavano di sua moglie, ossia la Vecchia Signora del calcio italiano. Era presente anche all’Heysel, ed è un’enciclopedia vivente di aneddoti; coi suoi racconti (belli, brutti, curiosi, divertenti e non) ci si potrebbero passare giorni interi senza stancarsi mai. Nella sua vita ha mangiato pane e Juventus, ha conosciuto tantissimi giocatori e dirigenti, e in vista di questa finale UCL 2017, è la persona ideale a cui fare qualche domanda che possa toccare le corde del cuore dei tifosi che in fibrillante attesa sognano quella Coppa.

Piercarlo, un po’ di “emozioni storiche”. Di tutte quelle che hai visto, qual è la Juve che ricordi con più affetto?
Non saprei sceglierne una…. Una storia troppo lunga e bella per poter scegliere. Ho conosciuto troppi giocatori, centinaia, forti e meno forti. Compresi Combi, Rosetta, ecc. Sono stato anche amico di molti di loro, e mi sono entusiasmato sempre per tutte le formazioni.

Qual è invece il giocatore che ricordi con più affetto?
Tantissimi. Però ho una certa venerazione per Bettega, perché da bambino veniva spesso con me in pullman coi suoi genitori per vedere la Juve in trasferta. Ho dei bei ricordi… E poi anche per Del Piero. Mi sono piaciuti molto entrambi anche fuori dal rettangolo di gioco.

Qual è la partita o la vittoria che ricordi con più emozione?
Non si contano. Però le due intercontinentali le ricordo con grande trasporto, perché la Juve era sul tetto del mondo. E poi anche il grande 3-2 alla Fiorentina con gol strepitoso di Del Piero. Ero in tribuna di fianco a Francesco Morini. Eravamo disperati, perdevamo due a zero. Poi…

Piercarlo, ti saresti mai aspettato di battere il record di tuo padre, che vide a suo tempo i mitici 5 scudetti di fila di Combi, Rosetta, Caligaris…? Tu ora ne hai visti addirittura 6, più tre Coppe Italia di fila… Come ci si sente in questa stagione così speciale?
Dire che è entusiasmante è dire poco. Abbiamo vinto contro tutto e tutti. Mi piacerebbe se mio padre fosse ancora vivo per poterlo vedere e festeggiare con lui… Oggi avrebbe 115 anni.

Ma non sei mai stanco di vincere?
No no. Neanche per sogno. Più vinci più ti piace vincere. Vorrei anche il 7° scudetto consecutivo e tutto quello che si può.

Qualche rammarico?
Uno. Per motivi di salute non posso seguire più le partite in curva insieme a tanti ragazzi che ho cresciuto io e che conosco da anni. Vado sempre in un altro settore. Ma forse l’anno prossimo in curva ci faccio qualche capatina…

Hai avuto modo di vedere tante Juventus diverse, anche dal punto di vista amministrativo e aziendale. Cosa pensi del calcio di oggi e di questa specifica Juventus molto moderna e proiettata al marketing e ai mercati internazionali?
Strutturata in modo eccezionale. Vince, ma ha un suo stadio, anche molto sicuro. Con bambini piccoli e famiglie. Senza petardi e fumogeni. Qualche anno fa sarebbe stato impensabile. Mi piace.

Veniamo all’attualità. Tralasciamo tutte le finali perse, e anche quelle vinte. Questa storica finale con il Real Madrid che sensazioni ti da e che riflessioni ti suggerisce? Secondo te è sempre il solito frutto proibito?
E’ già bello ed entusiasmante esserci, poi come andrà come andrà. Sono ottimista, ricordiamoci che ne abbiamo persa anche qualcuna per via di qualche scivolone arbitrale (Real e Barcellona). Ma se spesso nella nostra storia siamo lì a giocarcela, qualcosa vorrà pur dire.

Tre anni fa, poco prima di uno Juve-Genoa, ti sei sentito male: angina pectoris con principio di ischemia, ma hai rifiutato il ricovero per vedere la partita allo Stadium. Dopodiché, ti hanno operato d'urgenza: tre by-pass e poi un'angioplastica. Da qui nacque poi il divieto di andare a Berlino per la finale del 2015 contro il Barcellona. E questa volta invece dove guarderai la finale?
Non vado più in trasferta, e per il mio medico non dovrei andare neanche ai match in casa. Ma in casa ci sono sempre. La vedrò in compagnia, come sempre, o in piazza o in un bar. In casa no, altrimenti comincio a litigare con il mio fratello tifosissimo del Toro.

Hai un tuo rito scaramantico?
No. Mi godo sereno la partita, ed esulto come un matto quando segniamo noi. Sempre forza Juve, tutto il resto non conta!



NOTE:
- Questo articolo è pubblicato anche nel Freepress cartaceo JUVETORO, n. 25, anno VI, del 03-06-2017. Trattasi di un numero speciale, da collezione, per la Finale di Champions League 2017, Juventus-Real Madrid. Per scaricare e salvare gratuitamente una copia in pdf del giornale, clicca sul tasto rosso in basso nella pagina che si apre cliccando:
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