Si è appena concluso il consueto mini-ciclo di due partite prima della pausa nazionali che rappresenta una sorta di prefazione al campionato: non che i punti ottenuti nelle sfide delle prime due giornate valgano meno degli altri, ma, complici le condizioni tecnico-tattiche ancora incerte di molte squadre ed il calciomercato ancora in corso, è difficile trarre indicazioni affidabili da questi 180 minuti.
In questo inizio di campionato, oltre alle incertezze derivanti da quanto sopra illustrato, si aggiungono anche quelle apportate dal cambio di tecnico operato da gran parte dei top team italiani. La
Juve, in particolare, sta rivoluzionando il proprio approccio, con evidenti effetti in campo, nel bene e nel male. E così, contro il Napoli, si è intravista per circa un’ora quella che i tifosi sperano diventi presto la firma della Juve, che ha impartito una lezione di gioco addirittura più severa di quanto il nettissimo parziale di 3-0 evidenziasse, ma poi per i 30 minuti successivi si sono realizzati i peggiori incubi di chi teme di perdere la solidità difensiva che l’ha caratterizzata nelle precedenti stagioni. Da ottimisti, pensiamo e speriamo che la faccia brutta della medaglia dipenda in gran parte da una condizione psico-fisica ancora carente e ci confortiamo ripensando a quell’ora di altissimo livello.
Resta sospeso il giudizio anche per il
Napoli, che ha confermato il suo allenatore ed ha molti giocatori brevilinei, che di conseguenza dovrebbero essere più brillanti di molti dei nostri, ma ha comunque anche giocatori di peso (il protagonista in negativo dell’autogol decisivo è uno di questi) ed ha cambiato anche parecchi interpreti: basti pensare che tutti i marcatori partenopei (perlomeno quelli che non hanno segnato nella propria porta) sono neoacquisti.
Non molto diversa la situazione dell’altra possibile pretendente al titolo (almeno sulla carta, o sul cartone):
l’Inter di Conte, dopo avere bene impressionato all’esordio contro il Lecce(invero poco probante, come si è visto anche ieri), ha mostrato più di una lacuna in quel di Cagliari, dove se l’è cavata segnando una rete convalidata solo dopo una lunga seduta al VAR e beneficiando di un rigore (netto), ma soprattutto grazie alla stitichezza offensiva dei padroni di casa. Anche per i nerazzurri la strada da percorrere è ancora lunga ed il loro reale livello è molto difficile da cogliere.
Aspetto comune di gran parte degli incontri finora disputati è stato lo spettacolo offerto in fase offensiva, spesso anche grazie a difese non proprio bene assestate. In questo senso, le prestazioni della Roma sono state emblematiche: il nuovo allenatore non fa mistero di prediligere il gioco d’attacco, ma i disastri combinati dalla difesa giallorossa hanno annullato in gran parte le buone cose fatte da metà campo in su nei primi 180 minuti di campionato. E così il
derby capitolino è stato certamente divertente per il pubblico imparziale, ma potrebbe avere suscitato qualche legittima preoccupazione tra i tifosi delle due squadre, per le lacune dimostrate soprattutto dalla difesa romanista.
Lacune difensive che hanno eliminato il
Torino dall’Europa già al turno preliminare, ma che non gli hanno impedito di raggiungere la testa della classifica con Juve e Inter, grazie a due vittorie con un totale di 5 gol fatti e 3 subiti, che avrebbero potuti essere molti di più, se non fosse stato per un Sirigu in grande spolvero.
Al festival del gol non poteva mancare il
Sassuolo, che già nel recente passato ci aveva abituato a belle prestazioni e che stavolta è stato condotto dal redivivo Berardi nella netta vittoria ai danni di una Sampdoria sempre più in crisi di identità, al contrario del Genoa che, dopo il pareggio pirotecnico della prima giornata a Roma, ha inflitto una sconfitta alla Fiorentina di Montella, che così resta ancora ferma al palo.
In un campionato ricco di gol e spettacolo, va in controtendenza il
Milan, che, dopo la sconfitta patita ad Udine, ha vinto con il minimo margine a San Siro contro la neopromossa Brescia: in casa rossonera le idee sembrano ancora confuse ed il nuovo mister Giampaolo avrà il suo bel da fare per trovare la soluzione ad un problema irrisolto da anni.
Tra le squadre da tenere d’occhio, c’è sicuramente anche il
Parma, che aveva perso la prima di campionato contro la Juve, ma che si è immediatamente rifatta su un campo tutt’altro che semplice come quello di Udine, ribaltando lo svantaggio iniziale e chiudendo con un sonoro 1-3.
Lascio volutamente per ultima la squadra che ha destato maggiore attenzione e commozione da parte di tutti, per la storia del suo allenatore: il
Bologna della tigre Mihajlovic ha vinto “sulla sirena” contro la Spal: Soriano, autore del gol-partita, ha poi raccontato che la forza di segnare gli è arrivata proprio dalla volontà di dedicare la vittoria al suo mister. Sicuramente Sinisa avrà apprezzato.
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