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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di L. BASSO del 16/01/2010 08:26:35
Il paltò di Napoleone

 

Non so quanti di voi abbiano visto quel capolavoro di commedia che è “Miseria e Nobiltà” di Totò; senza dubbio molti, pur senza aver visto tutto il film, ne ricorderanno una scena memorabile, passata in qualche servizio televisivo o qualche rassegna di gag comiche, con Totò e famiglia che si avventano su di una zuppiera colma di spaghetti, se ne riempiono le tasche e ballano sul tavolo.
Perché ricordo questo capolavoro di Scarpetta?
Perché ieri, leggendo un articolo riguardante le vicissitudini di Corso Galfer, mi è tornata alla mente un’altra scena, magari meno celebre ma altrettanto divertente, di quel film.
Enzo Turco (Pasquale), visto che la famiglia non mangia da giorni, manda Totò (Felice Sciosciammocca) ad impegnare il suo vecchio cappotto dal bottegaio per poter comprare qualcosa da mangiare. Il fatto è che il buon Pasquale pretenderebbe che Felice tornasse a casa con un mucchio di roba di prima qualità: spaghetti, pomodori, uova di giornata (“ma controlla che siano fresche, se no...desisti!”), mozzarella fresca (“ma che coli il latte, se no...desisti!”), frutta secca, gragnano frizzante (“ma che sia gragnano, che frizzi, se no...desisti!”) e, per finire, un bel paio di sigari.
Inevitabile la risposta di Totò, che si chiede se quel cappotto non sia quello di Napoleone, perché per un paltò vecchio e sdrucito, teme che il bottegaio gli dia solo un paio di calci nel sedere.
Mettete Blanc al posto di Pasquale, mettete Secco al posto di Totò, e il gioco è fatto.
Tutti i giornali sportivi sono in attesa di notizie da Corso Galfer... all’interno un C.d.A. sta tracciando il futuro della Juve e di Ciro Ferrara... l’alternativa si chiama Hiddink, e c’è che giura di averlo visto già a Torino in un ristorante.
Magari tra poco lo vedremo uscire a sorpresa sul balcone e salutare tutti prima di andare all’Olimpico a guidare la squadra in Coppa Italia.
E invece esce una nota ufficiale; non se ne fa niente, Blanc è stato spaventato dall'ingaggio richiesto dal tecnico olandese.
Spaventato? Per spavento, di solito, si intende l'umana reazione ad un fatto impressionante ma soprattutto inatteso.
Ma monsieur, che pensava? Di prendere un allenatore senza prima informarsi sui costi? O si era documentato guardando sui bilanci societari quanto ci costa il tecnico della Primavera?
L'immagine che mi si forma in mente, infatti, è quella di un dirigente che, come il buon Pasquale, dà precise indicazioni al suo uomo-mercato: "Allora, con questi soldi prendi un buon regista... Mi raccomando, che sia un regista; se sa fare un lancio di trenta metri lo prendi, se no...desisti! Poi... Già, ci serve un laterale...ma accertati che sappia fare i cross a "trivela", se no...desisti! E infine, un bravo allenatore. Ma che sia bravo, eh? Se sa passare dal 4-3-3 al 5-5-5 lo ingaggi, se no...desisti! ...ah, senti, poi mentre torni in sede, passa dal sarto e fatti dare un paio di completi neri sociali, uno per te e uno per me!"
Ed il povero uomo-mercato, guardando nel borsellino che l'altro gli ha affidato, sconsolato nota che dispone solamente del denaro per i due abiti.
Sempre se sono in saldo, s'intende.
Qualcuno mi obietterà che non sempre a grandi ingaggi corrispondono grandi campioni, mi ricorderà delle inutili campagne acquisti faraoniche di una certa squadra e dell'operaio del pallone Galia che sollevò la coppa in casa del Milan...
Per carità, concordo al 101%, ed aggiungo: nessun sano di mente preferirebbe Tiago, Almiron e Melo a Brazzo, Grygera e Mellberg basandosi solo su quanto sono stati pagati.
