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Editoriale di S. BIANCHI del 17/11/2017 09:28:02
Mattrel, Sivori e Stacchini

 

Nel mio archivio degli eventi e fatti bianconeri, il 17 novembre 1957 appare con due voci: lo screzio tra Mattrel e Sivori e la partita che consacrò definitivamente Gino Stacchini.

E’ la Juventus che Umberto Agnelli rifonda dopo il biennio di Sandro Puppo e la quasi retrocessione dell’anno precedente. La panchina è affidata a Ljubisa Brocic, che può contare sui ritorni del portiere Carlo Mattrel e del mediano Rino Ferrario, l’acquisto dell’ala sinistra diciassettenne Bruno Nicolè e soprattutto sull’arrivo di John Charles e Omar Sivori. Da questa sorta di “golpe presidenziale” di salvarono in pochi: tra questi il grande Giampiero Boniperti e Stacchini, che Puppo impiegava col contagocce, preferendogli Stivanello, ma che invece è confermato su indicazione del nuovo tecnico slavo. Questa Juve profondamente rinnovata, che vede capitan Boniperti arretrare da centravanti a centrocampista rifinitore per Charles e Sivori, a fine stagione a conquisterà il decimo scudetto, quello della prima stella. E’ nata la Juve del “Trio Magico”, che in quattro anni vincerà tre Scudetti e due Coppe Italia.

In quella Juve, però non c’è solo «… la potenza gallese di John, la fantasia argentina di Sivori e la sapienza tattica tutta italiana di Boniperti», come scrive Mario Gherarducci. In porta, per esempio c’era un portierino ventenne niente male, Carlo Mattrel, viso d’angelo, buon piazzamento e con un’agilità felina, che non subiva ancora la concorrenza del più esperto Vavassori. Il primo dei due episodi che ricordavo, vede come protagonista, per una volta in negativo, proprio il numero uno bianconero. Teatro è lo stadio Comunale di Bologna, non ancora “Dall’Ara”, per l’undicesima d’andata di campionato. Siamo nel primo tempo e il risultato è di uno a zero per noi, per la rete di Nicolè al decimo minuto. Al quarantaduesimo, l’arbitro Moriconi di Roma assegna una punizione dal limite per il Bologna: tiro di Pascutti e pareggio. Il “Cabezon” guarda malissimo il portiere, che a sua volta guarda il suo capitano, e mentre compie il gesto sconsolato di allargare le braccia, timidamente si scusa: «Mi dispiace: ero coperto…». Sivori, che quando voleva era veramente perfido, sputa in terra e, acido, risponde: «La prossima volta scopriti, s****!».

Eccoci al secondo evento. Facile sapere, già dal titolo, a chi si riferisca: Gino Stacchini. Detto della vittoria nella competizione interna per il ruolo di ala sinistra (la posizione contro laterale era “proprietà” di Bruno Nicolè), questo romagnolo incarnava l’essenza dell’ala per quei tempi. Era veloce, dotato di ottimo dribbling e arrivava regolarmente alla linea di fondo, per pennellare, in corsa, ottimi traversoni all’indietro per la testa del possente Charles; in caso di difficoltà, nessun problema: essendo ambidestro, rientrava e crossava con l’altro piede. Anche se non tanto osannato quanto alcuni compagni, negli anni sessanta era piuttosto noto anche ai non intenditori di calcio per la pluriennale liaison amoureuse con la stella emergente dalla televisione italiana, la sua conterranea Raffaella Carrà.

Quel giorno, a Bologna, tra i quarantacinquemila sugli spalti, oltre a tantissimi sostenitori bianconeri, c’erano tutti i suoi amici di San Mauro Pascoli. Al decimo, Stacchini confeziona l’assist per la rete di Nicolè, poi, come detto, Pascutti riporta la gara sull’uno a uno. Neanche un minuto dall’inizio del secondo tempo ed ecco la perfetta assistenza del nostro per Charles, che confeziona il due a uno. Stacchini, al cinquattottesimo, dopo due assist si mette in proprio: da un batti e ribatti a centrocampo esce un lancio lungo per l’ala che raggiunge il pallone e trafigge Santarelli per il tre a uno. Un minuto dopo Boniperti chiude i conti con la rete del quattro a uno. Vani, per il Bologna, il rigore trasformato da Bodi al sessantasettesimo e l’autorete di Corradi venti minuti dopo. Vittoria convincente dei bianconeri e consacrazione definitiva per Stacchini, da allora indiscusso numero undici di quello squadrone, che il caso ha voluto essere sceso in campo a Bologna proprio con la formazione titolare di quell’anno: Mattrel, Corradi, Garzena; Emoli, Ferrario, Colombo; Nicolè, Boniperti, Charles, Sivori, Stacchini.

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