Allora sei tornato, idolo della mia infanzia.

Sei tornato e sono sicuro che, varcando quella porta, il cuore ha occupato lo spazio dello stomaco: tanto grande per i battiti forti l'uno, quanto stretto dall'emozione l'altro.
E' un atto d'amore, lo considero un atto d'amore, vecchio amico mio; avevamo un patto e lo sai.
Volevamo riportarti a forza in quella che é casa tua, sfondando la porta e cacciando gli usurpatori e credimi/ci quella promessa non sarebbe stata vana.
Ma come si può resistere al grido disperato di chi ami? come si può? Lo capisco Roberto, ora lo capisco; non hai firmato un contratto né un patto con il diavolo, mai potresti farlo.
Chi ti ha richiamato é quella Vecchia e gloriosa Signora, vestita in bianconero che, seppur umiliata, selvaggiamente offesa, indegnamente stuprata, rimane per sempre la nostra meravigliosa creatura.
Ha bisogno di te ora.

E continuo a ripeterlo: come può un uomo resistere se ciò che ama continua ad invocarlo?
Rientri come sei uscito, questo é il tuo stile e ora so che mai avresti sfondato quella porta:
quelli come te non ne hanno bisogno perché nessun atto di forza sconfiggerà mai un atto d'amore e forse quest'atto é un altro regalo che mi/ci fai.

Come quei colpi di testa, come quelle rovesciate, come quelle braccia alzate al cielo figlie di un sorriso felice.
Come quella sofferenza, che conosce solo chi rischia di vedere svanire le proprie passioni, come quella forza che ha, chi vuole rialzarsi.
Non serve urlare, non serve spaccare quando sulle spalle, dentro il cuore, nella mente porti un patrimonio simile: non serve perché, prima o poi, è la vita che ti da ragione.

Ed é un bel regalo che riceviamo; sarà forse il Natale e quella sua atmosfera, sarà forse quella maglia che pervade questi giorni ma ora capisco: si chiama speranza, quel regalo.

Vorrei ringraziarti ora e chiederti scusa, altra parola che, assieme ad amore é cosi difficile da capire, da condividere, da mettere in pratica, da pronunciare.
Ma quel "non andare Roberto" era figlio della paura, di quella rassegnata sfiducia verso chi ti ha riaperto la porta; "digli di no Roberto" voleva proteggere chi, amando la Juve, mette in gioco se stesso.

Si può, mi chiederai di nuovo, non mettersi in gioco per Amore? per quello vero è necessario.
Comanda il cuore.
Allora Roberto, fai vincere il cuore, che vinca il cuore e vincerà la Juve .
Noi saremo sempre li, basta un cenno e capiremo.
"Forse fa male eppure mi va di stare collegato, di vivere di un fiato, di stendermi sopra al burrone di guardare giù. La vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare ".
Mi fido di te.