Italia u21 3 (Chiesa, Chiesa, Pellegrini) - Spagna u21 1( Ceballos) Dopo le soddisfazioni del quarto posto al mondiale giovanile dei ragazzi del maestro Nicolato disputatosi in Polonia, la palla è passata all’Europeo under21 che si disputa in Italia.
Abbiamo una selezione di categoria che ci rende particolarmente ottimisti e in cui Barella, Pellegrini, Zaniolo, Chiesa e Kean sono ivi “prestati” dalla nazionale maggiore.
La prima con la Spagna e la arzigogolata e coincisa formula dei gironi fa sì che solo la prima classificata abbia la sicurezza di passare il turno.
Non sono quindi concessi errori.
Una partita semplice è altra cosa ma la Spagna non è fatta dei soliti galacticos anche se la splendida rete di Ceballos dopo appena 9 minuti lo nasconde.
La giovane Italia, che ha nel commissario tecnico della Nazionale Under 21 Gigi Di Biagio il proprio tallone di Achille e riesce a trovare la forza per rimontare più sul piano dei nervi e della determinazione che su quello del gioco.
Gli azzurrini nella prima mezz’ora sono mal disposti, spaesati, contratti.
Manca l’organizzazione, la giusta distanza tra i reparti ed alcune scelte del tecnico lasciano perplessi:
Zaniolo all’ala, Barella centrale basso, Chiesa senza posizione.
Il pallone brucia tra i piedi dei giocatori ed è quasi sempre in possesso della Rojita anche i trapiantati dalla Nazionale maggiore non sembrano in grado di incidere e rovesciare le sorti della battaglia.
La Spagnoletta è lesta a prendere il comando del gioco e della partita, lucida e armoniosa dentro un 4-3-3 guidato dall'unico galacticos Ceballos, 23 partite nel Real Madrid in questa stagione, due anni fa il miglior giocatore dell’Europeo Under 21.
La sua raffinata conclusione a rete è facilitata dalla guardia blanda di un Barella fuori posto e accarezza l’incrocio dei pali, lasciando impietrito l’incolpevole Meret.
Lo stadio di Bologna si deprime quasi ammutolisce davanti al dominio spagnolo: passaggi corti e precisi, triangolazioni veloci, movimenti sincronizzati.
L’Italia è nervosa e pasticciona ed incapace di organizzare un pressing degno di questo nome.
Ma improvvisamente dal mazzo esce il Jolly: lancio di Barella, capolavoro di Chiesa nel controllo a volo, salta Martin, va sul fondo e con un qualcosa a metà tra cross e tiro sorprende il portiere Simon fuori dai pali, intento nella contemplazione delle farfalle a punto interrogativo che di solito si trovano altrove.
Pareggio.
La Spagna, finita l’illusione getta la maschera e si scioglie nei suoi limiti lasciando l’iniziativa all’Italia che però non sa cosa farsene, anche se sull’onda del pareggio cerca il sorpasso senza però mai costruire una azione che sia una ed essere pericolosa.
Zaniolo, colpito alla testa, esce e al suo posto entra Orsolini, l’idolo di casa, ma soprattutto ci troviamo con un’ala che gioca nel proprio ruolo.
Ne beneficia l’equilibrio tattico.
Nel secondo tempo gli azzurrini danno fondo a tutta la loro buona volontà e la superiore qualità dei singoli mette gli uomini di De La Fuente in difficoltà.
Solo che ci manca lo spartito ed in fatto di azioni pericolose è Meret che deve salvare su Soler.
Ma nonostante Di Biagio i nostri hanno più qualità e garra e il centrocampo, che tanto aveva sofferto, al calar delle energie degli iberici prende il comando delle operazioni. Mandragora in mezzo è preciso e dinamico, Pellegrini nella ripresa trova la posizione.
Il raddoppio di Chiesa è un gol uscito dalla saga del rimpallo e poi Pellegrini si prende il generoso rigore del terzo gol.
Conta il risultato, buona la prima.
Nel girone il peggio è passato e le piccole furie rosse sono quasi fuori in questo torneo corto e spietato.
Noi proseguiamo contro la Polonia una squadra con poca qualità ma tanta corsa e cattiveria agonistica.
Sulla carta non c’è partita ma si tratta già di una sfida da dentro o fuori per gli Azzurrini, contro l'altra squadra a punteggio pieno del girone.
Continua ad essere vietato sbagliare, ma provate a dirlo a Di Biagio.
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