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Attualità di F. ZAGARI del 21/12/2009 13:49:31
Un Paese (non) Europeo

 

Come accade da inizio stagione, anche in questo week-end mi accingevo a collegarmi con i campi di calcio inglesi per seguire il più bel torneo di football dell’intero pianeta. Ma una domanda mi sorgeva spontanea: riusciranno a disputare le partite viste le difficili condizioni meteo a cui è stato sottoposto il vecchio continente?
La risposta è arrivata immediata. Nell’anticipo della diciannovesima giornata, a Portsmouth scendevano regolarmente in campo i padroni di casa contro il blasone del Liverpool. Una sfida importante per entrambe le compagini: i primi impegnati per la salvezza, i secondi per dare un senso ad una stagione cominciata con l’eliminazione dalla Champions League. Risultato finale 2-0. Ma al di la di quanto accaduto a livello tecnico e tattico emergeva chiarissimo un dato oggettivo: campo in perfette condizioni e spalti gremiti in ogni ordine di posto; e stiamo parlando del sud-ovest dell'Inghilterra.
Il resto della diciannovesima giornata di Premier è proseguito come iniziato: tutte le partite si sono disputate regolarmente (comprese quelle delle divisioni inferiori), offrendo a giocatori, pubblico presente ed utenti collegati via satellite il solito spettacolo che solo il calcio inglese è in grado di offrire.La curiosità mi ha spinto ad indagare anche nel resto d’Europa. In Germania, nonostante le abbondanti nevicate, si sono giocate regolarmente tutte le gare compreso il derby del nord tra Amburgo e Brema, idem in Francia e Spagna.

Imbarazzanti, invece, le immagini che venivano proposte dai campi italiani. Non si è giocato a Bologna, Firenze, Genova (?!) e Udine, senza contare i vari rinvii avvenuti tra serie B e serie C. E questo dovrebbe essere il campionato più bello del mondo?
Le domande da porsi e da proporre, dopo quanto visto, sono innumerevoli.
Si offrono contratti faraonici per chiunque abbia un nome esotico e non si salvaguarda il luogo in cui il fenomeno di turno dovrebbe fornire le proprie prestazioni?
Si cerca in tutti i modi di partecipare (con risultati miserevoli) alle competizioni continentali, spendendo quantitativi ingenti di denari, e non ci si mette nelle condizioni di rendere agibili gli spalti al pubblico pagante?
E di questo passo potremmo scrivere all’infinito, denunciando un pressapochismo che, non solo nel week-end calcistico, ha attraversato l’intero Paese.
Tempo fa scrissi, in materia di giustizia, che peggio di noi solo in Uganda.
Oggi confermo l’assoluta non professionalità anche in materia gestionale di situazioni critiche a cui può essere – in inverno può capitare che piova molto o che scenda la neve, o no? – sottoposto un Paese, e ancor peggio un’azienda (quella del calcio) che dovrebbe salvaguardare i propri interessi, che questi siano economici o sportivi, e l’interesse di milioni di tifosi e appassionati. Invece ci si professa all’avanguardia, si fanno i conti per conservare quattro posti in Champions League e si sbandiera al mondo intero che siamo i campioni del mondo. Sì è vero, siamo i campioni del mondo dell’inefficienza.

Oggi avrei dovuto scrivere dell’Inter, che ha portato a 9 i punti di vantaggio sulla Juventus, clamorosamente battuta in casa anche dal Catania – in soli tre anni si sta radendo al suolo quanto la famiglia Agnelli ha minuziosamente costruito dal lontano 1923 -, e 8 dal Milan, fermato come accennato in precedenza dalla neve caduta sull’Appennino tosco-emiliano, oppure dell’ennesima vittoria della Roma di Ranieri, giunta dopo mille problemi al quarto posto in classifica, o del nuovo Livorno di Serse Cosmi ancora vittorioso.

Invece ci ritroviamo con una giornata di campionato giocata a metà, un torneo che sopravvive e milioni di appassionati che, al contrario di quanto accade in Inghilterra, passeranno le vacanze natalizie senza la passione che da sempre contraddistingue discussioni, gioie e dolori dell’intero Paese. Un Paese sempre più non europeo.

Buone feste e tanti auguri!

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