Il fatto è che chi progetta (termine usato non a caso) una casa ha bisogno di ingegneri e di manovali, di architetti e di impasta-calcina, ognuno con le proprie competenze ed ognuno con i propri costi.
E non deve in nessun modo mischiare i vari ruoli: se paga ad un pur onesto manovale lo stipendio di Renzo Piano, se manda un'eterea arredatrice a sollevare sacchi di cemento da 50 chili, se fa progettare la struttura in cemento armato ad un porta-mattoni semianalfabeta, per un motivo o per l'altro il progetto è destinato al fallimento.
Ma non andiamo ad inerpicarci su questo spinoso sentiero, per il quale non basterebbero pagine di discussione, e torniamo ai nostri due illuminati strateghi del mercato; penso che forse solo al più sprovveduto, o al più distratto tra gli amici lettori sia capitata la sgradita sorpresa di ordinare un caffè espresso e di pagarlo 30 Euro invece dei previsti 80 centesimi. Già, perché tutti i lettori sono abbastanza svegli da capire che esiste una piccola differenza tra il Bar Enoteca di Giggi lo Zozzone ed il Caffè Florian di Venezia, e così pure tra i prezzi praticati dall'uno e dall'altro. I nostri eroi, invece, evidentemente lo ignorano. Contattano Hiddink pensando di offrirgli un ingaggio da Oronzo Canà e cascano dalla sedia quando sentono le sue reali richieste (che, per inciso, è sempre meno della metà di quanto prende lo Special UAN per sparare boiate a cottimo e, nel tempo libero, sedere sulla panchina interista).
Per carità, nessuno vuole misurare le capacità in milioni di Euro, e son sicuro che un Gentile, un Gasperini, un Del Neri o un Cosmi siano bravi e capaci professionisti pur guadagnando quello che un Hiddink o anche un Capello ottiene come rimborso spese di cancelleria, ma qui la questione è un'altra.
Voler comprare a tutti i costi una Ferrari quando ti puoi permettere al massimo una Panda è da parvenu.
Ma presentarsi in uno show room del Cavallino e cadere dalle nuvole quando ti dicono che, per quei soldi, al massimo ti danno un portachiavi, è una figura da cioccolataio senza appello.
Caduto dal pero.
E poi portato giù con la frana dai tremila, mi verrebbe da aggiungere.
Per cui vorrei chiudere con un consiglio a "qualcuno"...
Per favore, prendici un bravo dirigente.
Ma mi raccomando, assicurati che sia bravo.
Che non debba convocare un CdA anche per comprare una biro nuova alla segretaria.
Che non vada a cercare le migliori occasioni del Calciomercato in un gerontocomio pallonaro o in un cronicario per atleti lungodegenti.
Che quando gli dicono "regista" non pensi a Nanni Moretti o a Spielberg.
Che si ponga domande tipo: "ma perché una squadra di calcio ha più infortuni che una di Rollerball?" e -magari- trovi una risposta.
Che capisca che a calcio non si gioca a 11 "chi siano siano", ma ci vanno un portiere, due laterali, uno o due centrali e così via; è inutile avere cinquantaquattro torri d'area e nessuno che sappia fare i cross come Dio comanda.
Che capisca che un soprannome come "la lavatrice" non suggerisce immediatamente un'idea di un giocatore di letale rapidità, data la pesante staticità dell'elettrodomestico; qualcuno chiamato "Folgore divina" mi avrebbe ispirato fin da subito di più, per intenderci.
Che al Calciomercato non venda, presti, ceda, regali giocatori a destra e a manca il primo giorno e aspetti l'ultimo per comprare.
Che impieghi sapientemente il budget a sua disposizione; niente acquisti faraonici e inutili, ma nemmeno braccino corto: che cerchi gli uomini GIUSTI pagandoli il GIUSTO.
Che sappia fare il suo mestiere, insomma.
Se no?
Se no DESISTI!!!

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