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Editoriale di S. BIANCHI del 08/12/2017 13:55:16
Déjà vu antijuventini

 

Capita spesso, leggendo, d’inciampare in dichiarazioni per poi rileggerle, pensando di non aver compreso: è tanta la loro assurdità che hanno bisogno di risposte contestuali. Se però tali assurdità sono concentrate nel tempo e, riguardando la Juventus sono amplificate a dismisura, occorrerebbe anche una risposta a un livello istituzionale, da chi, per statuto, dovrebbe difendere Juventus FC SpA a ogni livello. Un’amica mi ha sottoposto le ultime “chicche mediatiche” di un mondo sportivo che di Pierre de Coubertin ha rimosso anche il nome: ho cercato di rilevarne l’assurdità, se non il ridicolo. 

Ballardini. Il 20 dicembre c’è Juve-Genoa di Coppa Italia? Vai col polverone, e l’astuto successore di Juric se ne esce con: “Juventus-Genoa? Formula poco sportiva. La Juventus dovrebbe dire: siamo i più forti e veniamo a Genova". Lo sportivo, a parte il buongusto, optional gradito nella persona di sport, ma evidentemente non sempre presente, dovrebbe avere in sé il rispetto delle regole. L’attuale formula della Coppa Italia, che ha ridato slancio e interesse a una competizione asfittica, evita alle cosiddette grandi (quelle che fanno le coppe europee), un eccessivo numero di partite di avvicinamento alla fase finale. D’altronde, quelle che un tempo erano chiamate “squadrette”, ma che per il politically correct oggi sono chiamate “squadre minori”, hanno dalla loro parte un calendario della Serie A con un numero strabocchevole d’iscritte. La Germania, paese amministrato intelligentemente, ha solo diciotto squadre in Bundesliga: fosse così anche in Italia, la stagione scorsa il Genoa sarebbe retrocesso.

Ferrero. Oscar dello sport anche allo spiritato presidente doriano, che prima di Napoli-Juventus si dichiara a favore di un campionato a handicap, da applicare a chi ha vinto troppo negli ultimi tempi: "Niente contro la Juventus, ma se si scansa una volta lei dopo sei scudetti sarebbe cosa buona e giusta". Demenziale, psichiatrico o semplicemente impermeabile ai valori dello sport? Il livello dei presidenti delle squadre di Serie A si è abbassato parecchio.

Pecoraro. Il carico da undici lo mette lui, proprio perché uomo nel cuore del sistema. Il Procuratore FIGC dichiara, e a mio avviso nemmeno è importante a quale processo si riferisca: “C'è già una sentenza di primo grado che penso dica molto, credo che il sistema accusatorio regga o quanto meno noi ce lo auguriamo. Ovviamente ora l'ultima parola spetta ai giudici il prossimo 4 dicembre ed è giusto che sia così". Se io fossi un Magistrato, come prima cosa mi augurerei di non condannare un innocente, come seconda, che il processo al quale partecipo emetta una sentenza equa. Sperare che l’accusa regga, e quindi che l’imputato sia condannato, non è un pensiero da Magistrato, ma da giustiziere. Secondo me, solo per questa sua dichiarazione dovrebbe dimettersi.

Caputi. Sul Messaggero del 4 dicembre, dopo la vittoria bianconera sul Napoli, scrive: “E' tornato forte il timore che la Juventus sia destinata ancora a vincere lo scudetto". Molto lodevole, per un giornalista sportivo, seguire il vento degli sfigati facendosene bandiera, ma ricordo che non c’è stata barba di pennivendolo che, col proprio timore, sia riuscito a far arrivare qualche suo protetto sul gradino più alto del podio finché Usain Bolt non ha deciso di ritirarsi. Fa comunque piacere che il Signor Caputi, che scrive per uno dei più grandi quotidiani italiani, abbia fatto suo il motto di Lamberto Sechi per il settimanale Panorama: “I fatti separati dalle opinioni”, slogan che sembrerebbe il comandamento del perfetto giornalista.

Varriale. Poi, a proposito di perfetti giornalisti, ecco anche lui. La quantità industriale di metoclopramide (Plasil®) che è stato costretto ad assumere dopo lo zero a uno del San Paolo, firmato Higuain, gli ha fatto scrivere sulla sua pagina twitter (in RAI, fortunatamente, danni non ne fa più): “Leggo una grande euforia dei tifosi juventini giustificata dal risultato. @juventusfc a Napoli ha ritrovato grinta e orgoglio ma per vincere il 7mo scudetto non potrà giocare sempre da provinciale. La strada è ancora lunga. @G_Higuain si conferma grande in campo ma piccolo fuori”. Tralascio l’esegesi del corsivo e ben tre confutazioni logiche conseguenti, per soffermarmi su cosa, questo gigante della letteratura sportiva, si attenderebbe dal povero Higuain: ringraziamenti per fischi e insulti ricevuti da due anni a questa parte? Fare come Di Natale, che si dava malato per le trasferte dell’Udinese a Napoli? E non scrivo tutto quello che mi verrebbe da dirti, caro Varriale(*).

Insomma, di là dagli spasmi di qualche figurante, non sentite anche voi un senso di déjà vu? Non la bellissima canzone di David Crosby o l'album capolavoro di Crosby, Stills, Nash & Young, ma il “già visto” (e purtroppo sottovalutato) andazzo di quei mesi precedenti il 14 maggio 2006, con la Juve appena vincente sulla Reggina sul neutro di Bari e immediatamente cacciata in quell’inferno mediatico-giustizialista di Calciopoli. Che differenza c’è tra le battutine di un Mancini che, lasciando intendere di saperne molto di più, minacciava nei fatti una Calciopoli ancora in gestazione e un magistrato della FIGC che si augura la condanna dell’imputato bianconero? Come allora dominiamo i campionati, con le avversarie che, come allora, iniziano a mettere in campo mezzi altro che sportivi per combattere lo strapotere calcistico della Juventus. Giambattista Vico lo insegnava, quello che CSN&Y hanno messo in musica.

(*) Sapete perché, in Napoli-Milan, il gol in offside di Insigne è stato convalidato? Perché  hanno usato il VAR… riale!

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