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Attualità di N. REDAZIONE del 16/01/2018 08:03:11
Elezioni, canone Rai, telecronache, e altro

 

Di Crazeology

Siamo in periodo pre-elettorale, e ovviamente i
politici tentano di acchiappare elettori con qualche promessa da marinaio. Il politico è un "cazzaro" di professione, quindi è fisiologico che sia così. Non è giusto, probabilmente, ma è così, da sempre. Però, tra le diverse scoppiettanti promesse elettorali che ho sentito nelle ultime settimane, una mi ha colpito perché il tema tutto sommato è sempre caldo per noi gobbi: il canone Rai. Un po' perché ci è da poco stato imposto in modo assoluto attraverso la bolletta della luce (tra le altre cose, proprio dallo stesso politico che ora vorrebbe eliminarlo), un po' perché effettivamente ci si chiede istintivamente se noi Juventini ci guadagniamo qualcosa a guardare i programmi Rai.

Ovviamente il punto reale, che tutti i politici ben si guardano dal mettere in rilievo, è che sarebbe necessario non tanto eliminare in canone in se, ma fare prima una seria riforma della televisione pubblica in generale, la quale ancora non ha deciso cosa fare da grande e come farlo. Prende i soldi pubblici, ma fa anche molta pubblicità, al suo interno la politica la fa da padrone per la distribuzione delle poltrone, occupa tantissime frequenze, alcuni programmi sono decisamente scadenti, altri sono ottimi ma necessitano di tanti fondi per poter essere realizzati, alcune star tv guadagnano cifre da capogiro, e via così. Prima si dovrebbe riflettere per capire cos’è e cosa dovrebbe essere la tv pubblica, poi bisognerebbe fare una seria riforma, poi bisognerebbe capire meglio se il canone è ancora necessario, e conseguentemente quantificarlo in modo realistico. E un approccio più serio, ragionato, e volto a una pianificazione, servirebbe anche se invece il canone stesso fosse abolito d’imperio e il finanziamento alla tv pubblica arrivasse tramite un versamento diretto annuo dello stato, senza passare dai cittadini (che ovviamente pagherebbero lo stesso indirettamente). Bisognerebbe sapere cosa si sta facendo, prima di tutto, e con quali motivazioni sia di ordine tecnico sia di ordine “filosofico”, e i nostri politici non lo sanno praticamente mai, a meno che non si debbano fare favori agli amici. E questo è quanto.

Ora, restando alle redazioni sportive della Rai, e al trattamento riservato alla Juventus, la situazione è oggettivamente imbarazzante. I giornalisti tifosi ne combinano di tutti i colori, ma nessuno ne paga mai le conseguenze. Ricordiamo gli insulti in diretta a Benatia qualche mese fa, con tanto di risatine dei "professionisti" in studio (stiamo ancora aspettando il nome del responsabile), ricordiamo le mancate scuse ufficiali, ricordiamo certi tweet di alcuni giornalisti, ricordiamo certe telecronache assurde e smaccatamente di parte, ecc. A queste condizioni in effetti è dura pagare il canone per uno Juventino. Del resto il sentimento popolare anti-Juve è vivissimo un po' ovunque.

Per esempio, poco tempo fa un umorista ha realizzato un video per far riflettere: ha indossato una maglia della Juve ed è andato in giro per Roma (stadio compreso). Conseguenze? Ha ricevuto insulti, minacce, e altro. Ha poi sporto denuncia; “aspetta e spera”, direbbe il mio gommista di fiducia. Ora, che l’Italia sia il paese delle mille parrocchie è un fatto noto, quindi un certo andazzo è difficile da debellare, ma che queste parrocchie vengano fomentate anche da professionisti che, in quanto appartenenti alla tv di stato, dovrebbero essere autorevoli e superpartes, la dice lunga sullo stato di questo paese.

Come ricorderanno tutti i lettori sintonizzati qui ora, su questa sperduta pagina del web, il derby torinese di Coppa Italia del 3 gennaio è andato in onda senza telecronaca della Rai, e qualcuno ha detto che è stato un enorme autogol dei giornalisti. Per noi gobbi questo fatto in effetti è decisamente vero. Abbiamo goduto molto di più la gara (con annesse polemiche), senza dover ascoltare il solito telecronista antijuventino che tra uno svarione e l’altro, in modo maldestro, porta sempre l’attenzione sui supposti favori alla Juventus. Tra le altre cose, in questo paese pieno di cittadini con gli occhi foderati di tonno e carciofini, sorprendentemente sono tante le tifoserie che si lamentano dei giornalisti sportivi della Rai.

E allora la via da seguire è solo una: primo passo abolire le telecronache. Andrebbe fatto anche nelle tv private a dire il vero, ma nel privato le cose sono sempre un po’ più complicate. Per conto mio, solo grafiche con formazioni, nomi dei giocatori e qualche statistica, e siamo a posto così. Si dice sempre che fare la tv costa. Tutto vero. Allora è arrivato il momento di cominciare a risparmiare, e quindi la prima cosa da fare è entrare a piedi uniti sulla Rai. Anche per tutto quello che riguarda i programmi sportivi in generale, e non solo per le telecronache. Con un bel po’ di tagli non è detto che si possa togliere il canone, ma qualche costo lo abbassiamo di sicuro. Da qualche parte, per poter parlare di eliminazione del canone, bisogna pur cominciare. Ecco, io prima di parlare di altri programmi tv e sprechi vari, partirei dal calcio.

Le polemiche? Quelle ci saranno lo stesso, in qualunque bar, sul web, ecc, ma nessuno pagato dai cittadini potrebbe prendersi la briga di buttare altra benzina sul fuoco. Via subito le telecronache e poi un bel po’ di tagli ai programmi di commento. Si dice che l’informazione deve essere sempre garantita nelle democrazie. Vero. Ma, premesso che ora c’è ma è smaccatamente di parte e decisamente non autorevole, confezioniamola da capo. Tutto più semplice e conciso. La pacchia deve finire.

Attendo con ansia che qualche politico serio si faccia carico davvero di questa necessità del paese.
Ora che ho finito il mio piccolo comizio, vado dal mio gommista di fiducia e gli riporto tutto quanto ho scritto qui. Gli racconterò della mia proposta, che per essere moderno e attuale, descriverei come "Smart". Cosa mi dirà il mio gommista di fiducia credo che sia già stato scritto poco sopra.

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