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Editoriale di N. REDAZIONE del 10/01/2018 13:43:41
I giocatori e le maglie della Juve e dell'O. Marse

 

I giocatori che vestirono le maglie della Juventus e dell'Olympique de Marseille

di A. Pavanello

In questi giorni si fanno insistenti, sul mercato, le voci che danno prossimo il passaggio di giocatori come Lichsteiner o Sturaro all'Olympique de Marseille, ed è quindi l'occasione per fare una carrellata di quei giocatori che hanno percorso la traiettoria in un senso o nel'laltro, talora con risultati soddisfacenti, talora invece con cocenti delusioni.

Il primo ad aprire la strada, fu Roger Magnusson: dopo aver giocato alla Juventus solamente sei partite e in coppa dei Campioni, a causa di un regolamento che non permetteva ai giocatori stranieri di disputare il campionato, venne dapprima prestato (1968) e poi definitivamente trasferito all'OM (1970). I suoi dribbling a dir poco diabolici gli valsero il soprannome di le sorcier (lo stregone) e fu tra i protagonisti dapprima della vittoria in Coppa di Francia (1969), che pose fine a 21 anni di totale assenza di trofei per il club transalpino e successivamente (grazie alla sua associazione col forte attaccante Josip Skoblar) alle conquiste di due Campionati (1971 e 1972) e una seconda Coppa di Francia (1972).
La coppia Magnusson-Skoblar lasciò nei tifosi che poterono ammirarla, dei ricordi indimenticabili.

Passano ventiquattro anni e un giocatore compie il cammino inverso, con risultati che definire soddisfacenti sarebbe riduttivo: si tratta di Didier Deschamps. Dopo Nantes e un passaggio a Bordeaux, il ragazzo di Bayonne gioca con l'OM nella stagione della consacrazione, visto che solleva la Coppa dei Campioni (1993) nella storica finale col Milan. Arrivato alla Juventus nella stagione 1994/95, l'attuale CT della Nazionale Francese raccolse subito le prime soddisfazioni: Campione d'Italia e vincitore della Coppa Italia alla prima stagione (anche se un grave infortunio durante la preparazione estiva gli fece mancare una parte della stagione), solleva di nuovo la Coppa Campioni la stagione successiva (1996) e vince l'Intercontinentale con i bianconeri, prima di rivincere il Campionato (1997); cosa che si ripeterà anche l'anno successivo (1998). Per Didier la stagione sarà storica, visto che sarà tra i Bleus Campioni del Mondo.
Nel 1999 Dédé lascia la Juventus, ma il suo è un addio provvisorio, giacché ritornerà a Torino questa volta nelle vesti di allenatore e in un contesto decisamente più difficile, per riportare la squadra in serie A.
Deschamps non aveva però nemmeno detto l'ultima parola col club che lo aveva lanciato: nel 2009 diventa allenatore dell'OM e riporta il club sul tetto del campionato, dopo anni di magra a livello sportivo (2010), accoppiato alla Coppa di Lega, che il club vincerà anche nel 2011 e nel 2012.

Anche Alen Boksic giocò all'OM e alla Juve, anche se non fece mai il tragitto diretto; arrivato dall'Hajduk Split, s'impose come titolare inamovibile dell'undici di Raymond Goethals che vinse la Coppa dei Campioni, prima di lasciare (come Deschamps) il club travolto dallo scandalo delle partite comperate. Giocò nella Lazio per sei anni e arrivò alla Juve solo nel 1996/97, ma il cecchino che, accanto a Voeller, aveva segnato 32 gol in 58 partite (diventando tra l'altro capocannoniere) si era misteriosamente perso; contribuì comunque al titolo di Campione del Mondo per club e al ventiquattresimo Scudetto.

Fabrizio Ravanelli, pure vestì la maglia dell'OM. Dopo aver praticamente vinto di tutto con i bianconeri (Coppa UEFA nel 1993, accoppiata Scudetto-Coppa Italia nel 1995 e soprattutto Coppa Campioni nel 1996), penna bianca venne trasferito a Middlesbrough dove passò una sola stagione. Fu l'OM ad assicurarsi i suoi servigi e l'attaccante, tra il settembre 1997 e il dicembre 2000, segnò 30 reti. L'ex-bianconero contribuì abbastanza rapidamente alla progressione del club, ma un fatto lo perturbò, se non altro a livello di immagine: difatti, durante un acceso PSG-OM si procurò un rigore dopo il fallo commesso dal difensore parigino Rabesandratana, ma su tale fallo si scatenò la polemica, le immagini (troncate) fecero supporre che l'attaccante avesse simulato; una chiarificazione su quell'episodio andò in onda solo qualche settimana dopo, ma in una TV secondaria, mentre le l'attenzione era puntata sui sorteggi della Coppa del Mondo 1998 e il risultato è che Ravanelli fu trattato da simulatore e la sua nomea perdurò (ancora oggi!). La stagione successiva, segnando 14 gol, contribuì a issare la squadra di Courbis alla vetta del campionato e nell'anno del centenario, solo la sfortuna e alcune scelte tattiche discutibili (specie nel finale della stagione), impedirono all'OM di vincere il titolo; fu altresì finalista di Coppa UEFA nella stessa stagione. L'anno successivo ritornò in Italia (alla Lazio) alla pausa natalizia e la sua partenza indebolì non poco l'attacco bianco-azzurro (per l'OM d'altronde l'annata si sarebbe conclusa con una retrocessione evitata di un soffio).

