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Attualità di P. CICCONOFRI del 05/03/2019 14:25:11
Antipatia e odio

 

Gennaio 2013, Marchisio, allora giocatore della Juventus, invitato a rispondere alla domanda su una eventuale antipatia per questo o quel giocatore, risponde: "Nessuna faccia in particolare, ma una squadra, soprattutto dopo le finali ruvide di Coppa Italia e Supercoppa: il Napoli. Quando me li trovo di fronte scatta dentro di me qualcosa". ( LINK)
Apriti cielo e chiuditi terra! Non lo avesse mai detto!

Da Napoli critiche e reprimende a non finire, social intasati di insulti (con minacce al giocatore, alla famiglia e alla squadra) e il club partenopeo che addirittura chiede ufficialmente spiegazioni: ''Le dichiarazioni di Marchisio a Style rappresentano una grave offesa al Napoli e al calcio italiano. Ci sorprende che arrivino da un calciatore della sua statura che gioca in una squadra così prestigiosa. Auspichiamo che si tratti di un fraintendimento e ci aspettiamo chiarimenti dal giocatore e dalla Juventus". (LINK)
La società torinese risponde precisando: “Tale opinione è chiaramente riferita alla sana competizione agonistica che ha visto Napoli e Juventus protagoniste di partite accese e spettacolari. Nessuna offesa: non comprenderlo significa cercare una polemica inesistente".LINK
E anche Marchisio è costretto a ribattere: “Mi dispiace leggere i vostri commenti, avete interpretato male le parole dell’intervista. Siccome nell’ultimo anno ci siamo affrontati per traguardi importanti è normale che la partita sia più sentita rispetto a qualche anno fa. Nulla a che fare con le persone di Napoli, dove in altre situazioni avevo dichiarato solo apprezzamenti per la città e le persone. A volte le interviste vengono interpretate in maniera sbagliata”. ( LINK)

Anno di grazie 2019, il Napoli cade al San Paolo nello scontro diretto con la Juventus e vede svanire definitivamente la rincorsa scudetto, resa ancor più amara dal rigore non realizzato da Insigne. Il fratello del fantasista Napoletano, commenta così: "Lorenzo triste e rammaricato. Odiamo tanto la Juve e lui ci tiene a batterla" (LINK).
Qui non si parla di antipatia calcistica, ma di odio.

Che siano dichiarazioni frutto di un retaggio culturale è evidente, così come è chiaro che saranno annoverate tra le perle del folklore napoletano e giustificate così in ogni dove.
Resta però un dato di fatto allarmante dovuto al modo con cui in alcuni ambienti si vive lo sport. Nessuno lo ha fatto notare, ma nel finale di partita al San Paolo, il pubblico, con il famoso urlo, non ha fatto altro che insultare pesantemente la nostra squadra. Pubblico che prende esempio e trae ispirazione anche dai loro beniamini.

Forse, davanti a certe esternazioni che nulla a che vedere con lo sport, la competizione, e l’evento calcistico in sé, sarebbe il caso di fermarsi e moderarsi. Magari per evitare che, arrivando a quei tifosi più caldi, non siano la scusa per azioni di violenza di cui sono zeppe le cronache sportive.

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