Hanno vinto, dominato in ogni angolo di campo, hanno giocato anche in inferiorità numerica per più di un'ora. Nelle due stracittadine stagionali possono annoverare due vittorie, sei gol fatti e "zeru" subiti. Fosse ancora vivo l'avvocato Prisco avrebbe sicuramente commentato con una frase che sarebbe rimasta per molto tempo nelle menti dei "bauscia".
Eppure, nonostante la strameritata vittoria contro il Milan, gli indossatori di scudetti altrui hanno toccato nuovamente il ridicolo.
Le "lagne" del post-derby hanno confermato una volta di più che chi nasce quadrato non può morire tondo: dal petroliere milanese all'amministratore delegato.
Invece di andare orgogliosi per una vittoria che ha confermato una volta di più la superiorità in ambito nazionale, hanno (nuovamente) cominciato a cercare complotti, segnali brutti e chiarissimi, e udite udite, una sorta di «aria psicologica», che va a fare il paio con quella che una volta veniva chiamata "sudditanza".
Per non farsi mancare proprio nulla, e dopo una prestazione maiuscola in campo, anche il capitano della seconda squadra di Milano ha voluto lasciare il segno, ha voluto ribadire che "loro" sono sempre quelli che vincono senza "ruvare": «Chiediamo solo di tenere gli occhi aperti».
La morale? O meglio, la spiegazione più logica a tutto questo? Direi semplice: il "ladro" è abituato da sempre a chiudere la porta di casa a doppia mandata, sia mai che...
L'amico Rocca chiude un simil-articolo con testuali parole: «Vinceranno ancora a lungo, razzieranno ancora i mercati, ma sono consapevoli che alla base c’è un vizio originale. Non lo vogliono ammettere, non possono farlo, meglio gridare al complotto».
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