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Farsopoli di N. REDAZIONE del 06/02/2018 08:48:59
Calciopoli: telefonata inedita De Santis-Bergamo

 

Di Crazeology

Come molti lettori ricorderanno (si spera), il processo di Napoli riguardante "Calciopoli" e tutta la relativa pasticciata inchiesta, non hanno portato a nulla di chiaro riguardo alla verità dei fatti. Lo scandalo vero infatti non è calciopoli, ma è che nonostante tutto ci sono state alcune (poche) condanne, mentre da quanto è venuto fuori nel processo non risultava esserci nessun sistema mafioso o pseudo mafioso che teneva in mano le redini del calcio d'Italy. Anzi, è venuto fuori che sicuramente tutti i club e tutti i dirigenti facevano pressioni.

Forse nessuno vi ha mai spiegato, cari lettori, che senso avevano queste pseudo pressioni, e allora mi permetto di farlo io. Le pressioni erano quasi sempre legittime (l'Inter però sarebbe da scandagliare mooooooolto meglio, e va considerata un caso a parte), perché i rapporti con i designatori non erano vietati, ed erano persino utili. Utili addirittura? Si. Utili per sondare i tanti e variegati stati d'animo e le tensioni emotive dei diversi club, e tutte le circostanze che attorno vi ruotano/ruotavano, in modo che i designatori potessero sapere ogni settimana come provvedere a garantire dei buoni arbitraggi.
E' importante per il designatore e per l'arbitro prescelto, sapere in quale situazione potrebbero trovarsi a breve. A questo servivano conseguentemente le celebri "griglie", ossia a cercare di pesare l'importanza e la difficoltà delle singole gare, e a fornire conseguentemente un arbitraggio del più alto livello possibile di qualità, tenuto conto degli ovvi vincoli fisiologici come città di residenza, numero di partite arbitrate, lo stato di forma dei singoli arbitri, ecc.

Altro aspetto che nessuno mai considera, è quello che è oggettivamente giusto che un club e i suoi dirigenti possano dialogare con i designatori (che, attenzione, non sono coloro che vanno in campo), per poter sviluppare legittimamente anche un rapporto simile a quello di uno "sportello reclami", o "sportello segnalazioni", o "sportello clienti", o "sportello relazioni con il pubblico", o qualcosa del genere insomma. Vietare questo tipo di rapporto è un'idiozia e un'ingiustizia. L'importante è che il designatore ascolti tutti in egual modo e poi continui a scegliere in autonomia, in modo onesto, limpido e professionale. Il dialogo in teoria, se portato avanti da entrambe le parti in modo educato, nei binari della legalità e rispettoso dei propri ruoli, non può mai essere errato in partenza.

Ora, chiuso questo preambolo, veniamo ai fatti più recenti. Pochi giorni fa è stata resa nota una nuova telefonata i cui protagonisti sono l'ex arbitro Massimo De Santis, e l'ex designatore Paolo Bergamo (Link). In realtà si tratta di due telefonate, perché nella prima ad un certo punto cade la linea e quindi è stata necessaria una seconda telefonata per concludere il dialogo.
Come molti forse ricordano, l'arbitro De Santis è stato condannato in via definitiva per le partite Lecce-Parma 3-3 (29-05-2005) e Fiorentina-Bologna 1-0 (05-12-2004).

Allora. La prima partita fu delicatissima e molto difficile per via degli stati d'animo dei giocatori e delle posizioni in classifica, perché era fine maggio. E per la condanna fu presa a pretesto un'altra telefonata dove il De Santis si vantava con un collega di aver fatto un capolavoro. Manco a dirlo, l'interpretazione degli inquirenti fu completamente scollegata dalla realtà e campata in aria. Non a caso l'osservatore arbitrale che vide il match e che valutò l'operato dell'arbitro, la definì un capolavoro tecnico (senza errori), perché il match fu ricco di ammonizioni da entrambe le parti (8 in tutto), ma anche di 3 gol per parte. Totale 6 reti. E anche se taroccare o indirizzare una partita, facendo segnare ben 6 reti, e riuscire a generare un pareggio, non si vede nemmeno in un pessimo film di Hollywood, l'accusa al tempo era che si trattava di una partita addomesticata per aiutare la Fiorentina. Ricordiamo, giusto per completezza, che l'allenatore (?) del Lecce era Zdenek Zeman, che ad un certo punto del match si mise dietro la panchina di spalle al campo per protesta. E ricordiamo anche che in diverse occasioni l'arbitro De Santis disse che sfidava chiunque a segnalargli i supposti errori in malafede commessi, riguardando con calma le registrazioni del match. In sostanza le accuse ricevute sono sempre state infondate e senza vere prove a supporto. Solo chiacchiere e piagniucolii italioti vari. As usual.
Piccola curiosità: in tutto questo pasticcione cosa c'entra la Juve, visto che l'arbitro in questione secondo l'accusa sarebbe stato il capo cupola degli arbitri asserviti ai bianconeri? I bianconeri a loro volta, dunque, armeggiavano sottobanco con gli arbitri per aiutare la Fiorentina? Premesso che ne capisco poco di chimica, secondo voi, io, nel mio piccolo, di quanto crack dovrei fare uso di preciso se volessi arrivare a questa folgorante e fantasiosa intuizione? Fatemi sapere, cari lettori.