Di Manuel Dimas Teixeira si può dire poco, se non che lasciò ricordi nient'affatto buoni né agli uni, né agli altri. Con la Vecchia Signora giocò solamente 39 partite tra il 1996 e il 1999, senza peraltro imporsi mai veramente (anche se con i bianconeri fu Campione d'Italia nel 1997 e nel 1998) ; dopo essere transitato per varie squadre (Fenerbahce, Standard Liegi e Sporting Lisbona), approdò all'OM durante il calciomercato invernale della stagione 2001/02: tuttavia il difensore mai si impose veramente e disputò solo sei gare con la squadra allenata da Albert Emon; alla fine della stagione terminò la carriera.

Mauricio Anibal Isla aveva raccolto i migliori trionfi con la Juventus: ovvero tre Scudetti (2012-2013-2016) e due Supercoppe Italiane (2013 e 2015), tuttavia gli entusiasmi iniziali si erano spenti fin dalla sua prima stagione, tant'è che si vociferò di una sua partenza già nel 2013, venne poi prestato al Queen's Park Rangers (Inghilterra) nel 2014, prima di ritornare dai bianconeri.
Prestato all'OM per la stagione 2015/16, dopo un inizio piuttosto difficile, dovuto alla concorrenza, si è imposto come titolare in seno al centrocampo, segnando anche il primo gol con i bianco-azzurri il 14 febbraio 2016. Ma per l'OM, la stagione si era rivelata difficile con un deludente tredicesimo posto e una finale di Coppa di Francia perduta nettamente di fronte al PSG. Alla fine della stagione, malgrado il rendimento complessivamente soddisfacente, il giocatore non fu stato riscattato.

Speculare al percorso di Isla, è quello di Mario Lemina: firmò con l'Olympique de Marseille agli ultimi sgoccioli del calciomercato estivo prima della stagione 2013/14, con la guida della squadra affidata al vulcanico Marcelo Bielsa e indossò per la prima volta la maglia dell'OM contro il St. Etienne. Tuttavia, a causa di una folta concorrenza, Mario Lemina non riuscirà veramente ad imporsi nel ruolo, cosa che si ripeterà nella stagione successiva, per di più caotica, visto che ben tre allenatori si susseguono (Bielsa si era dimesso ancor prima che il campionato iniziasse, per divergenze con la dirigenza del club ed era stato sostituito dal vice Passi, che divenne allenatore solo provvisoriamente, prima di essere sostituto dallo spagnolo Michel).
Prestato alla Juventus il 31 agosto 2015, dopo aver comunque disputato 4 match con i bianco-azzurri, ha vinto due accoppiate Scudetto-Coppa Italia (2016 e 2017), tuttavia ha disputato solamente 42 incontri in due anni (la dirigenza della Juve aveva comunque riscattato il giocatore), prima di partire per l'Inghilterra.

Se le perfomances di Lemina erano state tutto sommato buone (senza essere eccezionali), altrettanto non si può dire di Paolo De Ceglie: prestato dalla Juve (dove comunque non trovava più spazio) al club bianco-azzurro per la stagione 2015/16, il difensore si fece notare più per la lentezza che per altro. Per lui solo dodici presenze e ritorno alla base alla fine di una stagione contrassegnata dalla mediocrità.

La carrellata si conclude con Patrice Evra, che come De Ceglie ha fatto il cammino inverso, con risultati altrettanto deludenti, se non peggiori. La nuova direzione aveva deciso di chiamarlo al club nel gennaio 2015, per la sua nomea di uomo da spogliatoio, ma il difensore, fu ben lungi dall'essere un colpo di mercato: tonton Pat mai è riuscito ad imporsi e col tempo le sue performances diventavano sempre più negative, senza contare che i video, talora di dubbio gusto, da lui messi on-line ogni lunedì, hanno finito con l'alienargli la maggior parte delle simpatie della tifoseria. Il culmine si è raggiunto con il triste episodio pre-gara con il Guimaraes, quando il giocatore ha assestato un calcio ad un tifoso: dapprima sospeso dal club, da parte dell'OM e del giocatore si è poi giunti ad un accordo per la rescissione del contratto. Evra però non era nuovo a situazioni criticabili: non bisogna infatti dimenticare che fu tra i giocatori che organizzarono un tragicomico sciopero durante i Mondiali del Sudafrica (2010), che precipitarono l'eliminazione dei Bleus dell'allora CT Domenech.

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