Il 24 settembre 1967, allo Stadio Comunale, si gioca la prima gara di campionato tra la Juventus di Heriberto Herrera e il Mantova di Cadè. La Juventus è in campo con Anzolin, Adolfo Gori, Sarti; Leoncini, Giancarlo Bercellino, Salvadore; Simoni (sì, proprio lui), Del Sol, De Paoli, Cinesinho e Menichelli. In quel bel pomeriggio di sole, la gara è presto in discesa per la Juventus, grazie all’autorete di Spelta al tredicesimo minuto. Alla mezzora, lo stesso Spelta e Salvadore franano su Anzolin, che si rialza immediatamente, ma passano pochi secondi e l’agilissimo uomo di Valdagno si accascia di nuovo, semisvenuto a causa del dolore alla mano. Non può parare con una mano sola, e serve qualcuno che lo sostituisca. Fino a poco tempo prima, un compagno di squadra si sarebbe infilato la nera maglia d’Anzolin, mentre il portiere, con la mano debitamente fasciata, si sarebbe spostato all’ala, cercando di non far solo numero. Quell’anno, per la prima volta, anche alla Juve si approfittò della regola che consentiva la sostituzione del portiere, così non ci fu nessun cambio di maglia, ma un cambio d’uomini e numeri: fuori Anzolin, col suo numero uno, dentro Angelo Colombo, con la maglia numero dodici.
Sarebbe stata una domenica da incorniciare con ancora maggior enfasi se, al cinquantaseiesimo, Colombo fosse riuscito a parare il calcio di rigore di Corelli: intuisce la direzione del tiro e si butta dalla parte giusta, ma il pallone s’insacca ugualmente per la rete del pareggio. Evito la consultazione degli almanacchi agli amanti della precisione, comunicando che la gara finì poi sul risultato di tre a uno per noi, con le reti segnate da De Paoli al settantottesimo e da Menichelli a nove dal termine.
Al momento dell’incidente a Roberto Anzolin, erano già due anni che, in Italia, era possibile sostituire il portiere. E’ la prima sostanziale modifica dei regolamenti, nell’ottica di una modernizzazione e razionalizzazione del calcio. In effetti, di sostituzioni se ne sente parlare fin dalla fine del 1800, naturalmente dai campi britannici, ma questa pratica è normata da regole ufficiali solo dal 1964. E’ stato difficile iniziare, poi, nell’ottica dell’equità della gara sportiva, ma anche per il miglioramento dello spettacolo, dall’anno seguente è possibile sostituire un altro giocatore, anche per ragioni tattiche; dal 1994 le possibili sostituzioni divengono tre, ma una riguarda solo il portiere, ed è dal 1995 che si arriva alla formula definitiva, con tre sostituzioni senza altro vincolo.
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