di A. PavanelloNel corso della storia più che centenaria della Juventus, non sono poi molte le occasioni in cui la “Vecchia Signora” vince il titolo, ribaltando il pronostico che dava vincente un’altra squadra; in effetti il più delle volte è la Juventus ad essere inseguita e non inseguitrice. Una di quelle rare volte in cui la Juventus agguantò lo Scudetto all’ultima giornata, merita di essere ricordato.
Siamo alla stagione ‘66-67 e l’allenatore della Juventus da alcuni anni è un «sergente di ferro», ovvero il paraguaiano Heriberto Herrera, che non ha nessun rapporto di parentela con Helenio Herrera, detto “il mago” e vincitore di tre scudetti e due coppe dei campioni con l’Inter. Sono anche gli anni di una Juventus meno lucente, rispetto ai tempi, ormai lontani, del «trio» Boniperti-Charles-Sivori, una Juventus collettiva, fondata sul «movimiento», secondo il credo di Herrera, questo per sopperire, secondo diversi osservatori, ad un tasso tecnico deficitario. A rinforzare la squadra sono giunti Rinero, Favalli e De Paoli, mentre sono rientrati dai prestiti Coramini e Sacco.
L’inizio in campionato è lungi dall’essere confortante, giacché la compagine bianconera si fa sorprendere sul terreno dell’Atalanta (vittoria 2-0 dei padroni di casa), vince poi con Lecco e Fiorentina, ma nelle due giornate successive, rallenta: in effetti se la difesa, composta da Bercellino, Castano e Salvadore tiene, è l’attacco a creare problemi, De Paoli e Menichelli non trovano la via del gol. I nerazzurri invece continuano a vincere e il distacco aumenta. Il copione della stagione è così già scritto: l’Inter davanti e la Juve ad inseguire.
Il distacco tra le due squadre si annulla il 18 dicembre, quando l’Inter viene sconfitta dalla Lazio, mentre la Juventus aveva vinto col Venezia. Ma l’appaiamento dura poco: la giornata successiva, pessimo regalo di Natale per la Juve che fatica a rimontare il gol segnato dal Milan (alla fine sarà pareggio), i nerazzurri superano il Cagliari. A fine anno lo scontro diretto a San Siro: sarà un nulla di fatto tra le due pretendenti.
I nerazzurri concludono il girone d’andata con un punto sui bianconeri, la Juve però avrebbe potuto superare i rivali... se solo l’arbitro avesse visto il gol di De Paoli nella gara contro la Lazio (il pallone entrò e uscì dopo aver sbattuto contro i ferri di sostegno della rete); qualche polemica e pure un reclamo inoltrato dalla società bianconera, reclamo che però sarà respinto. La squadra di Heriberto tiene duro e travolge la Fiorentina la giornata successiva, ma il distacco dai campioni d’inverno rimane lo stesso, anzi, sale nelle domeniche successive.
E’ il Torino a fare un inaspettato regalo ai bianconeri, battendo a sorpresa i nerazzurri, mentre la Juventus s’impone, seppur a fatica, con la Spal. Illusione tuttavia di corta durata, il distacco aumenta di nuovo, a quattro punti, dopo che l’Inter vince col Venezia, mentre la Juve é seccamente battuta dal Bologna. Il distacco continua ad oscillare. E’ di tre punti dopo il pareggio tra Inter e Lazio e la contemporanea vittoria della Juventus sul Venezia, ma ridiventa di quattro punti dopo la sconfitta dei bianconeri sul terreno del Milan.
Il destino del campionato parrebbe segnato per gli uomini di Heriberto, ma invece il più bello inizia proprio con lo scontro diretto, giacché i bianconeri battono i rivali con un gol di Favalli: il distacco si riduce a soli due punti. Alla penultima giornata, il pareggio in casa con la Fiorentina, frena ancora l’Inter, mentre la Juve passa a Vicenza, grazie al gol di Menichelli. Manca una giornata e il campionato è quanto mai incerto: la Juve è impegnata con la Lazio sull’orlo della serie B, mentre l’Inter gioca a Mantova. La formazione bianconera, dopo un primo tempo in cui era stata contenuta dal gioco laziale, sblocca il risultato nella ripresa, alla fine sarà 2-1 per i bianconeri.
Ma è da Mantova che arriva la sorpresa: i nerazzurri non riescono a dominare i mantovani e nella ripresa, il portiere interista Sarti non riesce a bloccare un innocuo cross del mantovano Di Giacomo: alla fine è sconfitta e l’Inter perde lo scudetto.
La Juventus si aggiudica uno dei campionati più incredibili della sua gloriosa storia. Il giorno dopo il “Corriere dello sport” titolerà “Juve: scudetto della fede”.
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