Veniamo alla seconda partita, che invece fu Fiorentina-Bologna. Un altro caso, l'ennesimo di tutto il processo, dove vi furono moltissime incongruenze di vario genere. Questa telefonata fu anche presentata nel processo di appello dalla difesa, ma non venne accolta come prova e non venne nemmeno ascoltata.
Eccola qui:

LINK al video delle intercettazioni

Cosa se ne deduce? Innanzitutto che De Santis da una spiegazione precisa per ogni decisione presa. Non sembra affatto in difficoltà, non accampa scuse come "non riuscivo a vedere", "ero coperto", o simili". Ma non solo. Questo dialogo viene sostenuto e portato avanti con un altro soggetto specializzato del settore che riveste una carica superiore, il quale fa domande precise, ha già visto le immagini della gara, e ha già ascoltato anche il contenuto delle filippiche dei soliti protestatori professionisti di tv e radio, e dunque si fa spiegare bene cosa è avvenuto e perché. E il De Santis sa benissimo che non avrebbe potuto prendere in giro Bergamo in scioltezza.
C'è poi un altro piccolo ma grosso dettaglio: dato che anche Bergamo secondo l'accusa sarebbe stato parte del sistema, perché De Santis avrebbe mai dovuto dare delle spiegazioni ad un supposto complice? Questa doppia telefonata, dunque, sarebbe stata utile come prova a discarico, ma ovviamente è rimasta fuori dai procedimenti.

Terminiamo con un'ultima riflessione. In molti ricorderanno quando, al momento dell'esplosione dello scandalo, qualcuno cominciò a cercare gli errori arbitrali di De Santis che nel tempo avevano danneggiato la Juventus. Ne trovarono. In particolare uno che costò alla Juve una Supercoppa Italiana (gol regolare annullato a Trezeguet). Ma in realtà ce ne furono diversi. Inoltre, sempre sullo stesso binario riflessivo/deduttivo, anche durante il processo penale di Napoli, molti avvocati difensori degli imputati sottolinearono, riguardo a molte telefonate, il fatto che i toni dei dialoghi delle stesse non erano per niente loschi o da complotti sottobanco. Erano semplicemente dialoghi fisiologici e informali tra i protagonisti di quello o quell'altro episodio. Non era assolutamente percepibile un tono complice o una trama illegale sotterranea. Una delle risposte più classiche dell'accusa a questo tipo di impostazione era quella che, cronologicamente parlando, da un certo punto in poi, molti degli imputati erano a conoscenza del fatto che erano intercettati e hanno evitato di compromettersi nei dialoghi e nel loro operato (sul campo e non).
A questo riguardo, possiamo ricordare che per esempio l'avvocato Prioreschi in aula chiese ad Auricchio perché non fu presa in considerazione durante l'indagine la partita Milan-Juventus (importantissima per le sorti del campionato), ed egli diede proprio questa risposta. Ossia i protagonisti sapevano che c'erano indagini e intercettazioni in corso, e quindi non aveva senso tenerla in considerazione. Peccato però che quella partita si giocò l'8 maggio del 2005, mentre il documento ufficiale del Tribunale di Napoli, (Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari), con il quale veniva sancita una proroga delle indagini (per legge è dopo i primi sei mesi dall'inizio delle stesse), è datato 9 maggio 2005 (ossia il giorno dopo). E presupponendo almeno un paio di settimane ulteriori per i tempi di notifica, e per dare il tempo affinché la notizia si diffondesse anche nel mondo pallonaro e non solo nei lugubri e tetri corridoi dei tribunali, con tutta la buona volontà non sembra possibile che i protagonisti potessero sapere per tempo delle indagini.
Discorso simile anche quando in aprile la Juve giocò contro l'Inter, arbitro De Santis, e venne squalificato Ibrahimovic per tre giornate (compresa proprio la gara col Milan). Anche per quel caso Auricchio disse in aula che De Santis sapeva delle indagini. E anche in quel caso qualcosa nelle date non torna.

Qui il documento di notifica di proroga del termine delle indagini preliminari: LINK
Piccola curiosità: anche qui, in tutto questo pasticcione cosa c'entra la Juve, visto che l'arbitro in questione secondo l'accusa sarebbe stato il capo cupola degli arbitri asserviti ai bianconeri? Moggi si occupava anche di Fiorentina-Bologna? E, al di là delle chiacchiere tra dirigenti, nel concreto cosa ci avrebbe mai guadagnato? E delle avvincenti e agitatissime partite della bocciofila sotto casa mia perché il Moggi non se n'è mai occupato?

Ultimissima provocazione e poi chiudo davvero, lo giuro.
Domandina-ina-ina per i lettori più attenti: ma se De Santis sapeva delle intercettazioni e delle indagini, e da un certo momento in poi ha simulato "correttezza" per tirarsene fuori, perché allora è stato condannato per una partita (Lecce-Parma), che si è svolta addirittura quando tutti probabilmente sapevano che vi erano delle indagini in corso, ossia il 29 maggio 2005? Perché sarebbe stato così fessacchiotto da farsi beccare rientrando alla luce del sole nella combriccola e nel sistema illecito?
La risposta, anche questa volta, forse, la troverò grazie al crack, che volete che vi dica...

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