L'ultima giornata di campionato ha sancito l'ennesimo ribaltone di questa volata scudetto a due, una volata a rilento, col freno a mano tirato fra due squadre evidentemente cotte e bollite, come si era capito anche nella bruttissima partita inopinatamente ribattezzata "big match".
Ancora una volta il fattore psicologico ha pesato più di quelli tecnico, tattico, atletico. La rimonta assurda della Juve a San siro ha di nuovo spaccato le fragili menti napoliste, già provate dal gol di Dybala contro la Lazio. Ieri come allora la squadra del ciuccio non ha saputo resettare l'ottovolante emozionale che la sera prima la vedeva praticamente campione d'Italia a un minuto dalla fine, per poi ritrovarsi a fine partita di nuovo a meno quattro e con l'obbligo di strappare i tre punti a Firenze. ma questo è lo sport, il suo bello e il suo brutto. Qui, oggi, il fatto meramente sportivo ci serve, purtroppo e di nuovo, solo per introdurre lo schifo dell'ennesima domenica passata a latrare più di arbitri e VAR che non di sport.

Sappiamo tutti com'è andata: silent check per confermare la bontà del gol di Douglas Costa; VAR per decidere che l'entrata di Vecino fosse da rosso anziché da giallo, decisione corretta. Di nuovo VAR per annullare un gol in fuorigoco evidente a Matuidi, col dubbio che prima che la palla giungesse al francese ci fosse un fallo su Higuain. Niente VAR, ad inizio ripresa, per un netto fallo di Skriniar in area, sempre su Matuidi, la cui unica colpa è stata quella di barcollare dopo il contatto, ma di rimanere in piedi; errore netto contro la Juve. Poi il fattaccio, quello su cui, ovviamente, tutti si sono scagliati: il mancato secondo giallo ad uno stupidissimo Pjanic, che in più di un'occasione si è andato a cercare la doppia ammonizione. Primo ed unico errore evidente contro i cinesi. Insomma: un arbitraggio non proprio perfetto, ma che di fatto non ha condizionato un match che ha preso i connotati di una rimonta epica grazie al pessimo lavoro di entrambi i tecnici. Eppure oggi è stato schierato il plotone di esecuzione, l'ennesimo, accompagnato dallo schifo di una "intercettazione" fra Allegri e Tagliavento dalla quale non si ricava nulla se non, forse, che Allegri abbia detto "sono stato bravo", probabilmente riferendosi al fatto di essersi allontanato subito dal campo e senza proteste dopo l'espulsione comminatagli da Orsato. Un niente sul quale l'impresentabile procuratore Pecoraro, dichiarato tifoso napoletano, sta imbastendo l'ennesima inquisizione antijuventina ed ancora da Torino non si vedono arrivare in marcia i fantomatici caschi blù agnelliani. Siamo in trepidante attesa della milizia da 8 anni...

Ma neppure questo è il tema di giornata. Il vero tema, direi della stagione, direi persino della storia futura dei campionati "attenzionati" dal VAR, è che senza quel VAR da tutti evocato questo scudetto la Juve non l'avrebbe mai vinto, perché Vecino non sarebbe stato espulso e questa Juve pietosa in parità numerica avrebbe perso contro l’inter; perché neppure Koulibaly sarebbe stato espulso, magari i ciucci avrebbero dovuto recuperare il rigore concesso, ma con ben altro spirito, sapendo che la Juve la sera prima aveva perso e quindi, con ogni probabilità, avrebbe ribaltato il punteggio. Quindi questo scudetto, ieri e oggi, è stato probabilmente assegnato da quel VAR che questa varia disumanità antisportiva e antijuventina ha preteso per anni nella speranza che fosse l'arma anti Juve definitiva.
Ecco perché stanno scoppiando, tutti quanti, loro e i loro cervelli aVARiati. Perché si sono tirati la loro stessa zappa sui piedi, perché hanno stabilito loro, i paladini de "la Giuve che rruvva", che la tecnologia, come prima sancito dalla storia, ha dimostrato la bontà delle vittorie juventine, quelle che questi zozzoni senza coscienza hanno sempre imbrattato.

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