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Editoriale di S. BIANCHI del 10/11/2017 07:34:13
Liliam Thuram, reti ed autoreti

 

Lilian Thuram arriva dal Parma, ventinovenne, nella stagione 2001/02. La Juventus, oltre all’allenatore, con Lippi che torna al posto di Ancelotti, cambia Van der Saar e Inzaghi, cede alla “proposta indecente” del Real per Zidane e prende Buffon, Nedved e, dal Parma, Thuram. Statuario, bello nei movimenti, forse un po’ sopravvalutato, soffre un po’ il trasferimento alla grande squadra. Più elegante che pratico, le sue frequenti disattenzioni costano la perdita di punti in classifica, fino al suo dirottamento alla fascia destra, lasciando la posizione centrale all’inappuntabile e roccioso Ciro Ferrara. Saranno continue lamentele da parte del francese, fino alla richiesta di essere ceduto, a meno di non ritornare centrale. Fece anche una specie di sciopero: contro il Milan, il 9 dicembre, giocò una partita svogliata, mettendo spesso in difficoltà i compagni della difesa (Milan-Juve 1 a 1, Shevchenko e Del Piero). Qualche altra partita sottotono, poi il “miracolo del 23 dicembre” (Brescia-Juventus 0 a 4, Trezeguet, Del Piero, Ferrara e Davids): da allora, forse rassicurato da Lippi, forse rendendosi conto delle rispettive qualità sue e di Ferrara, migliorò progressivamente, fino a rendimenti più che accettabili. Forse comprese l’importanza del progetto, rispetto alle esigenze del singolo, fatto sta che, quando il momento arrivò, rifiutò le offerte delle sirene inglesi di United e dell’Arsenal.

Perché ve ne parlo? Perché il 10 novembre sono quindici anni dalla sua unica rete in bianconero in cinque anni. Siamo nel 2002 e il teatro è il “Delle Alpi”, dove si disputa la nona di andata tra Juventus e Milan. Tutto avviene nel primo tempo: bianconeri in vantaggio all’8° con Di Vaio, raddoppio di Thuram al 21°, col Milan che accorcia le distanze con Pirlo, su rigore decretato da Paparesta al 32°. In compenso, il francese fa due autoreti. La prima, in campo, peraltro ininfluente, nella gara di Bergamo del 30 gennaio 2005. Andiamo in vantaggio con Olivera al 23°, e il rigore di Del Piero ci porta sul due a zero a dieci dal termine. Proprio in chiusura, al 90°, l’autorete di Thuram che fissa il risultato di Atalanta-Juventus sul due a uno per noi.

L’altra autorete è morale. Immediatamente dopo la fuga precipitosa dalla Juventus, dopo la gara di Bari del 14 maggio 2006 (Reggina-Juventus zero a due: 23° Trezeguet, 91° Del Piero), appena trasferito al Barcellona, se ne uscì con: "La Juventus? Chi? Che cos'è? Per adesso penso solo alla Francia e ai mondiali". Rincara la dose al ritorno dalla tournee dei blaugrana negli States: "Calciopoli? E' normale la dura presa di posizione assunta dalla giustizia sportiva nei confronti della Juventus".

A parte essere l’unico al mondo a credere nella “giustizia della giustizia sportiva” italiana, a mio parere, ha gettato alle ortiche quello stile mostrato in cento anticipi ed entrate sicure sull’avversario, e con lo stile, la gratitudine per la Società che l’aveva acquistato a caro prezzo e l’amore dei tifosi che lo osannavano. Personalmente, ben poco m’importa del suo impegno politico e del suo essere ambasciatore dell’UNICEF: resta un piccolo uomo che in cinque anni di bianconero ha contribuito alla vittoria di due Supercoppe di Lega e di due campionati italiani. Altri, nel medesimo periodo, di scudetti ne hanno vinti quattro.

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