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Attualità di N. REDAZIONE del 27/04/2018 15:33:31
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Di Crazeology

Tanto tempo fa conoscevo un grande Juventino, si chiamava Tonino, una persona per bene, seria, d'altri tempi insomma, che ha lasciato la terra poco dopo i 50 anni per una malattia professionale, lasciando la consorte e due figlie. Anche se proprio non se lo meritava, la malattia cieca e spietata lo consumò lentamente, e lui morì a casa sua, nel suo letto, tra le braccia di sua moglie. Avvenne molto prima di calciopoli, credo una ventina di anni fa.

Chiacchierando con lui di Juventus, tanto tempo addietro (a quei tempi già cominciavano i primissimi piccoli spezzatini televisivi e le prime partite non in contemporanea alle altre, i primi esperimenti insomma), si lamentò moltissimo con me. Diceva che non era corretto far giocare le partite ad orari diversi, e magari anche in giorni diversi. Secondo lui si rischiavano imbrogli e pasticci di vario genere, o scarso impegno di alcuni giocatori dovuto a risultati già acquisti da se stessi o da altri. Non era giusto nei confronti dello sport, dei tifosi, di chi pagava un salato biglietto e di chi giocava la mitica e ormai archeologica "schedina" del Totocalcio. Ci ripenso spesso a Tonino e a quel che mi diceva. Mi capita tutte le volte che controllo sul televideo il programma e gli orari delle gare. Chissà come sarebbe indignato oggi nel vedere dove è andato a finire il calcio nel giro di un paio di decenni circa...

Eppure i soldi che i club di calcio riescono a racimolare, oggi li prendono soprattutto dalla commerciabilità della visione delle gare. Poi ci sono anche le gare di coppa, e gli spostamenti fisiologici per sostenere tutti gli impegni nei diversi tornei. Tutti ormai, bene o male, volentieri o obtorto collo, ce ne siamo fatti una ragione. Lo spezzatino è sempre nel menu, nel ristorante del pallone. E nel farcene una ragione (addetti ai lavori in primis, ossia quelli che guadagnano il soldo pesante), tutti diamo per scontato che qualche volta il club che seguiamo (come tifosi o come allenatore, poco cambia), di volta in volta può avere qualche vantaggio o qualche svantaggio nel giocare prima o dopo. La vita "calcistica" va così. E dipende anche da caso a caso, e da vantaggio a vantaggio (lotta scudetto, o retrocessione? Vantaggio fisico o climatico o psicologico? E via discorrendo).

Ora, come se potesse avere un senso, e come se la matematica del valore reale di un punto fosse diversa dall'inizio della stagione rispetto alla fine (in teoria un punto vale sempre un punto), il sistema calcio, per dare una parvenza di trasparenza e correttezza del torneo, si è da tempo organizzato affinché nell'ultima giornata tutte le partite siano giocate in contemporanea. So benissimo che scrivere "trasparenza", "correttezza" e "sistema calcio" tutte nella stessa frase è come prendersi un pugno in un occhio, ma le cose stanno così. E tutti, come dicevo, ci siamo adeguati o rassegnati.
Tutti meno uno: Sarri. Un uomo, un fazzoletto, direbbe qualche buontempone. Se il Napoli gioca prima piange perché gioca prima, e chissà cosa succede dopo. Se il Napoli gioca dopo, piange perché gioca dopo, e chissà cosa è successo prima. Se il Napoli gioca col freddo, piange perché lui ama il sole, la primavera, l'estate, stessa spiaggia stesso mare. Se il Napoli gioca col sole, piange perché ha nostalgia della neve, del Natale e dei regali sotto l'albero, tu scendi dalle stelle.
Ma non sarà il caso di crescere e di finirla coi piagniucolii?
Macchè, egli non desiste, sta sempre col fazzoletto in mano. E infatti il Napoli pochi giorni fa ha richiesto, per queste ultime 4 gare di campionato, che le gare fossero in contemporanea. La Lega Calcio ha accolto solo parzialmente la richiesta. Negli ultimi 2 turni di campionato, ordunque, le gare di Juventus e Napoli si giocheranno in contemporanea. Per evitare irregolarità verranno programmati blocchi di partite allo stesso orario in base ai diversi obiettivi di classifica, anche in relazione a zona Champions, Europa League e retrocessione.
Ora, visto che Il Napoli aveva chiesto la decisione per 4 turni, ma l'ha ricevuta solo per 2, sicuramente l'uomo in tuta oggi sarà seduto sulla poltrona di casa, davanti alla tv, triste triste e col fazzoletto in mano.

Sapete, cari lettori gobbi, cosa dovrebbe fare un uomo buono, paziente, e di buona volontà? Dovrebbe sedersi vicino a Sarri, sulla poltrona di fianco alla sua, lo dovrebbe abbracciare, coccolare, gli dovrebbe togliere il fazzoletto dalle mani, e con dolce e pacata voce rassicurante, mentre gli asciuga pian pianino i lacrimoni, gli dovrebbe spiegare con parole semplici semplici, che quando qualcuno presenta alla Lega Calcio questo tipo di richieste, potenzialmente possono essere sconvolte le coperture televisive e gli accordi con i broadcaster. Ed è proprio da queste brutte e lugubri cose tecniche e formali che i club, ricchi e poveri, prendono i soldini per pagare gli stipendi ai milionari e ai semi-milionari del mondo pallonaro. Tutti, sia quelli coi tatuaggi che corrono in mutande, e sia quelli in tuta a bordo campo.
Questo, che ci piaccia o no, è l'humus del calcio odierno, e i soldi sono il concime con cui questo si arricchisce; così crescono le pianticelle di pomodoro, il grano da cui si fa la farina per fare la pizza, ecc. Capito?
E' così da inizio stagione alla fine.
Caro amico fazzoletto, instancabile, fedele e ardimentoso eroe, testimone silenzioso di mille pianti, fammi una cortesia, prova a spiegarglielo tu.

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