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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di M. LANCIERI del 13/01/2010 15:46:55
Un albero dalle radici marce

 

Ogni giorno che passa, questa Juve post-farsopoli fa tornare alla mente la battuta di Woody Allen: “Quando credi di avere toccato il fondo, non disperare, puoi sempre cominciare a scavare”.
È difficile trovare anche solo un aspetto positivo di questa società. A partire dai giocatori, che appaiono sempre più scarichi e fuori fase, fino al sito internet, che i gestori si dimenticano di aggiornare per due anni (allora tanto valeva lasciarlo al 2006: almeno ci saremmo illusi di vincere ancora qualcosa!), passando per un allenatore che sembra sempre più confuso ed una dirigenza che ripete come un disco rotto: “D’ora in poi, non parliamo più… pensiamo a vincere!”.
Mughini è stato sincero in un articolo su Libero, nel quale confessa che l’estate scorsa si lasciò trasportare dall’entusiasmo e si illuse di poter addirittura contendere il titolo all’Inter. E allora, visto che siamo in tema, nel mio piccolo posso dire che anch’io qualche speranza di fare un campionato dignitoso la nutrivo. Ma poi i sogni devono fare i conti con la realtà: un albero non può crescere se ha le radici marce. La Juve è così: con la morte di Umberto Agnelli, sono marcite le proprie radici. E l’albero, un po’ alla volta, ha perso le proprie foglie e si è seccato: prima sono stati cacciati Moggi e Giraudo, poi abbiamo perso Capello, poi sono spariti in un colpo sette giocatori di altissimo livello, tra i quali Ibrahimovic e Mutu, poi abbiamo rinunciato a Nedved e abbiamo visto sfiorire, un po’ alla volta, anche tutti gli altri campioni protagonisti di mille successi.
L’estate scorsa in tanti si illusero che, innestando rami nuovi, tutto si sarebbe risolto per il meglio: gli arrivi di Diego, Melo, Grosso e Cannavaro convinsero molti di noi che il peggio fosse passato. E invece, in un albero ormai morto, si sono seccati anche i nuovi rami (anche se, a dire la verità, alcuni di quei rami apparivano già morti prima di arrivare a Torino!).
Errare è umano, perseverare diabolico. Ora non illudiamoci che sostituendo Ferrara tutto si risolva, come d’incanto: certo, un “mostro sacro” come Hiddink (ammesso che accetti l’incarico) potrebbe dare un po’ di vita a questa squadra, ma alla lunga anche lui sarebbe destinato al disastro. Figuriamoci Zoff o Trapattoni! Non illudiamoci neanche che basti sostituire Blanc per tornare alla vittoria: lui, al limite, è il tronco (marcio) di questa squadra, ma le radici sono altre. Chi fortemente volle Blanc? Chi, molto tempo prima di farsopoli, gli conferì il ruolo di successore di Giraudo? I tifosi che bruciavano i seggiolini ed urlavano improperi a Ferrara e Secco (le ultime ruote del carro, sarà un caso?) dovrebbero ripensarci.
Fino a quattro anni fa, quando si parlava di Juve in tv, si notava rispetto ed invidia. Rispetto da parte degli avversari credibili (ricordo ancora i complimenti che Sir Alex Ferguson rivolgeva costantemente alla dirigenza juventina) ed invidia da parte degli altri (basti pensare che Moratti, tra un’offesa e l’altra, tentò di accaparrarsi Moggi all’Inter). Ora le cose sono cambiate. L’altra sera, durante la Domenica Sportiva, Bagni e Collovati ridevano apertamente, parlando dell’organizzazione societaria bianconera, che messa di fronte a quella del Napoli (avessimo detto Manchester United!) non regge il confronto. Da vincenti, temuti ed antipatici (molti nemici, molta gloria!), siamo diventati perdenti, dileggiati e simpatici (quanti sorrisini ironici ho visto sulle labbra dei miei amici anti-juventini in questi ultimi tempi!). A chi lo dobbiamo?
