Sono passati quasi 4 anni, ormai, da quando proprietà e dirigenza della “nuova Juventus” dichiaravano per la prima volta che la squadra sarebbe stata ricostruita con un mix di grandi campioni e
giovani promesse, seguendo la linea adottata, ad esempio, in Inghilterra dall’Arsenal e in Spagna dal Barcellona.
Come al solito, tanto fumo e niente arrosto.
I soli (ex)primavera che da allora sono riusciti a ritagliarsi un posto in prima squadra rimangono
Sebastian Giovinco (scarsamente utilizzato da Ranieri prima, da Ferrara poi),
Paolo De Ceglie (per lui vale lo stesso discorso fatto per Giovinco) e
Claudio Marchisio (l’unico che ha avuto realmente la possibilità di mettersi in mostra).
E se ci si aspettava che in sede di calciomercato arrivasse magari qualche giovane speranza del calcio mondiale al posto di giocatori ultra trentenni ormai a fine carriera (qualcuno ha detto Grosso o Cannavaro?), anche in questo caso c’è da rimanere delusi. Fino ad ora, gli unici U23 acquistati dalla nuova dirigenza che sono riusciti a ritagliarsi un discreto spazio in prima squadra, rimangono
Momo Sissoko e Martin Càceres (quest’ultimo solo in prestito).
E mentre nell'appena conclusa sessione invernale, il così detto mercato di riparazione, la stragrande maggioranza delle squadre di serie A si sono rafforzate con giocatori importanti (Pandev e Mariga all'Inter, Keirrison e Felipe alla Fiorentina, Beckham e Mancini al Milan, solo per fare alcuni esempi), anche in prospettiva futura, la Vecchia Signora è rimasta un po' fuori dai giochi, non colmando le lacune evidenti (sulle fasce e in regia) fin da inizio stagione! Sono tanti i nomi circolati in orbita Juve, ma l'unico vero acquisto (ancora in prestito) è stato quello del jolly di centrocampo
Candreva dall'Udinese; oltre al quale si sono registrati i ritorni di
Paolucci e Yago, due tra i giovani più promettenti passati nella primavera juventina negli ultimi anni.
Ma a cosa servono se non si ha il coraggio di farli giocare? A cosa serve Paolucci se gli si preferisce il fratello scarso di Amauri che non vedrebbe la porta neanche con il più sofisticato dei telescopi? Perché trattenere Yago (anziché girarlo nuovamente in prestito) se poi come esterno sinistro si è costretti a veder giocare Marchisio, il miglior mediano della squadra?
In definitiva, abbiamo assistito all'ennesima figuraccia della Juventus, stavolta nelle trattative di calciomercato:
nessun rinforzo "di peso", ma quel che più sconcerta è
l'assoluta incapacità di rimediare ad errori commessi nell'impostazione della squadra ad inizio stagione e, prima ancora, nel calciomercato estivo.
Si è snaturata la squadra con l'imposizione di un nuovo modulo, non supportato da efficaci inserimenti e rinforzi, ma non c'è nessuno che ci metta la faccia e dica: signori, cercheremo di rimediare.
Ferrara non si è dimesso, Blanc non si dimette, Bettega non può far altro che provare a tappare i buchi ove possibile.
E John Elkann, dov'è? Ma soprattutto... i soldi dove sono? Beh, quella è la risposta facile: a Firenze, a Palermo e a Brema. Non a Torino.
In questa situazione non si può pretendere che siano i giocatori, da soli, a trovare il bandolo della matassa: con errori di collocazione tattica, con preparazioni atletiche fantomatiche che portano ad un susseguirsi di infortuni inspiegabili ed interminabili, con una società che non ha il polso necessario, è logica conseguenza che la squadra sia allo sbando, non potrebbe essere diversamente.
Anche perché non ci sono le individualità che possano sopperire a carenze tecnico-tattiche del complessivo.
E quindi... che Dio ce la mandi buona.
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