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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di N. REDAZIONE del 25/01/2019 10:55:27
La solita settimana pallonara italiana ...

 

Una settimana, quella appena trascorsa, ricca di momenti e situazioni su cui riflettere.

Se ne parlava da qualche giorno, ieri è arrivata l’ufficialità, con la pubblicazione di un post su Twitter dello stesso protagonista, Enrico Varriale, che così scrive:
“Il CdA della RAI su proposta di @AuroBulbarelli mi ha nominato Vice Direttore di @RaiSport . Ringrazio i tanti che mi stanno inviando complimenti e auguri e anche quelli a cui questa notizia non fa troppo piacere. Prometto a tutti il massimo impegno per non deludere nessuno.”
Il giornalista Rai, al centro da tempo di polemiche legate ai suoi tweet da tifoso del Napoli, che spesso hanno coinvolto anche i suoi colleghi, viene promosso.
La scelta se seguire il calcio in Rai rimane comunque personale nonostante l’imposizione di canone.
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Il capitolo “discriminazione” si arricchisce di un nuovo episodio. Su Libero del 23 gennaio, Giuliano Zulin condanna nel suo articolo “Il razzismo al contrario”, i cori che al 55’ di Juve-Chievo i tifosi bianconeri hanno urlato contro Meggiorini chem due anni fa, ha perso la mamma.
Inquadriamo il momento della partita: a gioco fermo, mentre Chiellini va verso il fondo a recuperare la palla uscita in out, Meggiorini gli entra apposta sul piede pestandolo e facendolo cadere con l’arbitro che lo reguardisce verbalmente. In quel momento la curva grida “Meggiorini figlio di p…”.
Premettendo che condanniamo senza scusanti questo genere di cori, facciamo presente che insulti pesanti a madri, mogli, sorelle ne sento negli stadi da 40 anni e ci chiediamo come mai Zulin se ne accorge solo oggi, dopo la super squalifica di San Siro per cori razzisti. Dov'era negli ultimi 33 anni? Dov'era quando veniva insultata la memoria dei martiri dell'Heysel o quella di Scirea?
E’ evidente il pretesto di trovare consenso usando l'antijuvenismo. Se avesse dato un taglio più generalizzato, con più esempi, l'articolo avrebbe avuto senso in mezzo alla ipocrisia galoppante.
La solita occasione persa.
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Fabio Caressa, giornalista e direttore di Sky Sport, torna a parlare di Juventus e di un episodio risalente ai tempi di calciopoli alla Bocconi di Milano: “La dirigenza della Juventus telefonò all’allora amministratore delegato di Sky per chiedere la testa mia e di Beppe Bergomi. È stata una pagina molto brutta e io sono stato testimone di quello che accadeva. Nell’intervista a fine gara, dichiarò che gli episodi non erano importanti”.
Evidentemente Caressa non ha nulla di più avvincente da proporre se non la solita cantilena che orami è diventato il suo biglietto da visita da mostrare nelle occasioni importanti. Non ci sembra che abbia subito conseguenze, visto che da allora è sempre presente in Sky e spesso è al commento delle partite della Juve. Quella telefonata, semmai ci fosse stata e semmai i contenuti fossero quelli esposti dal giornalista, non ha sortito il minimo effetto.
Quella ricordata da Caressa è una situazione che si ripete spesso: i giocatori in campo protestano poco e in modo composto su singoli episodi. Finita la partita vengono imbeccati e incominciano la lagna sapendo che cosi vengono coperti errori e inadeguatezze proprie e della squadra. Anche in quel caso, dopo Bologna – Juventus (0-1) del 12 aprile 2004, a Cipriani venne chiesto conto di due presunti rigori non concessi ai patroni di casa innescando le solite polemiche.
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Voglio anche ricordare una delle tante uscite di De Laurentiis che, in questo caso ha parlato del Frosinone in questi termini: "Che ci fa il Frosinone in Serie A? Non attira spettatori, né interessi, né emittenti nel campionato. Arriva in A, non cerca di competere e torna indietro. Se non possono competere, se finiscono ultimi, dovrebbero pagare una multa e non dovrebbero ricevere denaro".
Immediata però arriva la risposta di Stirpe: “Nella vita serve rispetto e io non ne vedo. Lo sport deve insegnare il rispetto per gli avversari. Queste dichiarazioni si commentano da sole e le rispedisco al mittente. Arrivano parole da parte di persone che non hanno vinto niente e mi sembra anche velleitario. Abbiamo il progetto di crescere in modo sano e attraverso i nostri mezzi. Noi mettiamo i soldi nel calcio e non li prendiamo, siamo stati capaci di realizzare uno stadio mentre altri che hanno risorse ben più importanti delle nostre non hanno regalato alla città un’infrastruttura del genere".
Il paradosso della situazione è che De Laurentiis tratta il Frosinone in Italia come il Napoli rischia di essere trattato in Europa tra qualche anno, dove l’appel economico inferiore del suo club, potrebbe tenerlo fuori dal giro che conta.
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Domani a San Siro i tifosi del Napoli potranno accedere senza limitazioni per assistere alla partita con il Milan, nonostante gli incidenti seguiti a Inter – Napoli dello scorso 26 dicembre, dove ha perso la vita il tifoso interista Belardinelli.
Ci domandiamo, retoricamente: a quante altre tifoserie sarebbe stata concessa la trasferta senza limitazioni dopo che, nello sviluppo dell’inchiesta, è stato accertato un regolamento di conti tra tifoserie e non un agguato a quella del Napoli come ipotizzato inizialmente?
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Nell’ipocrisia del calcio italiano che, anziché cambiare rotta iniziando ad educare il popolo dei tifosi, continua a vivacchiare sfruttando l’antijuventinismo, rivolgiamo il solito appello: datevi una regolata!




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