La strategia dei mass-media sembra essere cambiata, ultimamente. Fino a qualche tempo fa, su tutti i giornali allineati non si metteva in discussione il fantomatico “progetto” juventino, ma unicamente giocatori ed allenatori. I giornalisti non si facevano scrupoli a sparare a zero contro i vari Boumsong, Andrade, Poulsen, Tiago, ecc. Non c’erano problemi neppure a parlar male di Ranieri, lo scorso anno. Ma dopo quattro anni di mediocrità (l’unico titolo vinto è stato quello del campionato di Serie B, che negli anni successivi è stato assegnato a squadroni del calibro di Chievo e Bari, tanto per capire il livello), era logico attendersi che molti bianconeri cominciassero a chiedersi se, allenatore a parte, il problema potesse essere anche più profondo. E allora, come d’incanto, leggiamo da parte dei soliti “analisti” (perlopiù anti-juventini dichiarati) che non si capisce cosa sia questo “progetto” (ma come, noi lo dicevamo da quattro anni e ci prendevano per pazzi e rancorosi!) e che anche Blanc e Secco dovrebbero essere messi in discussione.
A parte il fatto che mettere sullo stesso piano Blanc e Secco sarebbe come paragonare un generale ad un maresciallo, sorgono immediate due domande. Prima. Perché i giornalisti (addetti ai lavori!) si accorgono solo adesso dell’inadeguatezza di Blanc? Non ci voleva Mandrake per capire quanto fosse incompetente un dirigente che, come prima mossa di mercato, svendette Ibra all’Inter. Eppure i nostri “tuttologi” sportivi ci arrivano solo adesso… Seconda. Si discute l’effetto, ma non la causa: perché? Blanc è l’effetto di una scelta di John Elkann. Se si mette in discussione lui, automaticamente bisognerebbe prendere atto che l’azionista di maggioranza ha imposto un “suo” uomo, la cui gestione si è rivelata completamente fallimentare.
In questi quattro anni abbiamo ingoiato bocconi tragicamente amari. La retrocessione in B richiesta dalla nostra stessa dirigenza (evidentemente su pressioni della proprietà, come poi rivelato da Blatter), la cessione di due scudetti stravinti sul campo, lo smembramento di una delle formazioni più forti al mondo (molto probabilmente la più forte), le campagne acquisti e cessioni ridicole degli anni successivi, l’avvicendarsi di tre (a breve quattro) allenatori in tre stagioni e mezza, le continue “esternazioni” di tutti i giocatori e dirigenti su qualsiasi argomento… Ma questo è nulla, rispetto all’atteggiamento tenuto da proprietà e dirigenza nei confronti della Storia (con la ‘S’ maiuscola) bianconera. In pochi mesi, hanno tentato di cancellare 12 anni di vittorie, evitando sapientemente di nominare chi ne è stato protagonista, in qualità di Amministratore Delegato e Direttore Generale di quella società. Si è arrivati addirittura a promuovere (per mezzo di una denuncia ad ignoti, che evidentemente tanto ignoti non erano…) un’azione penale nei loro confronti. Sono state avvalorate, in maniera indiretta, le vergognose accuse dei vari Zeman e Gazzoni, che da sempre tentavano di nascondere i propri insuccessi dietro alibi tinti di bianconero. E, parallelamente a questo, ci si è riempiti la bocca di “29 scudetti vinti sul campo” e banalità di questo tenore. Visto che qui non è più in discussione un singolo episodio, ma una linea societaria durata quasi un lustro, è impossibile scindere le responsabilità della dirigenza da quelle della proprietà! Eppure l’ultima carta dei soliti mass-media sembra proprio.
Noi continueremo la nostra lotta, indifferenti a questa nuova linea editoriale. Con la speranza sempre viva che anche i tanti tifosi meno attenti in giro per l’Italia (e non solo…) prima o poi decidano di aprire gli occhi e riconoscano chi è davvero la radice dei nostri guai. Cari amici bianconeri, non attaccate Ferrara e i giocatori! Non fermatevi neanche a Secco e Blanc! Puntate dritti ai bersagli grossi: John Elkann, Montezemolo e tutti i loro sodali! Più lontani staranno dalla squadra questi menefreghisti, più speranze avremo di tornare a vedere una Juve vera!

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